Finale con amara sorpresa in quel dì canadese per il popolo Ferrari: dopo uno sterminato dominio stagionale da parte delle frecce d’argento, la pista dedicata a Gilles Villeneuve stava per proclamare la prima vittoria rossa di questo 2019, salvo poi veder sfumare tutto per un’insulsa penalità ai danni di Vettel di dubbia liceità. Per farla breve, alla fine, gira e rigira vince ancora Hamilton, nonostante l’inglese abbia tagliato il traguardo dopo Seb. Completa il podio Charles Leclerc, reduce da un’altra strategia Ferrari suicida.

Partenza perfetta per tutti: a parte Bottas che si vede sopravanzare da Hulkenberg, tutti i beniamini delle prime file partono in modo impeccabile. Nessun pattinamento e nessun errore infatti, con le varie monoposto che scattano in avanti all’unisono. Piccolo accenno di guerriglia solo da parte di Leclerc ai danni di Hamilton, il quale però spegne subito ogni buon auspicio del rivale chiudendo ogni pertugio. Alla fine del primo giro dunque, nulla sarà cambiato.

Ritmo simile e zero sorprese: nel primo stint di gara impressiona la regolarità sul passo per Vettel e Hamilton. I due viaggiano alla pari, mantenendo pressochè invariato il loro distacco. Stessa cosa fa più o meno Leclerc dalla terza posizione, il quale dopo i primissimi giri a singhiozzo trova il ritmo e si mette a ridosso di Hamilton. Avanti così fino all’unica sosta ai box, dove Vettel sarà il primo a pittare guadagnando ulteriore vantaggio sui rivali.

Ma cosa facciamo con Leclerc? Desta particolare attenzione l’ennesima strategia strampalata assegnata a Leclerc. Il monegasco infatti, prima del pit, si ritrova praticamente attaccato ad Hamilton. Nella speranza di una safety car, il muretto decide che forse è il caso di prolungare la permanenza in pista di Charles, contando sul fatto che a Montreal l’uscita della vettura di sicurezza è quasi una certezza e che questo avrebbe permesso alla Ferrari numero 16 di effettuare il cambio gomme in modo cronometricamente gratuito. La “sparata” però non paga, in quanto nulla succede per provocare regimi di rallentamento, e Leclerc si ritrova invano a girare su gomme finite perdendo un’eternità. Dopo il pit infatti, si ritroverà staccato di oltre 12 secondi dalla coppia di testa, dovendo così accettare di essere ormai fuori gara. La domanda però, a questo punto sorge spontanea: "Perché?" Cioè, Charles aveva finalmente una vettura che gli dava la possibilità di giocarsela alla pari ed in condizioni del tutto simili. Quindi che motivo c’è di rischiare con una strategia dove se la fortuna non ti assiste sai che perdi una vita? Che vantaggio si ottiene? Ok provare cose simili quando non c’è niente da fare per recuperare il distacco, ma cavolo… lo fai proprio in Canada dove forse sei addirittura più forte? In Ferrari farebbero bene ad iniziare a farsi due domandine…

Ancora un errore per Vettel: Siamo nell’ultima parte di gara. Tutto procede come previsto, e nonostante un Hamilton arrembante dietro la Ferrari, Seb dà segnale di poter contenere le fucilate del rivale, complice una SF90 da impensabili (per gli altri) velocità di punta sui rettilinei. A 23 giri dalla fine però, accade il dramma: sotto la pressione di Lewis, Seb sbaglia ancora, andando per prati in curva 3. Fortunatamente non è nulla di grave, in quanto il tedesco riesce subito a rientrare in pista impedendo alla Mercedes di sopravanzare. Sembra finita lì, con gli uomini Ferrari che prendono un respiro di sollievo. La gara va avanti, e Seb è praticamente vicino alla vittoria. A 12 giri dal termine però, la sorpresa che non ti aspetti: penalità di 5 secondi per Vettel, colpevole (a dire della direzione gara) di aver stretto Hamilton contro il muro al rientro in pista dopo l’errore. La scelta gela il sangue di tutta Maranello, ed ovviamente nulla potrà fare Vettel per distanziare Lewis abbastanza per poter vincere lo stesso. Al traguardo dunque, sarà la Ferrari a vedere per prima la bandiera a scacchi, ma nella somma dei tempi e al netto del penalty, il vincitore è Hamilton.

Qualcosa va cambiato: è vero che siamo italiani ed è vero che quasi tutti vogliamo il bene della Ferrari. Ma in questo caso “non” parliamo con la mente da ferraristi, e cerchiamo di fare un ragionamento equo: che senso ha la penalità inflitta a Vettel? A parte che manovre simili sono all’ordine del giorno, e alcune volte vengono sanzionate e altre no senza apparente motivo che giustifichi il diverso grado di giudizio. Ma ad ogni modo, cosa avrebbe dovuto fare Seb? Avrebbe dovuto farsi da parte e fare a Hamilton cenno di sorpassare? E’ Formula Uno, e stiamo guardando delle gare di auto. Qualsiasi pilota…qualsiasi… avrebbe fatto di tutto per non farsi sorpassare. E’ ovvio quindi che Vettel avrebbe chiuso la porta. A ruoli inversi, avrebbe fatto lo stesso anche Hamilton. Che senso ha altrimenti correre se non puoi difenderti? Qual è la differenza tra manovra scorretta o antisportiva, e quello che si definisce “episodio di gara”? Con questo metro di giudizio, cosa avrebbero dovuto fare ad esempio a Michael Schumacher quando vinse il mondiale ’94 andando addosso a Hill durante il rientro in pista dopo un errore simile a quello di Vettel a Montreal? E’ davvero questa la “Formula Uno”, ovvero la massima espressione di quelle che dovrebbe essere corse automobilistiche?

Meditiamo gente… meditiamo.

Daniel Limardi