Tra tutte le vicende extra-pista che tengono banco nel paddock della Formula Uno, il caso che vede coinvolte Haas e lo sponsor Rich Energy è sicuramente il più curioso, ma anche il più pericoloso dal punto di vista economico per il team americano.

Tutto è cominciato mercoledì mattina, quando un tweet dal profilo ufficiale dell’energy drink, main sponsor del team Haas, ha annunciato che la cooperazione tra i due marchi era finita. “Oggi Rich Energy ha rescisso il contratto con il team Haas F1 per la scarsità dei risultati - si legge nel tweet - vogliamo battere la Red Bull, ed essere dietro le Williams in Austria è inaccettabile. La politica della F1 è estranea al nostro business; auguriamo il meglio al team”. Parole non certo gentili, che sono giunte come un fulmine a ciel sereno dalle parti di Kannapolis. A poco tempo di distanza, era arrivata la risposta del team principal del team a stelle e strisce, il meranese Guenther Steiner: “Rich Energy è ancora il nostro title sponsor. Non posso commentare oltre a proposito delle relazioni contrattuali a causa della natura privata degli accordi commerciali”.

L’energy drink inglese ha fatto la sua comparsa nel Circus proprio ad inizio stagione sulle vetture del team Haas, con il preciso intento di arrivare a lottare con Red Bull, rivale a livello commerciale prima ancora che in pista. Compito arduo sin da subito per il marchio nato solo sei anni fa da un’idea del CEO William Storey, attualmente commercializzato solo negli Stati Uniti e in Inghilterra; Red Bull è infatti una potenza quasi inattaccabile dal punto di vista commerciale. A ciò si aggiunga che il team Haas sta vivendo quella che forse è la stagione più complicata dal suo esordio in F1, con una vettura che sembra soffrire in modo considerevole le gomme Pirelli con specifica 2019.

In ogni caso, dopo le parole di Steiner sono arrivate quelle dell’energy drink e del suo board, che hanno confermato “il pieno coinvolgimentonel progetto F.1. Secondo quanto riportato anche dal New York Times, il tweet incriminato sarebbe stato postato in malafede da un individuo interno all’azienda: un “furfante”, è stato così definito l’autore del messaggio. “Chiaramente le parole di questo personaggio hanno creato un forte imbarazzo. L’azienda lo sta già rimuovendo legalmente, ma vuole sottolineare che ha parlato per se stesso e non nell’interesse del brand”, dicono gli azionisti.

Il momento non è buono per Rich Energy, vista anche la causa persa a maggio contro Whyte Bikes per violazione di copyright sul logo (che da allora non è più apparso sulle vetture Haas). In ogni caso, i soci e William Storey si sono detti pienamente convinti della continuità del progetto: oggi Magnussen e Grosjean sono scesi in pista a Silverstone con tutte le scritte al loro posto sulle carrozzerie delle rispettive VF-19. Ora si tratterà di capire se veramente l’anonimo "postatore" abbia parlato solo per sè o se le scarse prestazioni in pista stiano realmente creando qualche grattacapo all’energy drink inglese.

Nicola Saglia