Il rocambolesco Gran Premio del Brasile ha visto terminare in seconda posizione la Toro Rosso di Pierre Gasly che ha, così, regalato il terzo podio della storia alla scuderia faentina che dal prossimo anno si chiamerà Alpha Tauri. Una bella soddisfazione per il pilota di Rouen che, dopo essere stato retrocesso dalla Red Bull, ha ritrovato quella continuità di prestazioni che lo avevano portato nel team di Milton Keynes.

Una parabola strana quella di Pierre Gasly in questo 2019. Come in un ottovolante il 23enne francese si è trovato dal paradiso all'inferno e viceversa, e il tutto senza una reale motivazione.

Fenomeno magari no (o predestinato per parafrasare qualcuno), ma un ottimo pilota sicuramente si. Uno che il sedile se lo è dovuto guadagnare a suon di risultati e non con una valigia piena di soldi. Ottime prestazioni che, dopo l'esordio in Formula 1 nel 2017 con la Toro Rosso, lo hanno portato all'inizio di questa stagione in Red Bull in sostituzione di Daniel Ricciardo e al fianco di Max Verstappen.

Un compagno così scomodo e tremendamente veloce e una pressione assai differente di un ambiente non così  "familiare" come la Toro Rosso, sono stati un mix davvero letale per Gasly che fin dalle prime gare è apparso in difficoltà e mai vicino alle prestazioni dell'olandese.

Il resto è storia nota con il licenziamento e conseguente ritorno a Faenza, dove il francesino è ritornato ritorna ad essere quello di prima, terminando per ben cinque volte in zona punti. E conquistando il suo primo podio in carriera, tenendosi dietro nientedimeno che sua Maestà Lewis Hamilton.

Una bella rivincita per un pilota che, forse troppo frettolosamente, era stato bollato come non idoneo a lottare per i vertici della classifica: "Primo podio in F1 è un momento che non dimenticherò mai. E’ un momento davvero speciale, non so neanche cosa dire. Sono talmente emozionato e ottenere questo risultato con questi ragazzi, la Toro Rosso, che mi hanno dato una macchina fantastica da quando sono tornato è fantastico. Sono grato a Toro Rosso e Honda per la macchina che mi hanno dato. Tante volte sul podio, in altre categorie. Sono emozioni che non dimentichi mai. Ho continuato a crederci fino alla fine. Ho visto che c’era tanta battaglia e ho provato a spingere il più possibile. L’occasione ci è arrivata alla fine. E’ stata una grandissima conclusione di gara. Ho cercato di tenere la posizione fino alla fine, ho pregato che il motore Honda mi desse tutto quello che aveva. Abbiamo fatto grandissimi progressi, senza quelli non sarebbe stato possibile questo risultato. Sono davvero contentissimo, non so proprio cosa dire".

Nessuna dichiarazione al veleno e spirito di rivalsa, dunque, per Gasly verso un team ed un ambiente che, forse precipitosamente, lo hanno scaricato troppo presto. Ma c'è da giurare che in fondo in fondo, le urla nel suo team radio, oltre per la felicità, siano stati una liberazione e uno sfogo per una prima parte di stagione non propriamente all'altezza delle aspettative.

Vincenzo Buonpane