Incominciamo la nostra riflessione partendo dal Titolo Costruttori, arrivato nella bacheca dei trofei soltanto al penultimo appuntamento dell'anno e successivo al conseguimento del Titolo Piloti: chi ha la memoria lunga, sicuramente si ricorderà che la W09 aveva concluso le prove invernali con un discreto vantaggio competitivo rispetto alle inseguitrici, ben visibile nel mostruoso giro valido per la pole position in Australia. Per una serie di motivi, nelle prime gare dell'anno, era andata a finire che la scuderia anglo-tedesca non aveva portato a casa i risultati pesanti prefissati, ma la bontà del progetto era tale per cui si speculava sull'esistenza ed il funzionamento di una mappatura "party-mode", richiamata da un "bottone magico".

In altre parole, la vettura disegnata a Brackley c'era (e c'è sempre stata durante tutta la stagione), anche se durante la prima parte di campionato non ha raccolto quanto ci si aspettava: si tratta della prima novità rispetto al recente passato della scuderia anglo-tedesca, caratterizzato da una tremenda efficienza in termini di punteggio. Probabilmente il punto più basso, in termini di morale, per gli uomini delle Frecce d'Argento è stato il Gran Premio d'Inghilterra: annichiliti in casa propria dalla Ferrari e con la notizia del "passo di lato" da parte di Aldo Costa, colui che ha disegnato tutte le AMG Mercedes iridate, da dover gestire. Sfortunatamente per gli altri, da lì in poi le cose sono cambiate: dal GP di Germania fino ad Abu Dhabi, Lewis Hamilton ha collezionato otto successi, un secondo, un terzo e un quarto posto.

Proprio dal Gran Premio di Germania possiamo notare la seconda differenza rispetto al recente passato: da quel punto in poi la scuderia di Stoccarda ha fatto quadrato attorno a Lewis Hamilton, "cucendogli" addosso la vettura e strategie di gara, relegando Valtteri Bottas all'ingrato ruolo di gregario. Del resto, fino ad oggi, non avevamo mai visto gli uomini diretti da Toto Wolff impartire platealmente ordini dal muretto riguardanti le posizioni (vedi GP di Germania o GP di Russia) o deliberatamente mirati a infastidire gli inseguitori (vedi GP d'Ungheria o GP d'Italia). E, sempre fino ad oggi, non avevamo mai visto uno dei piloti AMG Mercedes avere una problematica cronica nella gestione delle gomme e della vettura, mentre l'altro faceva quello che voleva nelle prime posizioni.

La corsa di Lewis Hamilton verso il suo quinto Titolo Piloti è stata praticamente perfetta: certo, undici vittorie, ma quello che dobbiamo considerare è la statistica per cui, a parte un ritiro dovuto ad inconveniente tecnico nel GP d'Austria, nei restanti venti appuntamenti è finito solamente tre volte fuori dal podio, con un quinto posto (nel GP del Canada) come risultato peggiore. Chiaramente non si poteva nemmeno pensare di fermare la corsa di una macchina da punti del genere (l'inglese ha totalizzato 408 punti su un totale di 525 disponibili…) e non si può nemmeno pensare che non avesse a disposizione una vettura con cui era praticamente in simbiosi. D'altro canto, invece, per Valtteri Bottas, dall'Inghilterra in poi, le cose si sono messe malissimo e del resto non poteva essere altrimenti per chi, ad un certo punto, ha deciso di correre anche per rallentare chi sopraggiungeva: è chiaro che il comportamento della vettura non fosse più nelle sue corde, fatto verificato dall'aver totalizzato la miseria di soli 40 punti negli ultimi quattro Gran Premi.

Del resto, il Gran Premio di Abu Dhabi è stato lo specchio della stagione: mentre Lewis progressivamente si involava verso la vittoria, Valtteri perdeva terreno, finendo mestamente in quinta posizione, stesso risultato del Campionato Piloti, dove è stato superato in extremis da Max Verstappen, nel giorno in cui avrebbe potuto attaccare facilmente la terza posizione di Kimi Raikkonen. Alla fine di questa stagione per certi versi bipolare, ci sarà molto da riflettere in AMG Mercedes: per valutare come mettere Lewis Hamilton nelle condizioni di ripetere un'annata simile e se forse non sia il caso di impostare un futuro a "una sola punta" con Valtteri Bottas a coprire quando serve, tenendo conto che nei ranghi adesso c'è un certo Esteban Ocon...

Luca Colombo