Credits: Formula 1 / X.com
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Seppur non abbia mai avuto una storia al pari di Silverstone, Monaco o Monza, il circuito di Montréal ha prestato da scenario a molti momenti emozionanti della Formula 1, tra cui la prima vittoria di Gilles Villeneuve (colui al quale fu poi intitolato il circuito) e l'unica colta in carriera da Robert Kubica. Ma sempre a proposito di “prime volte”, tra le edizioni più memorabili del GP Canada vi fu quella del 1995 quando, l’11 giugno di 30 anni fa, Jean Alesi fece impazzire non solo i Tifosi della Ferrari, ma anche tutto il pubblico di Montréal per una vittoria dal sapore speciale.

All’inseguimento di Benetton e Williams

Per Alesi si trattava del suo quinto anno in Ferrari: dopo essersi fatto notare con la Tyrrell, il pilota transalpino era passato al Cavallino Rampante, con la Scuderia di Maranello che lo aveva soffiato alla Williams decidendo di puntare sul talento di Avignone. Nonostante la sua grinta e la sua popolarità presso il pubblico ferrarista, Jean non ebbe grande fortuna nei primi 4 anni: andò spesso a podio, ma la poca competitività della monoposto in confronto a McLaren, Williams e Benetton, sommata alla carente affidabilità del V12 Ferrari e a qualche episodio davvero sfortunato, gli impedirono di agguantare la sua prima vittoria.

La stagione 1995 era partita in maniera positiva per Alesi e la Ferrari: la 412 T2 si era dimostrata fin da subito più veloce e facile da assettare, consentendo alla Scuderia di andare a podio in tutte le prime 5 gare del Mondiale. Ciò nonostante, Benetton e Williams erano ancora davanti grazie soprattutto al potente V10 della Renault e ai loro rispettivi piloti, Michael Schumacher e Damon Hill, di nuovo in lotta per il titolo piloti dopo il finale polemico di Adelaide dell'anno precedente. In tutto questo, Berger e Alesi alleggiavano proprio dietro ai due contendenti, mentre la Ferrari era terza nel costruttori a soli 5 punti di distanza dalla Benetton e a uno dalla Williams. In poche parole, mancava solo la vittoria alla Scuderia di Maranello.

Così si arrivò a Montréal per il sesto appuntamento della stagione. Le qualifiche vennero dominate da Michael Schumacher, con il tedesco della Benetton che firmò la pole position con oltre 3 decimi di vantaggio sul suo rivale Damon Hill. A seguire il suo compagno di squadra in Williams David Coulthard a precedere le due Ferrari, con Gerhard Berger che chiuse la seconda fila, mentre Jean Alesi sarebbe scattato dalla quinta posizione, aprendo la terza fila davanti alla seconda Benetton di Johnny Herbert.

Il riassunto della gara di Montréal

La domenica fu condizionata da uno scroscio di pioggia sceso alla mattina durante il warm up, lasciando condizioni di pista umida per la gara che si sarebbero rivelate ideali per un Alesi più determinato che mai. Dopo un primo giro pulito (salvo per l’incidente tra Hakkinen e Herbert al tornante), il pilota della Ferrari passò dalla quinta alla terza posizione nel corso del secondo giro, con il sorpasso su Berger e il testacoda in contemporanea di Coulthard nella frenata di curva 7, con lo scozzese che sarà costretto al ritiro. La progressione di Jean continuò al giro 17, quando approfittò del doppiaggio di Katayama (Tyrrell) per passare Hill all'Hairpin.

Il suo compagno Gerhard seguì poco più avanti per salire in terza posizione, ma l’austriaco accuserà problemi alla sua sosta ai box e sarà costretto al ritiro dopo un contatto con la Ligier di Martin Brundle mentre era in lotta per il quinto posto. Insieme al forfait di Hill, Alesi certificò il suo secondo posto che era già di per sé un ottimo risultato, anche se la vittoria era di nuovo tra le mani di un Schumacher imprendibile con la sua B195. Dopo il cambio gomme, Michael aveva un vantaggio di oltre 26 secondi su Jean: sembrava tutto apparecchiato per un nuovo successo del Kaiser…

Al giro 57, però, qualcosa sulla sua Benetton si inceppò. A causa di un problema elettronico, il cambio rimase bloccato sulla terza marcia, costringendo il tedesco a rientrare ai box per una sosta extra nel tentativo di cambiare volante e fare un reset del sistema. Di conseguenza Jean Alesi, a 11 giri dalla fine, si prese il comando del GP Canada. A bordo della Ferrari. Con il numero 27: lo stesso con cui ai tifosi sugli spalti di Montréal e quelli del Cavallino Rampante in tutto il mondo rievocarono le gesta del grande Gilles Villeneuve.

Il trionfo di Alesi e della Ferrari n.27

Alesi Ferrari Vittoria GP Canada F1 1995
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Stavolta non ci furono altre sorprese per il francese di Avignone: al suo 91° Gran Premio e nel giorno del suo 31° compleanno, Jean Alesi andò a vincere la sua prima (e unica) gara in Formula 1. Dopo la bandiera a scacchi, i tifosi presenti sugli spalti canadesi si riversarono tutti in pista per accogliere il loro nuovo eroe mentre quest’ultimo, che aveva finito la benzina nel giro di rientro, parcheggiò la sua Ferrari per farsi portare in pit-lane proprio dalla Benetton di un Michael Schumacher che alla fine riuscì a limitare i danni con un quinto posto.

Dietro ad Alesi festeggiarono anche Rubens Barrichello ed Eddie Irvine per il primo doppio podio nella storia della Jordan Grand Prix, nonché il primo in carriera per il pilota irlandese. In quarta posizione ci fu Olivier Panis sulla Ligier mentre, dietro a Schumacher, ci fu spazio anche per un Gianni Morbidelli che riuscì a concludere sesto sulla Footwork, regalando un punto importante alla scuderia britannica. Ma gli occhi di tutti erano rivolti a Jean, colui che aveva condotto la Ferrari N.27 alla vittoria a Montréal e aveva nel frattempo riportato incredibilmente il Cavallino in vetta al Mondiale Costruttori.

Purtroppo quel successo si rivelerà solo un fuoco di paglia per Alesi e per il Cavallino, dato che da lì in avanti sarebbero tornati in modo amplificato i problemi d’affidabilità della vettura, mentre Benetton e Williams sarebbero andate avanti a monopolizzare la stagione 1995, lasciando che quel GP Canada rimanesse l’ultima vittoria per il motore V12 della Scuderia di Maranello. Nonostante tutto, l'emozione di vedere l’immagine di un Alesi giubilante sul podio di Montréal non ebbe paragoni, aumentando i rimpianti sa quello che sarebbe potuto essere la carriera del pilota francese se solo la fortuna non gli avesse voltato le spalle così spesso. 

Andrea Mattavelli