F1 | Red Bull, Marko chiede più sorrisi: il giochino dei bibitari si sta rompendo?
Voci di pesanti malumori circolano in Inghilterra a proposito del post Horner a Milton Keynes indicano una situazione più delicata di quanto si pensi

Che Helmut Marko non sia quello che solitamente si definisce una persona tenera e comprensiva era abbastanza chiaro a tutti da tempo immemore. L’uscita di inizio stagione nei confronti di Hadjar e il siluramento di Lawson erano solo gli ennesimi episodi legati al suo carattere poco incline al perdono. Ma ora pare proprio che in casa Red Bull più di qualcuno ne abbia abbastanza, e che la situazione a Milton Keynes possa precipitare da un momento all’altro. Il giochino dei bibitari più veloci del mondo sta cominciando a scricchiolare in maniera importante?
Malumori interni dopo la cacciata di Horner
Può star simpatico o meno, si poteva approvare o meno la sua tagliente ironia, ma il fatto che per vent’anni Christian Horner sia stato il volto di Red Bull nelle corse è innegabile. Nel suo ruolo di team principal, ha accompagnato il team dalla sua fondazione fino al ruolo predominante delle ultime stagioni, vivendo campionati esaltanti e rovesci pesanti, ma sempre mettendoci la faccia, anche quando tutto sembrava essere contro di lui. Il suo licenziamento, perché di questo si è trattato, non poteva essere indolore, anche solo perché ognuno dei dipendenti di Milton Keynes erano sempre stati direttamente in contatto con lui e avevano avuto modo di stabilire un rapporto stretto di collaborazione.
E proprio alcuni tra gli uomini che lavorano all’interno del team avrebbero iniziato a far circolare voci preoccupanti. Secondo quanto riportato dal tabloid britannico The Sun, infatti, molti di essi non avrebbero gradito il comportamento di Helmut Marko e Oliver Mintzlaff in seguito a quanto avvenuto nelle settimane passate. I due, infatti, avrebbero riunito i dipendenti in sede, e il responsabile dell’Academy Red Bull avrebbe richiesto a tutti di “sorridere di più”. Il capo del motorsport del marchio austriaco avrebbe poi rincarato la dose, invitando chi avesse problemi a mandare una mail in merito al proprio responsabile. Chiaro riferimento sarcastico a Horner, tanto che poi avrebbe aggiunto che se non ne avessero avuto uno, avrebbero potuto scrivere direttamente a lui. Un bell’ambientino da cui tirar fuori una macchina e un team in grado di lottare per il titolo, non c’è che dire.
Una lotta interna che ha lasciato tanti problemi

Ora, si tratta di spifferi, soffiate e voci che sarebbero state riportate al tabloid da informatori interni al team Red Bull, perciò sono tutte informazioni, quelle che vi abbiamo riportato, da prendere con, pinze, guanti e tutto il kit anti-bufala. Non siamo, almeno per il momento, in grado di avere notizie ufficiali in merito. Se però l’episodio riportato dovesse essere veramente accaduto, le interpretazioni potrebbero essere due. La prima potrebbe essere quella più “buonista”, cercando di vedere il tutto come una sorta di invito a serrare le fila all’interno del team che sta vivendo i due anni più complicati dalla sua fondazione a questa parte. Certo che i toni utilizzati, in questo caso, non sarebbero dei più carini, anzi, potrebbero avere l’effetto esattamente opposto.
L’altra interpretazione, più “cattiva” e per questo molto probabilmente più vicina alla realtà, vedrebbe il discorsetto di Marko e Mintzlaff come una sorta di segnale, una dichiarazione unilaterale di vittoria della lotta interna consumatasi fino a questo momento, con il seguente messaggio ai dissidenti: o così, o te ne vai. Un segnale forte e chiaro, non c’è che dire. Certo, i due potranno anche aver prevalso nella contesa intestina al team, ma questa ha lasciato e lascerà strascichi che difficilmente si potranno cancellare con un discorso del genere e con una sorta di ultimatum. Oltre a Horner, hanno già lasciato tanti altri personaggi chiave come Newey, Wheatley e Hughes, che rappresentavano punti fermi del team schiacciasassi in grado di ottenere vittorie e successi a raffica. Difficile, a posteriori, ricondurre tutti questi addii eccellenti ad una semplice volontà di accettare nuove sfide e nuovi stipendi. In tutto ciò, poi, da non dimenticare è la telenovela dell’estate, quella riguardante Max Verstappen e i suoi presunti contatti con Toto Wolff.
Sommando tutto, viene da chiedersi per quanto potrà durare una situazione simile in casa Red Bull. Fino a che Max vinceva e la macchina dominava, tutto poteva essere nascosto sotto il tappeto. Ora che le due cose non avvengono più, è esplosa la polveriera, e pare che gli effetti possano essere più devastanti di quanto non ci si attenda. Non un bel modo di guardare al futuro, con il 2026 sempre più vicino e decisivo. Insomma, in questo momento, nessuno vorrebbe essere Laurent Mekies...
Nicola Saglia