Formula E | La magra consolazione di Porsche: a lei i titoli Team e Costruttori
Londra consegna a Porsche i due titoli che lo scorso anno le erano sfuggiti: suoi i successi tra i Team e i Costruttori. Jaguar, che rimonta: Cassidy finisce 2° nel Mondiale

Londra non ha regalato grossi colpi di scena per i due titoli che erano ancora in attesa di un padrone: la Porsche ha vinto nelle classifiche Team e Costruttori al termine di un duello lungo tutto la stagione con Nissan, che alla fine è uscita sconfitta anche da una Jaguar resuscitata in questo finale di stagione. Jaguar che ha anche aiutato Nick Cassidy a soffiare all'ultima gara a Pascal Wehrlein il titolo di vicecampione del mondo al termine di una Season 11 che ha avuto in Rowland il suo padrone incontrastato sin dai primi round.
A Porsche i due titoli secondari
Partita con il desiderio di tenere il numero 1 su una delle sue due vetture, la Porsche non è riuscita nell'impresa a causa di un Rowland oggettivamente di un altro pianeta per gran parte della stagione. Tuttavia si è portata a casa i due titoli “secondari” che le erano sfuggiti lo scorso anno a favore della Jaguar e che già a metà stagione erano diventati l'obiettivo principale.
La casa tedesca, che alla fine della stagione si è portata a casa solo due successi - con Wehrlein a Miami e con Ticktum a Jakarta - è riuscita a vincere con un collettivo di tutto rispetto (Wehrlein e da Costa sono forse la coppia più forte del campionato) e contando su parco di team clienti di tutto rispetto, con Cupra Kiro che si è rivelata essere una gemma nascosta e con Andretti che forse non ha regalato i risultati attesi. Per Florian Modlinger, Team Principal della Porsche, il risultato conquistato a Londra è il coronamento di un percorso di crescita iniziato alla fine della Season 8.
Abbiamo raggiunto un grande traguardo vincendo il titolo Costruttori in Formula E e anche di aver riportato a casa il titolo Team. Possiamo esserne tutti orgogliosi. È stato un lungo viaggio, basta vedere come siamo cresciuti negli ultimi anni, ripenso alla Season 8 quando avevamo chiuso ottavi, poi siamo arrivati quarti, secondi ed ora primi; è stato un duro lavoro, ma penso che lo realizzeremo più avanti. Quanto abbiamo raggiunto è incredibile. Sono grato di far parte di questa squadra, orgoglioso dei piloti e di tutte le persone che lavorano in questa struttura e che ci hanno supportato.

Modlinger ha anche esaltato il ruolo che hanno avuto Wehrlein e Da Costa, entrambi in top-5 alla fine di questo Mondiale, che secondo lui hanno lavorato con armonia, raccogliendo risultati importanti ma lasciando, forse, qualcosa per strada che avrebbe concesso a uno dei due di regalarsi qualche chance in più di titolo.
È stato molto importante [che tutto il team abbia lavorato con armonia], devo dire che in qualifica entrambi i piloti hanno fatto un grande lavoro con 20 partecipazioni nei duelli, nessun team ha fatto meglio. Pascal e Antonio sono nella top-3 per apparizioni assieme a Oliver. Ciò è stato la base del nostro successo. Forse non abbiamo ottenuto i punti che ci meritavamo in gara per il ritmo che avevamo in qualifica e dovremo lavorarci, anche se ci sono state cose che non erano in nostro controllo. Fa parte del gioco, ma anche noi abbiamo lasciato qualcosa sul tavolo ed è positivo, significa che dovremo migliorare. Il futuro di Antonio? Ve lo diremo quando sarà deciso.
Gli sconfitti: Nissan paga il calo finale, Jaguar si sveglia tardi ma chiude seconda con Cassidy
Due i rivali che possono ritenersi più sconfitti di altri al termine di quest'anno. La Nissan, che comunque ha vinto il titolo Piloti con un Rowland a tratti dominante, e quella Jaguar che è arrivata tardi a giocarsi gare e punti pesanti dopo una prima parte di stagione che definire deludente è un eufemismo.
Partendo dalla Nissan, a Londra era arrivata con il desiderio di dare battaglia alla Porsche in entrambe le classifiche nonostante un gap ampio ma non insormontabile, ma non è riuscita nel suo intento, finendo l'anno anche dietro alla Jaguar. Forse Nissan ha pagato duramente il calo fisiologico di Oliver Rowland, che aveva trascinato la struttura gestita da Tommaso Volpe nella prima parte della stagione e che dopo la vittoria in Giappone ha totalizzato solo 23 punti negli ultimi 7 round: tra le righe, a caldo dopo il traguardo l'inglese ha ammesso come il successo colto nella domenica di Tokyo gli aveva fatto capire come le possibilità di vittoria del titolo Piloti fossero buone e, aggiungiamo noi, non è affatto da sottovalutare come dalla Cina la sindrome da braccino corto abbia colto il nuovo campione del Mondo. A questo va aggiunto lo scarso contributo di Norman Nato (che dovrebbe essere confermato per la Season 12) nel corso di tutta la stagione: così facendo, il brand giapponese non ha avuto armi a sua disposizione per potersi giocare fino in fondo il successo in almeno una delle due classifiche.
Penso che tutti siano delusi (di non aver vinto le classifiche Team e Costruttori, ndr), ma dobbiamo renderci conto del viaggio che abbiamo fatto. Quando sono tornato avevamo chiuso al nono posto tra i Team, l'anno scorso eravamo quarti nelle classifiche Piloti e di Team, quest'anno abbiamo chiuso primi tra i Piloti e terzi tra i Team. Questa pista non è a noi congeniale, oggi avevamo migliorato molto, ho mancato i duelli per pochissimo e in gara stavamo andando bene. Sapevo di dover dare tutto oggi per non perdere il secondo posto tra i Team, ma a volte quando si rischia non si porta a casa il risultato.

Rowland nella conferenza stampa dei top-3 del campionato ha ripercorso quello che è stato il suo ritorno in Nissan alla vigilia della Season 10: l'inglese aveva lasciato Mahindra poco dopo la metà della Season 9 dopo un anno e mezzo di permanenza e si era ritrovato senza contratto. Solo il ritorno in Nissan gli ha riaperto le porte della Formula E e di un viaggio che lo ha portato al successo alla sua settima stagione nella serie.
Due anni fa ero in una situazione difficile sia nella mia vita personale sia in quella professionale, mi hanno dato tutti gli strumenti per poter fare bene; lo scorso anno penso che lo sviluppo mi abbia aiutato e mi abbia fatto capire cosa stava succedendo, penso che il team abbia fatto un grande lavoro. Abbiamo dei competitor forti, sono orgoglioso di quanto fatto e spero che sia l'inizio.
Jaguar, che vedrà partire sia lo storico TP James Barclay sia Nick Cassidy, alla fine è sia il team sia il costruttore che si è portato a casa più successi nel corso dell'anno, rispettivamente 6 e 7: 4 successi per Cassidy, 2 per Evans e uno per Sébastien Buemi con Envision.

Chi l'avrebbe mai detto a metà stagione? Forse nessuno viste le enormi difficoltà che il brand inglese ha dovuto affrontare nella prima metà di stagione: basti pensare che, dopo la prima delle due gare di Shanghai, il team ufficiale aveva portato a casa solamente 58 punti; a Londra il duo formato da Cassidy ed Evans ha chiuso con 230 punti totali, peggio solo di Wehrlein e Da Costa. Una ripresa importante dal punto di vista tecnico per uno dei team di riferimento della serie negli ultimi anni e, soprattutto, una bella iniezione di fiducia per Evans e per chi lo affiancherà. Che ciò possa rappresentare un rimpianto per Cassidy, che prima di Londra ha ufficializzato l'addio al team dopo due stagioni? Il neozelandese, che ha definito il successo di domenica quello “più dominante che abbia mai ottenuto in Formula E”, ha spiegato come il finale di stagione sia stato frutto del duro lavoro svolto dal team inglese, penalizzato da un inizio di campionato estremamente deludente.
Sicuramente [questa stagione, ndr] è stata un rollercoaster, sono sempre stato aperto quando si parla di prestazioni, ma come pilota devi anche guardare a te stesso, ovviamente in gare dove potevo fare un buon lavoro forse non avevamo le performance e a volte non abbiamo raccolto punti che erano disponibili. Per me la stagione è riassumibile in Oliver che è stato dominante, il mio inizio di stagione non c'entra nulla. Loro avevano la vettura migliore quest'anno e meritano il successo. Anche il lavoro di Pascal e di Porsche è stato eccezionale, nelle ultime gare noi abbiamo portato a casa risultati che ci hanno fatto risalire, ma dal punto di vista della performance nel corso dell'anno abbiamo dovuto lavorare duramente e non siamo stati all'altezza di Porsche e Nissan. Penso che possiamo essere orgogliosi quantomeno di quanto abbiamo fatto in questa seconda parte di stagione.
Cassidy - che alla fine ha chiuso secondo a sorpresa nel Mondiale a 28 punti da Rowland - deve sicuramente ringraziare anche il lavoro svolto da Mitch Evans che è stato lo scudiero perfetto sia in qualifica, quando ha rallentato in semifinale per concedere al connazionale la possibilità di giocarsi la pole, sia in gara quando è sempre stato dietro il compagno nel tentativo di superare Wehrlein in campionato.
Devo dire che sono stato sorpreso di quanto successo in qualifica, non ne avevamo parlato prima e solo quando Pascal è uscito dai duelli abbiamo guardato i tempi e abbiamo pensato che la pole potesse essere possibile. Non ero veloce sul giro secco oggi, non ho cambiato la macchina, forse avrei dovuto, ma Mitch e il team mi hanno supportato. Ero deluso dei miei ultimi giri, mi sono sentito male per il team, ma ho cercato di rimediare in gara. In gara abbiamo chiuso primo e secondo, ma per lui purtroppo non è andata bene [per la penalità di 5", ndr]. Lui poteva superarmi, ma non è semplice quando sono a 13". Non ho ricevuto messaggi in merito, stavo cercando di fare del mio meglio.
Mattia Fundarò