Come l'anno scorso (e probabilmente anche quello prima) il 2023 rappresenta un anno cruciale per la Ferrari in F1, con il nuovo corso che vede il timone in mano a Vasseur, che prende le redini da Binotto. La rivoluzione che ha visto il francese occupare il posto di team principal offre parecchie analogie con quanto abbiamo visto con l'insediamento dell'italiano nella stessa posizione nel 2019.

Le analogie

Come evidenziato ai tempi dell'avvicendamento, il cambio Vasseur - Binotto ha seguito la falsariga dell'analoga manovra Binotto - Arrivabene già dalla modalità di comunicazione. Continuando su questo sentiero, possiamo notare come il francese e l'italiano subentrino prendendo le redini di una scuderia giunta al secondo posto nell'ultimo campionato Costruttori, con il pilota di punta nella stessa posizione nel campionato Piloti.

Ad una prima analisi il risultato finale dell'ultimo campionato pare una buona base di partenza, tuttavia, in entrambi i casi, la Ferrari ha iniziato bene e finito in fase calante. Il calo ha generato una serie di tensioni interne. Macroscopicamente possiamo accontentarci di questo parallelo, benché le sfumature tra il 2018 e il 2022 abbiano dei toni parecchio differenti, a cominciare dal contesto tecnico per finire con i piloti.

Denominatore comune

Il denominatore comune tra le due situazioni rimane l'ambiente "difficile" di Maranello in cui il nuovo TP viene calato. Binotto proveniva dalla stessa Ferrari, mentre Vasseur ha fatto il salto dalla Sauber Alfa Romeo, scuderia dotata di una struttura (in teoria) più semplice e meno tendente a creare entropia interna. Vasseur deve trovare una maniera per gestire la situazione e lo dovrà fare con strumenti diversi rispetto a Binotto, che proveniva dallo stesso contesto, con tutti gli agi e limiti della situazione.

Quando in un'azienda cambiano i "pezzi importanti" (e il team principal in una scuderia di F1 lo è), questi personaggi devono avere le spalle coperte da qualche "santo in paradiso". Binotto aveva lo sponsor in Louis Camilleri, Vasseur la nomea di "braccio armato" di Todt e, per questo, ben visto dall'entourage di Leclerc e, a cascata, da Elkann e Vigna. La situazione così descritta già rappresenta un quadro abbastanza contorto e difficile da maneggiare. Con tutta probabilità la scelta di questo team principal rafforza ulteriormente la posizione del pilota monegasco a Maranello, per quanto Vasseur abbia dichiarato il contrario.

#EssereFerrari

Di solito il periodo di transizione tra una configurazione iniziale di organigramma e quella finale è caratterizzata da una certa turbolenza interna che genera situazioni assurde. Per ora siamo nella fase di scoperta, per cui tutto procede bene con grandi risate e pacche sulle spalle. Del resto, ai tempi dell'insediamento di Binotto, ricordiamo la produzione del confortante ed inclusivo hashtag #essereferrari. Poi le cose sono sfuggite di mano e alla fine dello stesso anno, per dirne una, cadeva la tegola della questione PU sul quale la scuderia di Maranello ha chiuso un accordo tombale di cui tutti ricordiamo le conseguenze.

Vasseur ad un certo punto dovrà sterzare dalle inevitabili analogie con Binotto e costruire il proprio percorso su una strada irta di ostacoli. Ovviamente la Ferrari e i suoi tifosi lo vogliono vincente da subito, tuttavia le tempistiche potrebbero risultare più lente. La monoposto che scenderà in pista nei test ha alle spalle un iter di progettazione e lavorazione in carico alla "vecchia gestione". La "nuova gestione" può solo operare quanto ha già in mano e, nella F1 attuale, prendere una decisione esecutiva (forse) sulla gestione delle risorse. Generalmente il team principal nuovo porta dietro personale e metodo di lavoro nuovi, che hanno bisogno di tempo per l'implementazione e per funzionare a regime.

Prevedere il futuro

Nel 2022 Elkann ha dato un orizzonte temporale, piuttosto ampio, sul quando ottenere i risultati che contano e l'orizzonte non si esaurisce all'anno in corso. Ad un certo punto del 2023 potremmo apprendere che ci vorrà del tempo affinché la rinnovata struttura lavorativa prenda il ritmo. Se la Ferrari dovesse vincere, suoneremo una fanfara generale nei confronti di Vasseur, salendo sul carro dei vincitori, dove c'è posto per tutti.

Se dovesse arrivare seconda (o peggio) potremo sentire che il gruppo è giovane e deve ingranare. Motivetto trito e ritrito che ormai i tifosi ferraristi hanno sentito troppe volte, declinato in più varianti, durante gli ultimi quindici anni. La prima sfida di Vasseur (e la prima grossa differenza con Binotto) potrebbe risiedere nel fornire una forma di comunicazione differente qualora questo scenario dovesse verificarsi.

Luca Colombo