Il pilota australiano è riuscito a mettersi alle spalle le due Mercedes di Hamilton e Rosberg, rifilando ai piloti della scuderia sin qui dominatrice del Mondiale distacchi importanti: ben 0"6 e 0"9, a dimostrazione di come la vettura di Milton Keynes sia riuscita sin qui ad adattarsi a meraviglia alle caratteristiche del circuito monegasco. Su una pista dove il motore non fa la differenza, la Red Bull è riuscita comunque a sfruttare nel migliore dei modi la nuova versione "evo", piazzandosi al top con Ricciardo ed al quarto posto con Verstappen e candidandosi a ricoprire un ruolo da assoluta protagonista per il resto del weekend.

Ma oltre alle prestazioni della scuderia anglo-austriaca, a destare scalpore è stato il rendimento delle nuove gomme Ultrasoft, portate per la prima volta in pista da Pirelli durante un weekend di gara: l'escalation prestazionale rispetto allo scorso anno è apparso sin da subito evidente, ma anche le previsioni sulla tenuta in gara parlano di dati sorprendenti, visto che potrebbero arrivare a percorrere fino a 30 giri. Un dato sicuramente importante, su un tracciato dove la strategia migliore sembra quella di puntare ad una singola sosta, dunque risulterà fondamentale anche la tenuta degli pneumatici.

Se in casa Mercedes inizia ad apparire qualche volto preoccupato, di tutt'altro tenore appare invece il clima nel box della Toro Rosso, vista la terza fila "virtuale" al momento occupata da Kvyat e Sainz: la scuderia di Faenza si è mostrata particolarmente in palla, puntando ad occupare il ruolo di terza forza sulle stradine del Principato viste anche le difficoltà della Ferrari. Già, la Ferrari. Una giornata tutt'altro che entusiasmante, quella vissuta dagli uomini in rosso: Kimi Raikkonen ha chiuso la seconda sessione in settima piazza, Sebastian Vettel addirittura in nona, con entrambi i ferraristi che hanno rimediato distacchi abissali dalla vetta. A preoccupare è anche l'evidente instabilità della vettura, come dimostrato dai due errori commessi da Vettel: dapprima il tedesco è finito in testacoda al Mirabeau danneggiando l'ala posteriore, dopodichè ha finito per "pizzicare" le barriere a Sainte Devote, a dimostrazione di come la continua ricerca del limite abbia spinto il quattro volte campione del mondo a spingersi persino troppo oltre. In ogni caso, la giornata di sosta servirà alla Ferrari per analizzare i dati a "freddo" e capire come intervenire sulla monoposto, se non si vuole correre il rischio di vivere un altro weekend in ombra.

Come da tradizione, anche oggi a Montecarlo non sono mancati gli incidenti: ha inaugurato le danze Massa a Sainte Devote, quindi ha proseguito Palmer urtando il rail in uscita dal Portier; nel pomeriggio, violento il botto per Haryanto alla Nouvelle Chicane (nessuna conseguenza per il pilota indonesiano), mentre ha chiuso i conti Kevin Magnussen, finito a muro all'altezza dell'Antony Noghes. Anche se in mattinata si è davvero rischiato grosso: la copertura di un tombino, divelta dal passaggio della vettura di Rosberg nella salita del Beau Rivage, è stata infatti urtata in pieno dalla McLaren di Button che seguiva a breve distanza il tedesco. Per fortuna, tutto si è risolto con un'ala anteriore rotta, anche se i detriti hanno sfiorato il casco dell'inglese. Un altro segnale evidente di come, semmai ce ne fosse stato bisogno, urge intervenire per garantire ai piloti una maggiore sicurezza nella zona del cockpit: servirà a qualcosa?

Da Monaco - Marco Privitera