Due copertine, due protagonisti, due attori da Oscar in un palcoscenico gremito dai 115.000 spettatori accorsi per assistere ad un round che non ha deluso le aspettative. Vince Max Verstappen, al suo terzo trionfo in carriera, in una prova che sa tanto di maturità e consapevolezza nei propri mezzi al tempo stesso. L'olandese conquista il secondo trionfo stagionale dopo una qualifica ai limiti della perfezione, un sorpasso pulito e fortemente voluto alla prima curva e una condotta di gara immune da errori che lo ha visto trionfare con quasi 20" su un Bottas annichilito da Mad Max e da una Red Bull in versione saetta. Ma la festa è anche e soprattutto di Lewis Hamilton, incolpevole e involontario protagonista della toccata al via che lo ha costretto a rientrare ai box in seguito ad una foratura scaturita da una ruotata rifilatagli da Sebastian Vettel, quest'ultimo a sua volta chiamato ai box per la sostituzione dell'ala anteriore. Un episodio che ha condizionato la gara di entrambi i contendenti al titolo, ma che non ha impedito al britannico di portarsi a casa il risultato più ambito: quel quarto titolo che gli consente di affiancare nella classifica all-time Alain Prost e lo stesso tedesco, nonostante una gara difficile e chiusa soltanto in nona posizione. Il risultato finale comunque premia un'annata pressoché perfetta da parte di Hamilton, capace di riprendersi quel trono sfuggitogli lo scorso anno e soprattutto in grado di sfoderare gli artigli nel momento decisivo della stagione quando, complice qualche guaio di troppo accusato dalla Ferrari, è riuscito a costruire quel margine tra sé e Vettel rivelatosi alla fine decisivo.

La Ferrari può comunque parzialmente consolarsi con una stagione che l'ha vista grande protagonista, seppur sia ancora una volta la Mercedes a fregiarsi di entrambi i titoli. A completare il podio alle spalle dell'imprendibile Verstappen ci hanno pensato Bottas e Raikkonen, il quale ha preceduto il compagno Vettel (comunque autore di un grande rimonta). Superbo il quinto posto di Esteban Ocon con la prima delle Force India, il quale ha preceduto un Lance Stroll bravo e fortunato nell'approfittare del periodo di neutralizzazione con la VSC (resosi necessario per l'esplosione della Power Unit sulla Toro Rosso di Hartley) per effettuare la sosta e guadagnare preziose posizioni. Settimo posto per l'idolo locale Sergio Perez, davanti alla Haas di Magnussen, al neo-campione del mondo Hamilton e ad un Fernando Alonso mai domo, il quale ha ceduto la posizione all'alfiere della Mercedes al termine di un entusiasmante duello. Fuori dai punti Massa, Vandoorne, Gasly, Wehrlein e Grosjean, mentre la gara si è rivelata da dimenticare per le due Renault e per Daniel Ricciardo, quest'ultimo costretto al ritiro dopo poche tornate.

Il Mondiale 2017 conosce così il suo re, anche se forse ha già svelato colui che, presto o tardi, potrebbe esserne il successore: una gara che mixa presente e futuro, in un susseguirsi di emozioni che mescola gioia, lacrime, felicità e delusioni. Il Messico saluta la Formula 1 con una cornice magnifica, in un Paese colpito al cuore ma non certo affondato dalle recenti sventure.

Marco Privitera

 

mexico race final

 

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