BMW (quasi) ufficiale. La casa di Monaco manca sotto forma ufficiale dal 2013 quando nel team ufficiale militavano Chaz Davies e Marco Melandri, da allora BMW ha solo venduto il proprio prodotto a privati, ultimo in ordine di tempo il team Althea di Genesis Bevilacqua (sempre più vicino al ritorno in Ducati, ndr). Non è ancora ufficiale l’accordo tra il team SMR (Shaun Muir Racing) e BMW Motorrad ma sembra ormai questione di settimane prima che le parti mettano tutto nero su bianco, quello certo è un coinvolgimento più importante della casa di Monaco, il direttore tecnico BMW Motorrad Motorsport Marc Bongers ha parlato di un rafforzamento del coinvolgimento nel motorsport ma che per avere i dettagli bisognerà aspettare un paio di settimane. Il contratto tra il Team SMR e BMW dovrebbe avere una durata di tre anni, con il team inglese che si occuperebbe della logistica, delle hospitality e dei tecnici del box, BMW invece fornirà al team elettronici e piloti che saranno quindi legati direttamente alla casa madre. La moto sarà sviluppata come in questi cinque anni per quanto riguarda il lato ciclistico direttamente da BMW mentre sarà affidato a SMR lo sviluppo di motore ed elettronica.

Reiti e Sykes in pole. Gli attuali piloti del team SMR Eugene Laverty ed il nostro Lorenzo Savadori dovranno con molta probabilità cercare una nuova sistemazione, perché verranno sostituiti da Markus Reiterberger e Tom Sykes, il primo da sempre pupillo BMW col quale ha già corso in SBK in passato per il team Althea e come wildcard col team Van Zon Remeha. Il pilota tedesco corre con la BMW s1000rr dal 2011, vincendo per tre occasioni l’IDM SBK (2013, 2015 e 2017, ndr) ed il campionato europeo STK1000 in questa stagione aggiudicandosi quattro successi su otto gare con la s1000rr gestita dal team Alpha Racing - Van Zon - BMW, il ventiquattrenne tedesco è quindi l’uomo giusto per partire per un progetto come quello del team SMR, suo compagno di squadra sarà Tom Sykes scaricato da Kawasaki che gli ha preferito Leon Haslam (fresco campione del BSB, ndr) ed in cerca di una sella per ripartire dopo due anni difficili dove non è mai apparso realmente competitivo messo in ombra dal cannibale Jonathan Rea. Tom era arrivato in Kawasaki nel 2010 allora il team ufficiale era gestito dal team PBM (Paul Bird Motorsport oggi ufficiale Ducati nel BSB, ndr) e non vinceva una gara nel mondiale SBK dal 2006 quando ad Assen quando a vincere fu Chris Walker, Tom riportò la Kawasaki davanti a tutti in meno di due stagioni vincendo al Nürburgring nel 2011 a cinque anni dall’ultimo successo della “verdona”, l’anno successivo diventa l’anno della consacrazione per lui e la Kawasaki che torna a lottare per il mondiale SBK, titolo che sfuma per solo mezzo punto a vantaggio di Max Biaggi e la sua Aprilia. Il titolo non gli sfugge però l’anno successivo riportando la moto giapponese sul tetto del WorldSBK a vent’anni dall’ultimo successo di Scott Russell, impossibile negare che dietro ai successi di Jonathan Rea ci sia il lavoro di Tom in questi anni che ha portato la Ninja tra le prime posizioni in pochissimo tempo. Quindi Tom può essere l’uomo giusto per BMW per ritornare a competere per il mondiale come fece con Marco Melandri nel 2012.

Mathias Cantarini