Una volta arrivata la notizia della scomparsa del Kentucky Kid, è stato unanime il cordoglio per la perdita di un pilota amato e rispettato da tutti: piloti, tifosi eaddetti ai lavori. Tra i più provati ovviamente i colleghi del paddock Superbike, che hanno conosciuto Nicky a partire dalla fine del 2015, condividendo tanti momenti con il rider di Owensboro. Subito il pensiero è andato al suo team, il Red Bull Ten Kate che aveva accolto Hayden da gennaio 2016, ma soprattutto al suo nuovo team mate Stefan Bradl.

Nel weekend di Donington Park sono state tante le iniziative messe in atto dal paddock Superbike per ricordare il Kentucky Kid. Il Red Bull Honda Team ha realizzato dei quaderni messi a disposizione al Paddock Show per le firme di chi passava da quello stand. L’adesivo con il numero 69 è comparso su moto, caschi e tute (Jonathan Rea) dei piloti del Mondiale.

Van Der Mark per esempio sul suo casco ha portato sia il suo numero 60 che il 69 dalla parte opposta, Rea si è fatto cucire il numero 69 sulla manica della tuta, altri hanno appiccicato l’adesivo con il numero 69 sul cupolino della moto o addirittura inglobandolo nel proprio numero (Davies). PJ Jacobsen, l’unico rider americano rimasto nel Mondiale, ha gareggiato con il casco replica di Nicky Hayden.

Prima di gara-1 è stato osservato un toccante minuto di raccoglimento con pubblico, addetti ai lavori e piloti schierati sulla griglia di partenza. La Honda di Nicky è stata posta al centro della griglia con il team schierato attorno alla moto del campione americano. I tre classificati sul podio di gara-1 (Sykes, Haslam e Melandri) sono saliti indossando una maglia nera con il 69 al centro. SportMediaset ha realizzato un tributo a Nicky Hayden condotto da Irene Saderini e Alberto Porta dalla hospitality del team di Nicky. In gara-2 Rea, Sykes e Davies hanno dedicato la gara alla memoria di Nicky Hayden. 

Mancherà davvero a tutti Nicky: il suo modi di fare, la sua gentilezza e la sua simpatia, nonché la sua disponibilità con tifosi e giornalisti per quattro chiacchiere nel paddock al di fuori della sua hospitality. 

Marco Pezzoni

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