E' davvero difficile trovare l'aggettivo corretto per descrivere questo Rally di Turchia, rientrato nel mondiale dopo otto anni di assenza e regalando un edizione che verrà certamente ricordata per diversi anni. I difficili ed insidiosi sterrati turchi hanno confermato sia la loro selettività quanto la loro spettacolarità, con delle prove molto varie e con scorci paesaggistici notevoli. Il fattore "bubolico" è stato valorizzato ancor di più da una prima tappa che già lasciava presagire cosa avrebbe riservato questa gara.

Venerdì sera, Thierry Neuville e Sebastien Ogier, ovvero i due principali contendenti al titolo, erano infatti separati da soli tre decimi di secondo dopo una giornata che ha evidenziato distacchi piuttosto elevati nei singoli tempi della varie speciali. La velocità pura ha però lasciato presto spazio alla regolarità ed all'assenza di errori nel ruolo di fattore determinante per spuntarla in questo Rally di Turchia. Lo ha constatato sulla propria pelle anche Thierry Neuville che, proprio sulla prima speciale della seconda tappa, ha rotto una sospensione della sua Hyundai, alzando anzitempo bandiera bianca e lasciando delusi tutti i fan che stavano già pregustando un remake del Rally Italia Sardegna (con un duello a fil di secondo tra di due capoclassifica).

Ecco quindi una grande occasione presentatasi alla porta di Sebastien Ogier, che però ha avuto parecchie difficoltà nel concretizzarsi. Nella prova successiva, la ss9, il francese ha infatti accusato un problema analogo al belga di Hyundai, riuscendo comunque a "salvarsi". Nel trasferimento verso la ss10, il campione del mondo in carica ha riparato il danno sulla sua Fiesta, sforando tuttavia il tempo limite per timbrare al controllo orario. In questo modo, con sei minuti in più rispetto alla tabella di marcia, Ogier ha pagato un minuto di penalità, lacuna alla quale ha provato subito a rimediare con un gran tempo sulla prova successiva. Neanche il tempo di constatare la nuova situazione di classifica, che la ss11 ha però assunto uno sviluppo che definire rocambolesco sarebbe riduttivo.

Il primo ad accusare guai è stato Craig Breen, che ha dovuto fermarsi più volte in prova, a causa del fumo che entrava in continuazione nell'abitacolo della sua C3 Wrc. Un problema che è stato poi il preambolo per l'incendio in trasferimento che ha lettaralmente distrutto la Citroen, fortunatamente senza danni per l'equipaggio. Detto del recupero di Ogier, le sue prospettive di balzare in testa al campionato sono subito andate in fumo a causa di un errore sempre sulla prima prova pomeridiana, in seguito al quale la Fiesta #1 non è più stata in grado di proseguire. Una vera e propria "botta" per l'economia del mondiale, ma anche per la gara turca nella quale il driver M-Sport era uno dei candidati principali. Tra di essi compariva anche Andreas Mikkelsen che, dopo essere stato in testa al Rally di Turchia a metà gara, ha accusato problemi meccanici alla sua i20 Wrc, a causa dei quali ha lasciato per strada oltre cinque minuti.  

Una sorte che stava andando incontro anche a Jari-Matti Latvala dopo i guai idraulici accusati alla sua Yaris. Contrariamente a quanto accaduto nelle scorse apparizioni, il finlandese è stato però fortunato nel ritrovare la perfetta funzionalità della sua vettura, come confermato dal miglior tempo sulla stage successiva con una classifica rivoluzionata. In virtù di tutte le vicisitudini, le due Toyota di Tanak e Latvala si sono trovate in testa alla classifica in posizioni congelate, dato che l'idea di un duello interno in una fase cosi' delicata non è passata neanche nell'anticamera del cervello del team manager Tommi Makinen.

In questo modo i due alfieri Toyota sono stati lontani dai guai nell'ultima giornata, concretizzando una doppietta che ha significati pesanti come macigni. Con la terza vittoria consecutiva, la quarta stagionale, Tanak si è infatti portato in seconda posizione nel mondiale a sole tredici lunghezze da Neuville e quindi tornando in piena bagarre per il titolo. Anche nel costruttori la casa giapponese ha di che festeggiare, dato che la leadership attuale è occupata proprio dalla compagine di Makinen. Il podio del Rally di Turchia è stato invece completato da un Hayden Paddon bravo a non commettere errori e a tornare tra i primi tre dopo oltre un anno. Autore di una gara concreta, anche se non necessariamente soddisfacente dalla prestazione pura, è stato Teemu Suninen, quarto con la Fiesta di M-Sport. Dopo i guai patiti sabato, Mikkelsen ha chiuso in quinta piazza, mentre Ogier è riuscito a racimolare un punto grazie alla decima piazza.

Con i due duellanti per il titolo out, la power stage è diventata ancor più determinante a tal proposito, dato che rappresentava l'unica occasione per portare a casa punti pesanti sia per Neuville ed Ogier. Proprio il belga è riuscito ad avere la meglio nei confronti del francese che, però, in virtù della sua decima posizione, ha annullato il punto supplementare guadagnato dal driver Hyundai nei suoi confronti. Tanak ha invece stampato il terzo tempo, non riuscendo nell'en plein che sarebbe stato ancor più importante per la classifica.

Il prossimo appuntamento è in programma in Galles, nel weekend del 4-7 ottobre, con Neuville in testa al mondiale a quota 177, con Tanak a 164 ed Ogier a 154. A tre gare dalla fine, il finale il campionato 2018 si prennancia più infuocato che mai.

 Alessio Sambruna