E' stato il primo tedesco a correre per la Ferrari. Un uomo dalle nobili origini diventato pilota, nonostante la malattia che lo affliggeva sin da quando era bambino. Uno arrivato ai vertici della Formula 1, e morto in un tragico incidente avvenuto durante lo svolgimento del Gran Premio d’Italia 1961. Il più grave mai accaduto nella storia della categoria in quanto, oltre a lui, perdettero la vita 15 spettatori.

Wolfgang Alexander Albert Eduard Maximilian Reichsgraf von Trips nacque il 4 maggio 1928 a Colonia, in Germania. Discendente da una famiglia di nobili origini, viveva in un vecchio castello, come i signori e i principi del passato, praticando molto l’equitazione e coltivando una grande passione per le auto da corsa. Non lo fermò nemmeno la sindrome di cui soffriva fin da bambino, ovvero una grave forma di diabete, in seguito alla quale subiva spesso un repentino calo di zuccheri nel sangue ed era sempre costretto a portare con sé qualcosa da mangiare per non perdere i sensi.

Cominciò con le moto (al pari di molti altri piloti, da Mike Hailwood a Damon Hill) prima di passare alle quattro ruote. La prima gara dove mise in mostra il proprio talento fu la Mille Miglia del 1954, dove conquistò il secondo posto nella propria categoria concludendo al 33° posto assoluto. Grazie a questa prestazione, venne notato da Von Frenkerberg (direttore sportivo della Mercedes), il quale nel 1955 lo portò a correre il Tourist Trophy a Dundrod, la prima gara svoltasi dopo la tragedia di Le Mans (in seguito alla quale morirono 82 spettatori, oltre al pilota Pierre Levegh); in tale occasione, guidò la 300 SLR in coppia con il pilota francese Simon, arrivando terzo dietro a piloti del calibro di Juan Manuel Fangio e Stirling Moss.

Dopo il ritiro della Mercedes, nel 1956 fece segnare la sua prima presenza in Formula Uno con la scuderia Ferrari a bordo di una D50: ciò avvenne in occasione del Gran Premio d’Italia a Monza, dove però non riuscì a prendere parte alla gara in seguito ad un incidente.

L'anno dopo partecipò alla prima gara stagionale in Argentina, guidando sempre la Lancia-Ferrari D50 insieme a Cesare Perdisa e Peter Collins. Il trio concluse sul traguardo al sesto posto, a due giri dal vincitore Juan Manuel Fangio su Maserati. La gara successiva alla quale prese parte fu il Gran Premio di Monaco guidando una Ferrari 801 in coppia con Mike Hawthorn, dove il duo fu costretto però al ritiro a causa di problemi al motore.

Sarebbe stato lo stesso Mike Hawthorn a dare al proprio amico tedesco il sopranome “Taffy”, forse prendendo spunto da una vecchia filastrocca inglese di cui riportiamo i versi:

Taffy was a Welshman

Taffy was a thief;

Taffy came to my house

And stole a leg of beef.

I went to Taffy's house;

Taffy was in bed.

I took a carving knife

And cut off Taffy's head.

Al Gran Premio d’Italia a Monza, conquistò un terzo posto (primi punti iridati e primo podio) a due giri dal vincitore Stirling Moss su Vanwall, mentre in seconda posizione finì Juan Manuel Fangio su Maserati. Concluse la stagione con quattro punti iridati e con la 14° posizione in classifica. Partecipò anche alla Mille Miglia e dopo il ritiro di Peter Collins avrebbe potuto vincere la gara, ma Von Trips scelse di cedere il successo all’italiano Taruffi; non avrebbe più avuto un’altra occasione per conquistarla, anche perché sarebbe stata l'ultima edizione della corsa tanto amata da Enzo Ferrari: essa fu infatti funestata da un tragico incidente in cui persero la vita nove spettatori (tra cui 5 bambini), il pilota De Portago ed il co-pilota Nelson.

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