Il nuovo CEO del Gruppo Volkswagen, Matthias Müller, in un'intervista ha dichiarato che a Wolfsburg non ci sarà più l'ossessione di essere il primo produttore al mondo. Un'annuncio importante, anzi epocale per il gruppo tedesco, che si appresta a chiudere un 2015 terribile. Müller, al WirtschaftsWoche, ha spiegato che "questo strabismo verso i numeri dei pezzi e sempre nuovi record di vendite, dal mio punto di vista non ha molto senso", aggiungendo anche che i manager dovranno "stringere la cinghia". Sarebbero inoltre in corso trattative per i bonus 2015.

La parola strabismo non è stata utilizzata a caso e Müller ha avuto la correttezza intellettuale per dire che "in alcuni settori dell'azienda sono stati compiuti gravi errori". Allo stesso tempo, però, il CEO ha difeso il gruppo: "Mi oppongo quando a Volkswagen viene attribuito un comportamento generalmente criminale: criminale significa per me che le persone si arricchiscono danneggiando consapevolmente altri e questo da noi non l'ha fatto nessuno".

Il 62enne manager ha spiegato che "non dichiarerò certamente la mera quantità come unico obiettivo: essere numero uno, due o tre per volume di vendite è per me la stessa cosa". Questo rappresenta un cambio di veduta che rappresenta una rottura verso il passato, ponendosi in maniera estremamente diversa rispetto a quanto fatto negli ultimi decenni dal gruppo tedesco. Il dieselgate pesa sia a livello finanziario che di piano industriale: per questo Müller ha detto che i manager "tireranno la cinghia" perché "anche in questo i vertici dell'azienda devono dare l'esempio, siamo una famiglia e questo vale nei tempi buoni e in quelli cattivi".

Staremo a vedere la risposta del mercato e quanto tempo VW impiegherà per archiviare il 2015 e le sue vicende.

Fabrizio Crescenzi