Dopo un lungo silenzio è tornato a farsi sentire Jarno Trulli, in un'intervista rilasciata al sito inglese Crash.net. Il pilota abruzzese, appiedato un anno fa dalla Caterham per fare posto agli sponsor di Vitaly Petrov, ha voluto esprimere la propria opinione in merito a molti aspetti del mondo attuale della Formula 1. Come quella legata ai piloti paganti: "Una volta accadeva che i team tentassero di attrarre potenziali sponsor con frasi del tipo: abbiamo due piloti validi, quindi dovete sostenerci perchè abbiamo un buon potenziale. Adesso capita il contrario: talvolta si lanciano prima le vetture e poi si cercano i piloti. Credo che attualmente il 70% dei team presenti nel Mondiale sia in difficoltà finanziarie, anche a causa della crisi economica: dunque devono cercare di sopravvivere, in qualche modo. Mi rattrista - ha proseguito il pescarese - pensare che ci siano giovani e validi piloti impossibilitati dall'avere una minima chance in Formula 1 solo perchè privi di sponsor: basti pensare ad Edoardo Mortara, per esempio. E' pazzesco che un pilota debba portare soldi per correre. Purtroppo è ciò che va per la maggiore nella F.1 di oggi, mentre in passato un sedile lo conquistavi solo in base alle tue qualità. La Formula 1 sta diventando un lussuoso auto-noleggio". Parole dure ed emblematiche, dette da un pilota che in Formula 1 ha gareggiato a lungo ai massimi livelli. Ma Trulli non sembra per nulla affranto rispetto al proprio abbandono forzato: "Quello che dico è la pura verità, non mi piacciono le bugie: ho scelto io di non guidare. Dopo i primi test a Jerez, lo scorso anno, mi resi subito conto che non avevamo compiuto nessuno step significativo rispetto all'anno precedente. Così non ebbi difficoltà, nonostante fossi in possesso di un regolare contratto, a lasciare che il team assumesse al mio posto un pilota pagante". Secondo Trulli, che adesso si gode le sue brillanti attività nel settore vinicolo e alberghiero, "il più grande errore commesso dalla F.1 negli ultimi 15 anni è stato quello di non ascoltare i costruttori e lasciarli soli al proprio destino. Senza le grandi Case non c'è una vera competizione ed oggi possiamo solo vedere la presenza di Ferrari, Mercedes e Renault, in veste di fornitore di motori". Un'analisi lucida e spietata quella dell'ex-pilota Toyota, fornita da chi ha avuto modo di conoscere e vivere dall'interno questo mondo per tante stagioni, apprezzandone i pregi ed, evidentemente, anche le sue tante contraddizioni.

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