La stagione 2015 segnerà un'altra tappa nell'evoluzione regolamentare dei musi delle monoposto di Formula 1. Questa volta però, a differenza di quanto avvenuto a partire dallo scorso anno, non è stato l'elemento-sicurezza a convincere la Federazione ad intervenire nuovamente su una delle aree più controverse ed influenti in ambito aerodinamico. A spingere la Commissione Tecnica a varare la nuova normativa sono bastate le impressioni suscitate su pubblico e addetti ai lavori dagli orrendi musetti sfoggiati nella stagione da poco conclusa. Le soluzioni adottate, in particolar modo, da alcune scuderie (vedi Lotus, Caterham e Force India) hanno convinto difatti gli uomini FIA a riconsiderare i limiti imposti al regolamento tecnico entrato in vigore dall'inizio del 2014. Niente più musi a tricheco o a proboscide (senza addentrarsi negli infiniti accostamenti a carattere "fallico" che hanno contraddistinto le monoposto della passata stagione): il fattore estetico è così tornato nuovamente in auge, a distanza di due anni dal cosiddetto "vanity panel" adottato per mascherare le vetture dall'inguardabile scalino che aveva caratterizzato l'annata 2012.

Secondo quanto previsto dall'art. 15.4.3 del regolamento tecnico, i nuovi musetti delle monoposto saranno tenuti a rispettare una nuova sezione minima di 20.000 mm quadrati nella zona distante 750 mm dall'asse anteriore, la quale andrà ad aggiungersi all'altro limite imposto dallo scorso anno, che prevede una sezione estrema del musetto pari a 9000 mm quadrati posizionata a 850mm sempre dallo stesso punto di riferimento. Questa nuova area dovrà misurare al massimo 330 mm in termini di larghezza: in termini pratici, ciò significa che continueremo a vedere musi bassi ma con un andamento molto più sinuoso e regolare rispetto al passato, in maniera tale da poterci risparmiare le mostruose protuberanze della passata stagione (nella foto in basso, l'elaborazione grafica realizzata dal sito ThisisF1). I nuovi musi, pertanto, potrebbero somigliare molto alla soluzione adottata dalla Mercedes lo scorso anno, in assoluto la più elegante dal punto di vista estetico: i tecnici dovranno comunque fare molta attenzione, viste anche le difficoltà della W05 a superare i crash test proprio a causa delle dimensioni ridotte all'avantreno. Ciò non toglie che, nelle monoposto che verranno svelate nei prossimi giorni, non si possa assistere a delle trovate curiose ed innovative: secondo le ultime voci, ad esempio, la nuova Ferrari potrebbe virare (è proprio il caso di dirlo...) sulla soluzione a "timone" lanciata dalla Red Bull RB10. Questo nel tentativo di sfruttare al massimo la penetrazione aerodinamica in un'area divenuta sempre più cruciale per le monoposto moderne.

Non è un caso, difatti, come nel corso degli anni la fantasia dei progettisti si sia manifestata soprattutto all'anteriore, partorendo idee talvolta rivoluzionarie anche se non sempre accompagnate dal successo sperato in pista: basterebbe pensare al muso ad ala di gabbiano, introdotto dalla Tyrrell 019 di Postlethwaite nella stagione 1990, per passare alla Footwork FA12 con il pilone centrale dell'anno seguente, sino al proliferare dell'ala a "cucchiaio" di moda sino alla stagione 2008. Musi alti che hanno subito quindi un drastico ridimensionamento prima nel 2012 e successivamente a partire dallo scorso anno, con la pesante limitazione imposta a termini di regolamento per motivi di sicurezza, volti a prevenire danni al pilota in caso di impatto laterale. Adesso questa nuova mossa, in attesa di capire come tarpare le ali ai progettisti del futuro.

Marco Privitera

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