Dopo la pausa estiva del Circus, apparsa veramente interminabile per gli appassionati di Formula 1, rieccoci di nuovo qui per il consueto appuntamento con la nostra rubrica FOCUS GP. Questa settimana, ovviamente, andremo a sviscerare i principali episodi ed avvenimenti del Gran Premio disputatosi in Belgio, sulla storica pista di Spa.

Prima di iniziare, è obbligatorio fare un "plauso” alla pista delle Ardenne. Sui calendari FIA odierni, trovano posto ogni anno nuovi circuiti. Per carità, alcuni forniscono anche degli spunti interessanti. Ma il paragone diventa impietoso, quando ci troviamo davanti a piste storiche e dal fascino infinito come quella di Spa. A giudizio unanime, abbiamo a che fare con quello che probabilmente è il tracciato più bello del pianeta, sia da guidare, che da "gustare" in Tv. E difatti lo spettacolo offerto dalla gara appena disputatasi dovrebbe far riflettere il buon Bernie Ecclestone. Il quale forse, dovrebbe orientarsi più su strade già percorse, piuttosto che ostinarsi a cercare per forza nuovi sentieri.

Ma iniziamo con i nostri focus per questo appuntamento iridato.

Lewis “bounty killer”. Ancora una volta, abbiamo assistito alla classe impareggiabile di Lewis Hamilton. L’inglese, proprio come un killer, ha di nuovo seminato il panico in pista, polverizzando senza pietà la concorrenza. Dopo una pole che ha fatto... vergognare il compagno di squadra, ha dominato sotto ogni aspetto la gara, non permettendo a nessuno neanche di “pensare” di poterlo attaccare. Il campione del mondo sta diventando sempre più cannibale, e dà l’idea di uno che vuole chiudere la questione iridata prima della fine del campionato. E a quanto pare, la cosa sembra risultargli anche abbastanza semplice, visto che l’unico che “dovrebbe” fermarlo è quel biondino che in pista è vestito come lui. Il quale però, sta subendo un processo di trasformazione in gregario.

Kimi Raikkonen, punti intascati. Dopo l’incredibile sfortuna in qualifica, dove una serie di “sputacchiamenti” della monoposto hanno costretto Iceman a fermare la sua Ferrari ed a partire in sedicesima posizione (complice anche la retrocessione in griglia per la successiva sostituzione del cambio), il finlandese ha dato prova di grande costanza e tenacia. Con un motore a fine vita e con qualche cavallo in meno, Kimi ha combattuto con il coltello fra i denti, rendendosi protagonista di una bellissima rimonta che nel finale lo ha portato in settima piazza. D'accordo, in Belgio ci si aspettava qualcosa in più da lui, ma visto come si era messa la situazione il sabato, alla fine è stato un bel modo per ringraziare la squadra per il recente rinnovo contrattuale.

Vettel, paura e rabbia. Doveroso iniziare questa parte levandosi il cappello dinnanzi a Sebastian. Diciamola tutta: a Spa, la Ferrari non è mai parsa competitiva. Tant’è che in qualifica Vettel non è riuscito a portarsi oltre la quarta fila. Ma alla domenica, dove al box rosso tutti stavano a “spalle strette” preparandosi ad incassare il colpo, Seb ci ha messo del suo, disputando una delle sue più belle gare di sempre. A dimostrazione che lui non ha dimenticato i suoi 4 sigilli sull’albo d’oro. Aggressivo sin dai primi giri, costante per tutta la gara, mai un errore o una sbavatura. Dolce sulle gomme quanto bastava quando col team si è deciso di fare una sosta in meno degli altri, una saracinesca chiusa agli attacchi del povero Groesjan che proprio non riusciva a capire come il tedesco potesse riuscire ad affrontare l'Eau Rouge a quella velocità con gomme finite. Ma poi, il “patatrac”. Al penultimo giro, quando ormai pregustava un podio impressionante (e mentre Groesjean non sapeva più cosa inventarsi), la gomma posteriore destra della Ferrari ha fatto “boom”. Un’esplosione inspiegabile, senza nessun preavviso o calo di prestazione. Ritiro per Vettel, visibilmente stizzito alle interviste post-gran premio. Dalle sue parole, veleno verso Pirelli. Che a suo dire ha portato gomme che non “possono” esplodere in quel modo. E oltre alla rabbia, anche la consapevolezza di aver rischiato qualcosa di più grande del risultato agonistico. Pochi metri prima dello scoppio infatti, Vettel sfrecciava a oltre 300 orari nella salita dell’Eau Rouge, dove l’esplosione dello pneumatico l’avrebbe potuto catapultare a velocità folle contro le barriere. Da rifletterci...

Romain, bentornato. Dopo più di due anni dall’ultimo podio, Romain Grosjean ha finalmente potuto riguardare la folla dalla “scalinata prestigiosa”. Terzo a fine gara, con festeggiamenti degni di una vittoria mondiale. Il francese ha riportato sul podio una Lotus che ormai aveva dimenticato quanto fosse bello guardare un suo pilota schizzare con lo champagne da lassù. Il buon Romain ha fatto vedere che lo smalto di un tempo è ancora vivo, e che se trova una vettura all’altezza, in pista può veramente dire la sua.

Perez, Kvyat e Verstappen, giovani e bravi. Nella domenica dal risultato poco prospettabile (vedi Grosjean sul podio), da segnalare l’ottima prova di questi tre piloti. Perez ha “demolito” in qualifica il più blasonato compagno Hulkenberg, ed ha disputato una gara pazzesca. Kvyat ha raddrizzato il weekend della Red Bull (dopo il ritiro di Ricciardo) con una serie di sorpassi a fine gara che l’hanno portato ad una quinta piazza mica male. E Max Verstappen ha fatto valere il prezzo del biglietto con un sorpasso impossibile e d’altri tempi nel tratto di Blanchimont.

E adesso si va a Monza. Nella “tana” della Ferrari. Le Rosse dovranno mettercela tutta se vorranno ben figurare nel Gran Premio di casa, anche se purtroppo sembra proprio che in una pista di motore come quella brianzola, “dare il massimo” non basterà per fronteggiare la corazzata tedesca della Mercedes, capitanata dal “bounty killer” inglese. Staremo a vedere.

Daniel Limardi

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