Come consuetudine, benvenuti all’appuntamento ormai fisso con la nostra rubrica “Focus GP”, dove andremo come sempre ad analizzare e commentare le fasi a nostro giudizio salienti della gara appena disputatasi. Questa volta, ovviamente, è il turno del Gran Premio di Gran Bretagna. Ma bando alle ciance e cominciamo subito.

Pronti, via! Ma come… Avranno pensato sicuramente questo in casa Mercedes, quando i loro due piloti che occupavano la prima fila, si sono visti letteralmente spazzare via da due Williams “fiondatesi” in avanti contro ogni legge dinamica. Gli increduli Hamilton e Rosberg, infatti, non hanno potuto far altro che stare a guardare lo stacco impressionante di Massa e Bottas, vedendosi costretti a girare rispettivamente terzo e quarto alla prima curva. Non si spiega come sia stato possibile, ma una cosa è certa: hanno colto tutti di sorpresa. Bravi. Da segnalare anche lo start di Nico Hulkenberg: il tedesco ha rischiato tutto al via attraversando la pista da una parte all’altra, riuscendo a sopravanzare ben 4 vetture (Ferrari comprese). Forse sarebbe il caso di fargli disputare la 24 Ore di Le Mans un paio di volte ogni anno..

Hamilton, the King. Dopo aver visto le due Williams passargli davanti al via, ha mantenuto la calma e non si è minimamente preoccupato. E’ rimasto ad attendere il momento giusto come un condor affamato, e alla prima occasione (durante i pit stop), ha infilzato le unghie nelle prede vestite di bianco. Da qui in poi, nessuno l’ha più visto. Non è bastata nemmeno la riuscita “danza della pioggia” fatta dagli avversari (in primis forse da Nico Rosberg) a rovinargli la festa. Nel momento più caotico della gara, infatti, quando il meteo “giocava” e nessuno sapeva come comportarsi, il campione del mondo ha esclamato un lapidario “Io entro” alla radio, riferendosi alla volontà di voler montare la mescola intermedia con una pista ancora perlopiù asciutta. E’ sembrata una scelta “folle”, che a primo impatto aveva materializzato nella mente di Rosberg propositi di vittoria. Ma un minuto dopo, la “predizione” di Lewis si è rivelata perfetta, con la pioggia arrivata a fiumi e con tutti i piloti costretti a “pittare”. Vittoria schiacciante dunque per re Hamilton in ogni condizione. Dimostra di meritare la corona iridata che già porta, e mette un sigillo anche psicologico per gli allori di fine anno. Che sia l’inizio di un’era?

Williams, il “muretto” del pianto. Qui la domanda sorge spontanea: “Perché?" Il team di Sir Frank, per il Gran Premio di casa, si era presentato in grandissima forma. Veloci in qualifica, due proiettili al via, gli unici con il ritmo delle Mercedes in gara. Avevano entrambi i piloti in testa, con Massa a fare un po’ da “tappo” ad un arrembante Bottas che forse poteva tentare la fuga. E in una pista dal sorpasso difficile come Silverstone, se riesci a mantenere la testa dopo “l’unico pit stop” è probabile che si vada a vincere la corsa. Ma il team invece che fa? Ordina a Bottas di non attaccare Massa, facendogli perdere quindi sia del tempo che il cosiddetto “momento di grazia”, e mantiene per entrambi una strategia identica. “Aspettano” inspiegabilmente l’ingresso al box della Mercedes, effettuando la loro sosta con un giro di troppo (giusto per dare il tempo ad Hamilton di passarli entrambi). E come se non bastasse, con l’arrivo della pioggia, mentre tutti sono al box a cambiare le mescole, anziché reagire subito loro aspettano di “vedere gli ombrelli” al posto delle teste dei tifosi nelle tribune. Risultato? Non solo hanno buttato via ogni possibilità di lottare per la vittoria, ma sono riusciti a “scendere” con entrambe le vetture da un podio certo, classificandosi in quarta e quinta posizione. Se il team inglese vuole tornare a vincere qualcosa, forse dovrebbe capire che sarebbe il caso di rischiare di più. Perché contro avversari come quelli che ci sono in pista, l’essere conservativi non basta.

Ferrari, “grazie al cielo”…. Dopo un avvio di stagione decisamente positivo per la Ferrari, a Silverstone abbiamo assistito forse alla prima vera “debacle” tecnica per Maranello. Mai competitivi, né in gara e né in qualifica. Prendevano una “vita” dagli avversari argentati, e sono stati bastonati a dovere anche dalle Wiliams. Solo il meteo è riuscito a fare qualcosa per loro, aiutandoli ad agguantare un podio con Vettel che era assolutamente fuori portata. Siamo di fronte al solito epilogo, cioè con una squadra piena di speranze che parte bene, ma che poi a stagione in corso non riesce mai a far crescere la monoposto o ad azzeccare una grossa novità tecnica. Mentre gli altri “allungano un flap” guadagnando mezzo secondo (si fa per dire), loro stravolgono la vettura guadagnando “zero”. E’ così da anni ormai, e nonostante la squadra corse sia completamente cambiata, siamo di fronte al solito “stallo stagionale”. Prima di parlare dei “piloti che devono guidare questa macchina” (vedi il caso Raikkonen), forse sarebbe il caso di parlare della “macchina che devono guidare questi piloti”. Perché andando avanti così, possono farci sedere chiunque su quel sedile, ma le gare continueranno ad essere “tristissime” per tutti i milioni di tifosi della Rossa.

Alonso, bentornato in classifica. C’è voluta praticamente metà stagione, ma finalmente il buon Fernando è riuscito a scrollarsi dallo zero iridato. “Gioca a bocce” in partenza con le Lotus e con il compagno di squadra, ma conduce una gara d’attacco mantenendo la calma durante la pioggia. Prova anche il jolly di cambiare in anticipo rispetto agli altri le mescole con quelle da bagnato, ma gli va male e non ne ricava niente. Ma dimostra di essere ancora lì e di essere stanco di rimanere a fondo griglia. Un applauso quindi alla perseveranza. Certo però, a parte Ericsson e la solita Manor, dietro di lui non c’era nessun altro….

Virtual Safety Car: Piccolo appunto, per chiudere, a questa novità regolamentare introdotta da quest’anno. Per la prima volta, la modalità virtuale di emergenza è stata usata per davvero in un Gran Premio (non contiamo quindi la “finta” di Monaco). Il risultato? Caos assoluto. I distacchi che dovevano rimanere invariati, sono cambiati anche di 5 secondi in pochi giri, e la sicurezza si è dimostrata “relativa”, in quanto comunque i piloti hanno pista libera e volendo potrebbero “tirare” in un punto dove magari potrebbe esserci il motivo “per loro invisibile” per cui è stata attivata la “virtual”. Da rivedere assolutamente...

Daniel Limardi

{jcomments on}