Il Gruppo Volkswagen per la produzione di veicolo elettrici ha ideato un kit, ovverosia una piattaforma modulare denominata MEB, utilizzando una filosofia costruttiva che ha reso le "vetture del popolo" tedesco celebri ed apprezzate in tutto il mondo. La scelta di presentare un minivan non è casuale e vuole solcare la strada del vintage, dato che questa sembra funzionare al momento. Nelle immagini diffuse dalla casa nei mesi scorsi si può vedere il futuro ID Buzz con a lato un intramontabile ed iconico T1 con identica colorazione, ed il nuovo con un design chiaramente ispirato al passato. Un'operazione simpatia per rilanciare il marchio dopo la pagina nera del DieselGate che ancora non è stata conclusa.

Non solo design ma anche meccanica dalla filosofia "ricorrente": i kit della concezione MEB avranno motore posteriore, come nel vecchio bus, ed il pacco batteria posizionato tra i due assi e questo garantirebbe un'autonomia fino a 600 km. ID Buzz ha una lunghezza di 4,941 metri, un interasse di 3,300 per ospitare la batteria e sbalzi al di sotto dei 90 cm. Insomma un veicolo adatto sia alla città che ai lunghi viaggi, grazie anche alla generosa altezza di 1,963 m: proprio come il mitico bussino prodotto dal 1949 al 2013 dalla Volkswagen. Il look ricorda molto il passato, ma interpretato in chiave moderna non solo per l'uso di fanaleria led, che aiuta e non poco ad alleggerire verticalmente, ma anche per le ruote generose da 22 pollici, per quei muscoli "vedo e non vedo", per la doppia colorazione verde mela e bianco, quest'ultimo dai finestrini fino al tetto. A proposito di finestrini, la disposizione è la stessa che ha reso celebre il T1: tre per lato con un deflettore per aiutare la visibilità anteriore e parabrezza ampio e ricurvo. Le portiere sono scorrevoli con apertura tramite dei sensori. Ovviamente non manca il grande logo Volkswagen a campeggiare sul frontale che strizza l'occhio e cattura gli sguardi anche grazie alla vernice che accompagna il disegno. L'assenza degli specchietti retrovisori non è solo una scelta stilistica ma è anche il frutto della tanta tecnologia di bordo.

Il nuovo concept di VW ospita tre file di sedili singoli per un totale di sei passeggeri. L'abitacolo è molto versatile ed in grado di trasformarsi all'evenienza, proprio come il suo antenato storico. I sedili hanno tante posizioni, sono in grado di ruotare e, quindi, di assecondare le esigenze di un grande pubblico, dai taxi alla famiglia in vacanza passando per il lavoro quotidiano, particolarmente interessante la possibilità di avere un tavolino, ufficio viaggiante in pratica. La meccanica, anticipata al CES 2016, è altrettanto versatile vista la trazione integrale con motori su entrambi gli assali per una potenza di 275 kW pari a circa 374 cv. Lo scatto è da super car con i suoi 5 secondi per raggiungere i 100 km/h partendo da 0. La velocità massima è autolimitata a 160 km/h. I tempi di ricarica della batteria sembrano essere rapidi: 30 minuti per l'80%. Il MEB ha la possibilità di diverse soluzioni ed è quindi adattabili a diversi tipi di autoveicoli e persino ospitare batterie da 200 kW.

Il VW ID Buzz ha un utilizzo degli spazi molto razionale e l'assenza di un motore endotermico offre la possibilità di avere grande capienza: 200 litri per il bagagliaio anteriore ed addirittura 660-4600 al posteriore. La praticità di utilizzo è stata la chiave vincente del T1 ed è la stessa nel nuovo concept che può ruotare persino il sedile del guidatore. Ha una plancia accattivante e moderna con un grande display centrale, un volante retraibile futuristico ed una colorazione che sembra voler ricordare una fusoliera di un aereo. L'ID Buzz è ovviamente estremamente tecnologico ed è dotato di sensori LIDAR, telecamere, ultrasuoni e RADAR per agevolare nella guida il conducente, avvertendolo di qualsiasi ostacolo, ma è anche pronto per essere, forse, il primo veicolo della casa Wolfsburg a guida autonoma. Tramite un'app, infatti, si potrà pre-caricare il percorso da seguire ed in futuro, speriamo non troppo lontano, il nuovo minivan potrebbe guidare da solo.

Volkswagen al momento parla del 2020 come orizzonte temporale per vedere su strada veicoli su base MEB e magari i tecnici di Wolfsburg hanno il tempo necessario per renderli autonomi già nelle versioni di lancio. L'impressione è che l'operazione vintage sul design dell'ID Buzz non sia banale, perché il pubblico non è ancora stanco di questi tuffi nel passato. Anzi una vettura di rottura con un design eccessivamente distante da qualcosa di concreto potrebbe spaventare: invece, i dolci ricordi dei nostalgici aiutano ancora a vendere autovetture. Complimenti a Volkswagen che non può assolutamente sbagliare dopo il DieselGate.

Fabrizio Crescenzi