E’ stato uno dei protagonisti assoluti della Formula 1 per oltre un decennio, quello a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Un pilota irruento, istintivo, spettacolare e mai calcolatore. Uno che avrebbe potuto vincere molto di più rispetto al titolo conquistato nel ’92, ma che nonostante ciò è stato uno dei più amati in assoluto dalle folle dei Gran Premi. Nigel Mansell compie 60 anni, e per il “Leone” d’Inghilterra gli auguri sono arrivati dal paddock della Formula 1, ma non solo. Eroi dei due mondi, al punto che dopo aver conquistato il campionato con la Williams se ne andò sbattendo la porta emigrando in America; proprio dove riuscì a conquistare il titolo Indycar al primo colpo, salvo poi rientrare nel Circus per la parte conclusiva della propria carriera. Mansell, tra le altre cose, ha avuto il privilegio di correre (e vincere) per quasi tutte le scuderie principali della sua epoca: Lotus, Williams, Ferrari e McLaren, anche se solo in quest’ultimo caso l’esperienza poté dirsi poco fortunata, con le due anonime apparizioni della stagione 1995. Le definizioni e gli aggettivi a proposito del pilota nativo dell’Isola di Man si sono, nel corso degli anni, sprecati: istintivo, sprecone e poco rispettoso del mezzo meccanico per buona parte degli addetti ai lavori; veloce, coraggioso e mai disposto ad arrendersi per i suoi tanti tifosi. E che Mansell sia stato, nonostante le svariate occasioni perse, un pilota vincente, lo confermano anche i numeri: 31 Gran Premi vinti, 32 pole postion, 30 giri veloci ed un titolo mondiale, quello conquistato in un’annata da record al volante della superba Fw92 con le sospensioni attive. Mansell, però, rimane ancora oggi nel cuore di tanti appassionati per le sue imprese ed i tanti episodi che ne hanno consacrato, nel bene e nel male, la sua fama: a partire da Dallas ’84, quando sotto l’infuocato sole del Nevada spinse la propria Lotus rimasta senza benzina a pochi metri dal traguardo, salvo poi svenire ormai privo di forze. Dopo le prime vittorie ottenute l’anno successivo in Williams, il 1986 sembra l’anno della consacrazione, se non fosse per un pneumatico che gli esplode in pieno rettilineo nella decisiva gara di Adelaide; l’anno successivo si ritrova ancora in lotta per il titolo, ma un brutto incidente nelle prove della gara di Suzuka gli nega qualsiasi possibilità di giocarsi il rush finale con il compagno Piquet. Dopo la poco fortunata annata ’88, con la Williams equipaggiata dal modesto motore Judd, nel 1989 passa alla Ferrari. Nella gara d’esordio al Jacarepagua è incredibilmente primo, portando così per la prima volta al successo una vettura dotata del cambio semi-automatico; memorabile è anche la sua vittoria a Budapest quando, partito dodicesimo, rimonta a suon di sorpassi andando a prendersi la testa ai danni di un incredulo Senna. Il quale è incolpevole vittima dell’inglese in Portogallo, quando viene speronato da un Mansell che ignora deliberatamente la bandiera nera espostagli per una manovra vietata durante il pit-stop. Nel 1990 soffre l’arrivo nel team di Alain Prost al punto da annunciare il ritiro a Silverstone; prima della fine della stagione però, si prende la rivincita a suo modo, stringendo il francese contro il muretto al via della gara all’Estoril, e lasciando così prendere il largo alla McLaren di Senna. Abbandonati i propositi di ritiro, nel ’91 contende sino alla gara di Suzuka il titolo al brasiliano; i tempi però sono ormai maturi e l’anno successivo è quello dei record: Nigel domina in lungo e in largo conquistando il titolo mondiale già nella gara di Budapest. A Monza, però, annuncia nuovamente il ritiro, una volta appreso dell’arrivo di Prost al team per l’anno seguente; Nigel fa le valigie e parte alla volta dell’America, dove conquista subito il titolo in Indycar con il team Newman-Haas nonostante un brutto incidente sull’ovale di Phoenix. Nel ’94 la Formula 1 è sconvolta dalla morte di Ayrton Senna; per Mansell si presenta l’occasione di salire sulla Williams nella gara estiva a Magny-Cours e nei due appuntamenti conclusivi di Suzuka e Adelaide, dove conquista la sua ultima vittoria. Nel 1995 passa alla McLaren, ma l’abitacolo inizialmente gli sta troppo stretto e lui si rifiuta di scendere in pista; una volta rifatto il telaio, partecipa in maniera anonima e svogliata alle gare di Barcellona e Monaco al volante di una vettura poco competitiva. E’ l’ultima esperienza per lui al volante di una monoposto di Formula 1; l’ultima di una carriera scintillante, ricca di successi, emozioni e anche qualche rimpianto. Buon compleanno “Leone”!

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