Ducati

Jorge Lorenzo e Jack Miller. Il maiorchino dopo un finale di stagione promettente ed un primo test a Sepang (dove aveva addirittura siglato il record ufficioso del circuito) sembrava finalmente aver trovato la quadra della Desmosedici GP; invece, arrivato il week end di gara sono iniziati i problemi, terminati con l'usura anomala della pastiglia del freno che lo ha portato alla sua caduta in gara. A voler essere onesti, guardando il cronologico dei tempi, nel momento della sua caduta stava recuperando un paio di decimi al giro a Dovizioso e anche nelle libere era stato costantemente in top5.
Discorso diverso per "Jackass" che aveva impressionato durante tutto l'inverno, tanto che si pensava potesse essere davvero una mina vagante in Qatar: purtroppo per l'australiano una volta accese le luci del circuito è sembrata essersi spenta la sua, ed il decimo posto a quasi quindici secondi da Dovizioso non sono stati quello che tutti si aspettavano da lui. Capitolo contratti: mentre Lorenzo dovrà probabilmente trattare al ribasso con Ducati per rimanere in rosso e quindi per lui in Argentina sarà fondamentale fare un buon risultato per rilanciarsi, Miller pare vada verso la conferma in Pramac (Ducati ha l'opzione sul rinnovo), questa volta con contratto "Factory".

Honda

Daniel Pedrosa. Ci sembra di non rendere giustizia alla gara che ha fatto Dani, che si è arreso solo nel finale: troppo pochi quattro secondi e mezzo dal vincitore per dire che è una prestazione negativa, anche perché il podio gli è sfuggito per meno di due secondi. Ecco, l'unica pecca che gli si può trovare è quella di essere arrivato dietro a Cal Crutchlow, che dispone sì di una moto ufficiale ma che comunque non fa parte del team...ufficiale: lo attendiamo quindi in Argentina dove ha già raccolto 2 podi (2014, 2016) per dimostrare che quel posto nel team ufficiale, nonostante il Mondiale non sia ancora arrivato, se lo merita pienamente.

Yamaha

Maverick Vinales e Johann Zarco. Due gare opposte quelle del vincitore del GP del Qatar e del rookie of the year 2017: il primo partito molto in sordina, addirittura dietro al rookie Franco Morbidelli in dodicesima posizione nei primi giri, salvo poi recuperare posizioni su posizioni da metà gara in poi per terminare in sesta piazza; il francese invece ha fatto l'esatto opposto: si è messo davanti a lottare con Marquez fin dai primi giri, per poi perdere sette secondi negli ultimi cinque passaggi. Vinales, che in Argentina ci ha vinto l'anno scorso, dovrà sicuramente dimostrare a Yamaha di aver fatto bene a rinnovargli il contratto per le prossime due stagioni, mentre Zarco (che è ancora in trattativa) dovrà dimostrare più concretezza oltre al talento e al carisma nel corpo a corpo che ormai non sono più un segreto per nessuno.

Suzuki

Alex Rins e Andrea Iannone. Innegabile che la Suzuki 2018 sia più competitiva della 2017, però ad Hamamatsu probabilmente avrebbero immaginato che fosse l'italiano a portare in alto la loro moto, mentre fin dai primi test quello competitivo è sempre sembrato Rins. Colui che è stato in lotta per il podio in Qatar fino alla scivolata è stato proprio il ventiduenne spagnolo, con l'abruzzese che ha terminato nono e mai in reale lotta per le posizioni che contano. Entrambi hanno bisogno di un buon piazzamento in Argentina per potersi rilanciare.

Aprilia

Aleix Espargaro e Scott Redding. Il primo: "Credo nel nostro potenziale, sono sicuro che lotteremo da subito per la top8"; il secondo: "Sarà un campionato molto difficile. Il mio obiettivo è terminare fra i primi otto, poi vedremo il quadro della situazione". Queste erano le premesse prima dello spegnimento del semaforo in Qatar. Purtroppo siamo qui a raccontare di due Aprilia che sono riuscite a tenersi dietro solo Xavier Simeon, rookie su Ducati Avintia. Cosa non abbia funzionato è difficile dirlo, però sta di fatto che se Espargaro in qualifica aveva salvato la casa di Noale con il tredicesimo tempo per poi crollare in gara, Redding (che sta cercando di conoscere l'Aprilia) è stato diciassettesimo in qualifica e ventesimo in gara, a quasi quaranta secondi dalla Ducati di Dovizioso: decisamente troppi per un pilota che fino all'anno scorso lottava con Petrucci per la Top10. Entrambi sono in scadenza di contratto: se vogliono mantenere la sella ufficiale Aprilia dovranno sicuramente cambiare passo già dal prossimo Gran Premio.

Mathias Cantarini

 

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