La migliore Yamaha al traguardo è sempre quella con il numero 46 che in terra catalana ha chiuso la gara sul terzo gradino del podio per la terza volta di seguito, quarta volta dall'inizio della stagione. Il suo compagno di box Marverick Vinales ha chiuso solo in sesta posizione. "Questo è il mio 4° podio di quest’anno, il terzo consecutivo, sono contento perché sto guidando bene e la mia squadra sta lavorando nel modo giusto - queste le parole a caldo di Valentino - Però sono anche consapevole che quando il risultato migliore è un terzo posto i Mondiali non si vincono". Vale, dunque, vede il bicchiere mezzo pieno ma non rinuncia ad inviare messaggi ad Iwata. "Vi svelo un segreto, tutti i piloti credono di potere vincere il titolo, anche chi arriva ultimo, figurarsi io che sono secondo in campionato - il genio della comunicazione che è in lui non si smentisce mai - Oggi non ho perso tanti punti né da Marquez e neppure da Lorenzo che sta diventando sempre più forte, inoltre ne ho guadagnati su tutti gli altri, questo è positivo". "Siamo riusciti a migliorare il bilanciamento della moto nel warm up e la gomma morbida all’anteriore, che era stata una scelta obbligata e per cui ero preoccupato, si è comportata meglio del previsto. Considerato il disastro dello scorso anno, non sono arrivato lontano dai primi e soprattutto sono riuscito a essere veloce fino alla fine. Detto questo, Marquez e Lorenzo erano più veloci".

L'analisi di Rossi sul campionato è perfetta: "Non c’è un tempo limite, quello lo decide solo il campionato, e poi non mi tengono mai informati sulle tempistiche. L’obiettivo è quello di diventare abbastanza competitivi per tornare a vincere il prima possibile, entro la fine del campionato". Si avvicina Assen, una delle piste preferite da Valentino e sono in molti a scommettere che la vittoria possa arrivare già tra due domeniche. "Non abbiamo niente di magico per Assen, è vero che mi piace ma vale lo stesso per il Mugello, Barcellona o Phillip Island. Inoltre non mi piace l’idea di dovere aspettare una pista in particolare per potere provare a vincere e soprattutto non vorrei che fosse l’unica. L’obiettivo è essere competitivi su tutte le piste". 

Valentino ha spiegato bene cosa manca alla sua Yamaha per essere competitiva: "Bisogna lavorare sull’accelerazione, me ne accorgo quando seguo le Honda e le Ducati. Poi sul telaio". Il Dottore assolve il suo compagno di box da eventuali pecche in sede di messa a punto e sviluppo: "Credo che per la Yamaha l’arrivo della centralina unica sia stata un problema, mentre per Honda e Ducati quasi un vantaggio. È vero che con Lorenzo mi trovavo spesso d’accordo sulla strada da seguire, ma anche io e Maverick siamo abbastanza sulla stessa linea. Direi che è più colpa di Yamaha che di Vinales". Rossi è sempre stato un uomo di comunicazione e non finisce di sorprendere per la sua lucidità e tempestività di intervento, non crede nel team satellite per migliorare lo sviluppo della moto anzi rilancia aprendo uno scenario possibile per la prossima stagione, "Sarebbe meglio avere quattro Yamaha in pista, soprattutto se le guidassero Pedrosa e Morbidelli. L’esperienza di Dani sarebbe utlie e Franco è un giovane promettente".

A Barcellona finalmente un GP senza polemiche tra piloti. A fine gara durante la conferenza stampa c'era un clima disteso e cordiale tra i tre del podio. Valentino alla domanda sulla possibilità di vincere con la Ducati di oggi: "Nessuno può saperlo e penso che non ci sarà mai una risposta" ha replicato subito Jorge Lorenzo: "Può farcela, lui è un grande pilota, anzi un campione!". Valentino ammette: "Io e Jorge in passato abbiamo avuto qualche momento difficoltà, qualche alto e basso direi. Essere nella stessa squadra per tanto tempo non ha reso le cose più semplici, è normale, è stato uno dei rivali più duri per me. Ora c’è sicuramente rispetto fra di noi".

La lotta per il titolo mondiale sembra essere in un momento di stanca. La debacle di Andrea Dovizioso e la seconda vittoria di Jorge Lorenzo fanno ben sperare per il prosieguo della stagione anche perché c'è il rischio concreto di vedere una vittoria a mani basse di Marc Marquez a meno di una ripresa delle Yamaha.

Fabrizio Crescenzi