Il tempo è passato a Barcellona, incessante come sempre e a discapito di ciò che è successo il venerdì è arrivata la domenica e tutti ormai speravano che le gare passassero veloci per cancellare un weekend drammatico, per far sì che tutti potessero tornare a casa ad affrontare il proprio dolore in solitudine.

Poi alle 10:15 sul tracciato di Montmeló è calato il silenzio, colmo di significato, di emozioni, di rabbia per ciò che era successo, di dispiacere per ciò che non si sarebbe mai potuto riavere indietro. Quel momento sul circuito ha rimesso tutto in prospettiva, riavvicinando i presenti, perché nonostante ruggini ed incomprensioni quei piloti corrono per la stessa passione e si capiscono al volo quando chiudono i loro caschi.

E' stato toccante seguire i ragazzi della Moto3 gareggiare in nome di Luis, vedere Navarro vincere la sua prima gara e dedicarla a lui, o Binder e Bastianini con gli occhi al cielo sul podio e tutti gli altri con un messaggio, una parola di ricordo.

Bella la Moto2, proprio dove Salom correva, con i piloti che in gara hanno dato il massimo come sempre, più di sempre, soprattutto per lui e poi quel podio con i vincitori commossi ed abbracciati, stretti insieme sul gradino più alto come a dire: "Non ha vinto nessuno, questo è tutto per te".

Alle 14:00 è iniziata la gara di MotoGP, la più bella della stagione 2016: combattuta, lottata fino all'ultimo, una bella pagina di Sport. Alla fine, sul traguardo sono arrivati loro: Rossi e Marquez, due piloti una volta amici, rivali leali che da molti mesi ormai non si scambiavano nemmeno uno sguardo, con un Valentino ferito e sempre pronto a ricordare l'affronto subito lo scorso anno. C'era un muro tra loro e ormai sembrava invalicabile.

Quando sono arrivati al parco chiuso, con Marquez per una volta con il numero #39 sulla carena in omaggio a Salom, e si sono scambiati uno sguardo, nessuno si sarebbe aspettato quel braccio teso; invece, a sorpresa la stretta di mano tra i due è arrivata: un gesto spontaneo, sincero, che in un attimo ha sciolto mesi di gelo, perché ormai ogni gara sembrava una battaglia, una "faccenda personale". E' stato commovente proprio perché inaspettato, un regalo che un angelo in moto ha fatto al motociclismo.

"Lo guardavo, non sapevo cosa fare, poi si è voltato e ci siamo stretti la mano, è bello per lo sport" ha commentato Marquez. "Stanotte ho pensato che facciamo uno sport bello ma pericoloso ed è meglio avere buoni rapporti, era la cosa giusta da fare" ha replicato Valentino.

Un perdono che fa tanto bene ad un Motomondiale ferito, un riavvicinamento proseguito con i complimenti sul podio e quella domanda in conferenza stampa: "Sperate che questo weekend aiuterà a migliorare ancora i vostri rapporti d'ora in poi?" e una risposta secca di Rossi "Sì", seguita da una pacca sulla spalla da parte di Marquez; un momento che ha sciolto tutti in un sorriso, soprattutto i due piloti, con un Valentino che sembrava il più sorpreso di tutti.

Una bella pagina per lo sport, che restituisce un po' di serenità; perché la morte di un ragazzo di 24 anni che sta inseguendo il suo sogno non ha senso e mai ne avrà ma fa riflettere, aiuta a rimettere in prospettiva ciò che è successo in passato e spinge a migliorare il futuro.

Grazie Luis: perché ci mancherai tanto, ma ci hai restituito il Motomondiale che amiamo; grazie ai piloti, tutti, perché hanno reso omaggio ad uno di loro con una bandiera, un bacio alla pista, una dedica, una maglietta o un sorriso al cielo. E grazie a questo sport, perché certe volte ci toglie il fiato ma si migliora e torna a sorprenderci.

E grazie ad una stretta di mano che scalda quasi come un raggio di sole.

Alice Lettieri