Marc Marquez: 10- Il Campione del Mondo non poteva che prendere il voto più alto, con un dieci tondo tondo sporcato solo da un meno, frutto del Gran Premio d'Australia e di quello della Malesia. Marquez in questa stagione è cresciuto molto, imparando a dominare la sua irruenza in pista senza perdere nemmeno un briciolo del suo talento. Ha vinto con la testa prima che con la grinta, portando a casa il suo quinto titolo Mondiale a soli 23 anni e riportando la Honda al top nonostante una moto complicata. Il prossimo anno sarà lui l'uomo da battere e di sicuro farlo non sarà facile.          

Valentino Rossi: 8 e mezzo. Il Dottore ha iniziato il Mondiale con la rabbia figlia della fine del 2015, che all'inizio lo ha reso meno lucido e più incline agli errori. E' stato anche sfortunato, ad esempio a causa della rottura del motore al Mugello, ma è riuscito a risollevarsi diventando il Valentino più veloce di sempre e chiudendo per il terzo anno consecutivo al secondo posto in campionato. Forse si sarebbe meritato un voto anche più alto considerando anche la stretta di mano con Marquez dopo il Gran Premio di Catalogna, ma quest'anno siamo severi...

Maverick Viñales: 7 e mezzo. Il pilota della Suzuki è stato la rivelazione dell'anno, riuscendo a vincere una gara e lottando con Jorge Lorenzo per il terzo posto in Campionato. Viñales si è portato comunque a casa posizioni importanti e soprattutto ha iniziato a far paura ai suoi avversari. Lascia la Suzuki per approdare in Yamaha per prendere il posto di Lorenzo e dai test di Valencia non sembra che questo lo preoccupi molto.

Cal Crutchlow: 7 e mezzo. La stagione di Crutchlow è stata una sorpresa: il pilota inglese infatti è riuscito a trovare la continuità ma soprattutto la concentrazione giusta per affrontare le gare. Il merito non è solo suo ma anche della nuova arrivata, la piccola Lucy, che ha reso più maturo Cal portandolo a vincere ben due Gran Premi. Un plauso va anche al team di Lucio Cecchinello che è riuscito a gestire una Honda imbizzarrita che sembrava poter essere domata solo da Marquez.  

Jorge Lorenzo: 7. Il campione in carica ha avuto un grande nemico in questo 2016: il meteo. La pioggia e le condizioni miste hanno tolto fiducia al maiorchino che già dall'inizio non aveva digerito le nuove gomme, anche se la vera sorpresa è stata rappresentata dall'annuncio del suo passaggio in Ducati nel 2017, che di sicuro ha aumentato la pressione sulle sue spalle e forse minato i rapporti all'interno del team. Questo è stato il suo anno più opaco in MotoGP, ma la sua vera scommessa inizierà tra pochi giorni.  

Andrea Dovizioso: 7- Il voto al Dovi non è tanto per i risultati, quanto per l'impegno e il duro lavoro che per fortuna ogni tanto pagano davvero. Il pilota Ducati è stato molto sfortunato in questo 2016, ma non si è mai pianto addosso e alla fine ha portato a casa una vittoria in Malesia. La casa di Borgo Panigale lo ha riconfermato per il prossimo anno, mostrando di avere grande fiducia nel talento e nel metodo di lavoro del forlivese, che ha sposato al 100% il progetto Ducati.  

Dani Pedrosa: 6 e mezzo. Annata con pochi guizzi quella dello spagnolo, che non ha trovato il feeling con la sua Honda, troppo potente e scattosa per il suo stile di guida; l'unico picco è arrivato a Misano, con la vittoria frutto di una gara da sogno. La fine della stagione gli ha portato anche l'ennesimo infortunio dopo la caduta in Giappone durante le FP2 e con essa le voci di un suo imminente ritiro, ma Dani ha messo fine alle dicerie tornando con un... post sui social. Insomma tutto si può dire di Pedrosa, ma non che non ami correre in pista.

Andrea Iannone: 6 e mezzo. Nel 2016 a Iannone è successo di tutto: ha iniziato con una serie di errori che gli hanno fatto piovere addosso le critiche di piloti ed addetti ai lavori, poi ha conquistato la sua prima vittoria in MotoGP riportando la Ducati sul gradino più alto del podio dopo un digiuno di 6 anni con un ospite d'eccezione a seguirlo dal box: la fidanzata Belen Rodriguez. A Misano è arrivata la caduta in prova che lo ha tenuto lontano dalla pista per ben 5 Gran Premi, ma è riuscito comunque a chiudere l'anno con un terzo posto a Valencia, dopo una dura bagarre con Valentino. Il prossimo anno salirà sulla Suzuki e il binomio incuriosisce già gli appassionati.

Michele Pirro: 6 e mezzo. Pirro non farebbe parte della lista dei piloti 2016, ma il collaudatore della Ducati si merita ampiamente un voto visto che è sempre pronto a scendere in pista sia una gara, una sostituzione o un test per dare sempre il 100%. Ha preso parte alla metà delle gare, entrando per tre volte nella top ten: la rossa gli deve molto e anche i tifosi.                    

Pol Espargaró: 6 e mezzo. Ci si aspettava di più dallo spagnolo, anche se c'è da dire che la sua Yamaha non è la copia di quella ufficiale; nonostante questo la sua stagione è stata costante, senza punti salienti e nessun podio. Il prossimo anno salirà sulla nuova KTM e chissà che non sia proprio questo il binomio che sarà fare il salto di qualità al pilota.

Jack Miller: 6. La sufficienza è data dalla vittoria in Olanda durante una gara complicata dal meteo. L'australiano, al suo secondo anno in MotoGP, ha mostrato di non aver perso il manico nel salto dalla Moto3 alla classe regina, ma quello che ancora gli manca ancora è la costanza. Comunque vincere non è una cosa da tutti e per tutti, quindi aspettiamo di vedere quali altri assi ci siano nella manica del pilota; a lui va anche il "merito" di aver...bevuto per primo dalla scarpa sul podio, dando il via al festeggiamento dell'anno.

Hector Barberà: 5 e mezzo. Barberà chiude in decima posizione il Mondiale 2016 con un quarto posto come miglior prestazione dell'anno e un salto in avanti rispetto alla stagione precedente, nonostante una Ducati del 2014. Ha anche avuto la possibilità di sostituire Iannone durante il suo infortunio, prendendo così confidenza con una moto più performante che il prossimo anno guiderà per tutte le 18 gare. 

Aleix Espargaró: 5 e mezzo. Il pilota spagnolo non ha fatto una brutta stagione, ma il confronto con il suo compagno di squadra in sella alla Suzuki è stato spesso impietoso visto che non ha mai lottato per le posizioni di vertice. Il suo miglior risultato è un quarto posto, ma i sei ritiri in gara non gli hanno permesso di chiudere nella top ten.

Danilo Petrucci: 5. Da Petrucci ci si aspettava di più in questo Mondiale: l'infortunio iniziale ha complicato molto il suo anno in MotoGP, ma una volta tornato non ha lottato con i primi nemmeno sul bagnato, cadendo in Olanda proprio mentre si trovava in testa. La nota positiva viene dall'aver vinto la lotta interna col compagno di team Redding, che il prossimo anno gli varrà una Ducati GP17. 

Alvaro Bautista: 5. Lo spagnolo è riuscito a fare un salto in avanti con la sua Aprilia, chiudendo al dodicesimo posto in campionato ed arrivando per due volte in settima posizione. Durante le qualifiche degli ultimi Gran Premi è riuscito spesso ad entrare in Q2, partendo anche nel primi 10. Il prossimo anno passerà dall'Aprilia alla Ducati del team Aspar.

Eugene Laverty: 5. Tredicesimo posto e 77 punti nel Mondiale per Laverty, al suo primo anno in Ducati. Il pilota nord-irlandese non è cresciuto abbastanza e il prossimo anno tornerà in SBK, dove spera di poter competere per le posizione alle quali ci aveva abituato nel campionato delle derivate di serie. Di sicuro l'esperienza maturata in MotoGP giocherà a suo favore nel 2017.    

Scott Redding: 5- Ha perso la lotta con Petrucci per la GP17 per un solo punto, ma a differenza dell'italiano è riuscito a salire sul terzo gradino del podio sul tracciato olandese di Assen. Purtroppo quello è stato l'unico guizzo di una stagione sottotono, che invece avrebbe dovuto essere quella del suo salto di qualità. Da un pilota con le sue potenzialità ci si aspetta di più, quindi il suo voto è basso per questo 2016.  

Stefan Bradl: 4 e mezzo. La sua Aprilia è una moto nuova e problematica, ma il tedesco non ha trovato mai una vera sintonia con essa, portando a casa soltanto 63 punti nella stagione. Il prossimo anno passerà in SBK per una nuova avventura al fianco di Nicky Hayden, altro ex pilota di MotoGP.    

Bradley Smith: 4+ 62 punti e in diciasettesimo posto in classifica: questo il risultato del 2016 di Smith, un anno complicato anche dall'infortunio durnate la 8 Ore di Oschersleben che lo ha tenuto fuori dalla pista per ben tre Gran Premi. Ha mostrato una grande grinta tornando in sella alla sua Yamaha nonostante la breve riabilitazione. Il prossimo anno salirà sulla KTM insieme all'attuale compagno di team Pol Espargaró.

Loris Baz: 4+ Come per molti colleghi, anche la stagione del francese è stata inficiata dagli infortuni: il pilota ha perso tre gare, ma ha anche portato a casa un quarto posto in Repubblica Ceca. Ha chiuso il 2016 al ventesimo posto con 62 punti all'attivo in sella alla Ducato del team Avintia che guiderà anche nel 2017.

Esteve Rabat: 4.  Il rookie dal quale ci aspettavamo di più, considerando il talento mostrato in Moto2 con tanto di titolo mondiale 2014. Rabat non è sembrato aver digerito molto il passaggio nella classe regina, dove ha totalizzato solo 29 punti. Il prossimo anno avrà modo di migliorarsi sempre in sella alla Honda del team Marc VDS e forse l'esperienza e l'impegno gli permetteranno di togliersi qualche soddisfazione.  

Yonny Hernandez: 4. Un anno da dimenticare quello di Hernandez, che ha portato a casa 20 punti e sei ritiri nel 2016. Il pilota colombiano correrà in Moto2 nella prossima stagione, una categoria dove l'esperienza conta molto e che potrà essere più congeniale alle sue caratteristiche. 

Stagione 2016: 10. Il voto pieno lo conquista solo il campionato, con i suoi nove diversi vincitori, le nuove gomme che hanno vivacizzato (e complicato) gli equilibri, il meteo pazzo che ha sconvolto i piani ad ogni gara e soprattutto i protagonisti che ci hanno regalato gare mozzafiato. Il prossimo anno le carte in tavola saranno scombinate: molti protagonisti inizieranno nuove avventure e tanti saranno chiamati a lottare per il titolo, ma a questo ci penseremo da lunedì. Per adesso, limitiamoci a ripensare a questa stagione 2016 volgendo uno sguardo al cielo per salutare una stella luminosa che ci manca ogni giorno: Luis Salom. 

Alice Lettieri

 

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