Ampiamente celebrati, quindi, il vincitore (Dovizioso) e l’Italia (lo stesso Dovizioso, Petrucci e la Ducati) nella gara giapponerse, bisogna dare uno sguardo anche a chi è arrivato dietro ai tre marziani che si sono giocati la vittoria, ovvero chi è arrivato al traguardo dal quarto posto in giù, a cominciare dalla Suzuki, ma anche chi non ha visto la bandiera a scacchi (Rossi, Pedrosa, Crutchlow e compagnia).

SUZUKI: LA GARA DELLA SVOLTA?

Come anticipato nell’analisi post gara, la gara della Suzuki è stata la migliore da inizio stagione, con entrambi i piloti a punti ed addirittura in top 10. Iannone 4° e Rins 5° ripagano con questo doppio risultato gli sforzi che il team Suzuki sta facendo per sostenerli e mettere loro in mano la miglior moto possibile per lottare per posizioni più importanti della top 15. Gara veramente impeccabile quella dei due alfieri del team capitanato da Davide Brivio: saranno state anche le condizioni atmosferiche a favorire il tutto, ma intanto Iannone e Rins si portano a casa il miglior risultato stagionale. Che siano le basi per un 2018 importante per entrambi i piloti? E’ presto per dirlo, ma la prova del nove della crescita si avrà già a Phillip Island, il prossimo weekend.

IL COMEBACK DI JORGE LORENZO E REDDING NON PERVENUTO

Se in casa Ducati a brillare sono stati Petrucci e soprattutto Dovizioso, lo stesso non si può dire per i rispettivi team mate. Redding, che da buon inglese dovrebbe volare sull’acqua, è dato per disperso dopo aver chiuso la gara mestamente in 16^ posizione, mentre è da apprezzare, se non altro, il comeback di Jorge Lorenzo dopo una fase critica della sua gara nella quale ha subito la carenata da Zarco e 3-4 sorpassi che lo hanno messo in crisi. Ottimo recupero nel finale, complici le difficoltà dello stesso Zarco e di Vinales.

APRILIA: ESPARGARO’ BRILLA, LOWES FUOCHERELLO

Ancora una volta le speranze di Aprilia-Gresini sono appese alle gesta di un sempre sorridente Aleix Espargarò. Dopo aver centrato la miglior prestazione di carriera in qualifica con la quarta posizione, Aleix corre con il coltello tra i denti difendendo la sua top 10 e chiudendo la gara in settima posizione davanti alle Yamaha di Zarco e Vinales. Sam Lowes vede una lucina in fondo al tunnel con 3 punticini che fanno morale per la sua classifica.

ZARCO-VINALES-ROSSI, CHE SUCCEDE?

Come è accaduto molto spesso in Moto3, il poleman non riesce a convertire la prima posizione in vittoria al termine della gara. E’ successo anche oggi con Zarco che partiva dalla pole ma ha concluso la gara mestamente in 8^ posizione “salvando” l’onore della casa di Iwata, non certo sorridente dopo aver subito l’onta del doppio risultato di Suzuki. Maverick sembra diventato il fratello scarso di quello ammirato nei due anni proprio con Suzuki ed all’inizio di stagione con Yamaha, complice anche una moto nata male sin dall’inizio e che Yamaha ha cercato di rimettere a posto più volte nel corso della stagione. Per non parlare poi di Rossi che, con il ritiro di oggi (e sono già due gli zeri pesanti, senza contare l’assenza di Misano), dice definitivamente addio alle residue speranze di 10° titolo.

PEDROSA E CRUTCHLOW NON PERVENUTI

Se Yamaha piange, Honda di certo non sorride nonostante il secondo posto di Marquez in gara. Pedrosa e Crutchlow sono due "desaparecidos" della gara nipponica. Il piccolo Samurai si è misteriosamente ritirato dalla gara quando era in 11^ posizione dopo essere stato passato da Baz, mentre l’inglese si è sdraiato per ben due volte durante la gara, nonostante la prima volta sia riuscito a ripartire. Per entrambi urge ripresentarsi a Phillip Island con ben altro spirito rispetto alla gara giapponese.

DUCATI AVINTIA: BAZ PIU' DI BARBERA'

In queste particolari condizioni atmosferiche, si esalta il talento di Loris Baz. Lo spilungone francese chiude la top 10, mentre Barberà è solo 14°. Incredibile quanto sia aperto il divario tra Baz e Barberà: forse lo spagnolo pare essersi un po’ “seduto”, mentre Baz vuole finire bene la stagione per tornare in Superbike con un diverso spirito.

KTM: PIU' POL ESPARGARO CHE SMITH

Per certi versi la situazione in KTM riflette quella del team Ducati Avintia. Polyccio è nettamente più in forma di Bradley Smith ed ha una confidenza maggiore con la sua RC16 di quanto non la abbia l’inglese, forse l’infortunio dell’anno scorso non è stato completamente smaltito. La doppia seconda fila faceva pensare ad una gara diversa per Smith che invece ha chiuso penultimo davanti solo ad Aoyama.

Marco Pezzoni - @marcopezz2387