Effettivamente nel primo terzo di stagione appena conclusosi è statol’unico pilota oltre a Vinales ad aver conquistato due vittorie consecutive, e se non fosse stato centrato da Espargaro in Argentina oggi guardarebbe tutti dall’alto verso il basso. Il pilota Ducati, grande conoscitore sia della moto che di sé stesso, continua a seguire la linea che lo ha contraddistinto nel corso degli anni: piedi per terra, cura maniacale dei dettagli e profonda sensibilità nel modo di lavorare continuano ad essere i capisaldi dell'Andrea Dovizioso pensiero.

Ad ascoltarlo nelle numerose interviste fatte nell’ultimo periodo, non si sente ancora completamente fiducioso sulle sue ipotetiche performance future. Gran parte dei suoi dubbi provengono da come lavora colei che collega le parti meccaniche della moto all’asfalto: le grandi protagoniste fin qui indiscusse sono state le gomme...se avete dubbi, chiedere in Yamaha. Al di là di tutto, e con ancora la bellezza di undici Gran Premi da disputare, proviamo a vedere quali potrebbero essere i punti nevralgici che capaci di sbrogliare la matassa: insomma, Dovizioso è davvero da Mondiale? Ecco i nostri pro e contro...

CONTRO

HONDA E YAMAHA. Hanno alle spalle reparti R&D da far paura alla Nasa: la Honda è messa meglio dell’anno scorso, mentre la casa di Iwata, problemi spagnoli a parte, rimane il riferimento di categoria.

IL PILOTA. Andrea è stato Campione del Mondo 125 e si è giocato con l’attuale compagno di squadra due campionati 250. Da lì in poi però non ha mai dovuto più reggere una “tensione” mondiale, e questo potrebbe togliere lucidità in momenti fondamentali.

LE VITTORIE. I due successi fin qui centrati sono figli di circuiti non troppo dissimili tra loro. Come dice lo stesso Andrea, se si punta al titolo bisogna essere veloci dappertutto, e questo potrebbe non capitare: il range di utilizzo della Gp17 rimane al momento ancora troppo appuntito.

MARQUEZ Come detto la Honda non è la moto con il compromesso migliore, ma possiede il pilota migliore: se incomincia anche a fare il ragioniere sono guai seri.

BOX Dovizioso non è al centro del progetto marchiato Dall’Igna edizioni 2017. L’italiano è abile conoscitore del mezzo, ma rispetto all’anno scorso, quando i due Andrea erano sullo stesso piano, qui la bilancia pende sul fronte spagnolo. Durante la stagione vedremo come si muoverà la casa italiana.

PRO

HONDA E YAMAHA. Honda non riesce ancora a scaricare a terra tutta l’esuberanza che può sprigionare il motore, e intanto il Mondiale avanza. Mentre nel teso box Yamaha si sta cercando il colpevole per le imbarazzanti performance, ogni volta che la temperatura sale e l’asfalto non è dei migliori. Ancora non è stato trovato...

IL PILOTA. Ad inizio stagione tutti i riflettori erano per il compagno di squadra, ora che le acque si sono calmate Andrea appare sereno, ma determinato. In Ducati non pretendono che sia lui a riportare il titolo a Bologna (quello tocca all’altro), e questo motivo di deresponsabilizzazione potrebbe essere un toccasana per il romagnolo.

LE VITTORIE. Da quando Dall’igna è a capo del progetto MotoGp ha sempre esordito e concluso con ottime prove stagionali, ma con magre soddisfazioni a metà stagione: quest’anno la coperta Ducati sembra un pò meno corta.

MARQUEZ. IL fatto che usi ancora specifiche del telaio 2014 e che abbia vinto solo nella sua roccaforte ad Austin, fa capire come la Honda non abbia ancora chiara quale direzione seguire. Aggiungiamoci anche che è l’unico della Top5 ad aver raccolto due zeri: il Cabroncito guida costantemente impiccato.

BOX. All’interno del box Dovizioso non è il primo pilota (sopratutto sotto la voce spese), ma viene comunque considerato un eroe. Inoltre il rapporto con Lorenzo sembra procedere bene: al momento il clima che si respira è lontano parente di quello del 2016.

Godiamoci allora il beneficio del dubbio: ci penseranno poi i fatti a dire quale campana suoni meglio.

Andrea Rocca @AndreaRoccaOff

 

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