Nel post gara del GP di Austin, le facce degli uomini del box Yamaha ufficiale sembravano molto più rilassate, consci del fatto che la moto funziona a dovere e che entrambi i piloti possono permettersi di poter spingere al limite ed osare anche con la strategia e la scelta gomme, cosa che con la moto dell’anno scorso era pressochè impossibile.

Per fare un paragone con la stessa gara di 12 mesi fa, Maverick Vinales ha migliorato il suo risultato passando dallo zero dell’anno scorso al secondo posto di quest’anno mentre Valentino Rossi è scalato di due posizioni, preceduto dalla Suzuki di un grande Andrea Iannone e dal suo compagno Maverick Vinales.

Nelle interviste a fine gara, il più contento del team è stato proprio Maverick che ha dichiarato di trovarsi a suo agio con la moto e con il consumo delle gomme, vero tallone d’Achille della M1 2017. Lo spagnolo si è detto pronto e carico per dare battaglia già dal prossimo GP, quello di Spagna sul tracciato di Jerez de la Frontera, un incubo lo scorso anno per il team capitanato da Lin Jarvis. 

Bicchiere mezzo vuoto invece per Valentino Rossi: il Dottore sperava di poter salire sul podio ma si è dovuto accontentare della medaglia di legno. C’è da dire però che Valentino era reduce dallo zero dell’Argentina per cui il quarto posto è un risultato importante anche se la classifica comincia a piangere (29 punti in classifica, a -17 dal leader Dovizioso) pur essendo passate solo 3 delle 19 gare. 

Per una volta tanto quindi la palma di migliore Yamaha va ai ragazzi del team ufficiale e non a Zarco. Il francese, al parco chiuso come miglior privato in gara, ha raccolto meno di quanto fatto 12 mesi fa sulla pista americana, ritrovandosi a lottare con un Dovizioso in giornata no piuttosto che essere della partita per il podio a causa di una scelta di gomme non del tutto oculata.

Il vero banco di prova che ci dirà se la Yamaha ufficiale potrà essere della partita per il Mondiale (almeno con Vinales) sarà la stagione europea, soprattutto con le 4 cruciali gare tra maggio e giugno (Jerez, Le Mans, Mugello, Catalunya), incubo per il team l'anno scorso e che portarono una sola vittoria di Vinales in quel di Le Mans, pista rivelatasi congeniale per le moto della casa di Iwata poi ripiombata nel disastro per via delle gomme.

In Yamaha per il momento possono dunque dormire sonni tranquilli pensando al comportamento della moto in queste prime tre gare, guardando al futuro con più serenità e lavorare con meno pressione addosso per trovare subito il set up ideale e dare a Maverick e Valentino il miglior pacchetto possibile.

Marco Pezzoni - @marcopezz2387