“Stavamo controllando i tempi di Marquez per poi comunicare a Valentino quale fosse il momento di entrare” così si è giustificato il Team Manager Yamaha Maio Meregalli a chi gli chiedeva il motivo del grande ritardo nel rientrare ai box. “Dopo il Sachsenring 2016 mi ero accordato col team che non avrei più fatto di testa mia, ma avrei seguito quello che mi diceva il muretto” chiarisce un Valentino volutamente deresponsabilizzatosi, che in caso di flag to flag si limita a girare la patata bollente ai ragazzi del box.

Ma Valentino Rossi e la Yamaha sono due colossi del Motociclismo. Un pilota del suo calibro e della sua esperienza deve usare la testa, sempre. Non può gestire determinate situazioni delegando il team, come se traumatizzato da scelte infelici passate, sia incapace di analizzare lo sviluppo della situazione. Dall’altra parte, un team così ben organizzato come quello Yamaha non può gestire l’evolversi di una gara come invece Meregalli ha dichiarato di aver fatto. Loro hanno analizzato i tempi sul giro quando invece bastava guardare i singoli settori! Analizzando il cronologico tempi di Marc Marquez e confrontandolo con quello del pesarese, la scelta di entrare doveva balzare subito agli occhi degli uomini in blu.

Obbligato a rientrare alla fine del secondo giro, l’alfiere Honda ha optato ovviamente per una slick media. Da quel momento in poi l’attenzione del box Yamaha doveva essere focalizzata solo sul primo settore utile, ovvero quello che posticipa l’uscita dai box. Il T2 è abbastanza esplicativo: 2” su 37 con moto appena presa sono eloquenti, altri 2” nel T3 dovevano togliere ogni dubbio. Tra il 46 e il 93 in quel momento c’erano intorno ai 19”: i piloti Yamaha avrebbero potuto leggere alla fine del 3° giro il messaggio di rientrare.

Lo stesso discorso vale per il team Ducati, anche loro poco lucidi con Dovizioso e disastrosi con Lorenzo. Se i vari top rider si fossero fermati al 4° giro e non con uno, o addirittura due giri di ritardo, sarebbe stata tutta un’altra gara, con buona pace anche dello show. Con una Honda e i loro piloti in grande spolvero, sarà meglio che nei box Yamaha e Ducati non accadano più fino a fine stagione “cali d’attenzione” , e questo vale anche per i piloti.

Andrea Rocca

 

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