Tutto è cominciato con le dichiarazioni di Jorge Lorenzo dopo le qualifiche che lo hanno visto chiudere in seconda posizione. Al pilota maiorchino è stato chiesto cosa ne pensasse del cambiamento del tracciato, decisione presa per evitare di dover affrontare nuovamente la curva che è costata la vita a Salom: "Sono un Campione del Mondo e il leader in carica, il mio giudizio sarebbe stato da prendere in considerazione, purtroppo non sapevo niente della riunione di ieri; ultimamente non vado alla Safety Commission ma in questo caso credo che sarebbero dovuti esserci tutti i piloti di MotoGP". Gli è stato anche domandato se le novità, decise dai piloti presenti alla riunione fossero adeguate e lui ha risposto: "Secondo me doveva essere modificata solo la curva 12 visto che non c'è la ghiaia nella via di fuga, non capisco la scelta di cambiare l'altra parte del tracciato, per noi della Yamaha non è facile il nuovo punto, mentre per le Honda si è rivelata positiva".

A fare da eco a Lorenzo ci ha pensato Valentino Rossi, per una volta dalla stessa parte del compagno di squadra: "Io sapevo della Safety Commission ma avevo altri impegni e non sono andato, accetto la loro decisione ma non capisco il cambiamento, ci sono punti simili in molti tracciati ma la caduta di Salom è stata particolare, credo ci sia stato un problema alla sua moto". Rossi si è detto stupito del cambiamento, non tanto della 12 quanto della 10: "Accetto la decisione ma quella curva non ha nessun problema per quanto riguarda la sicurezza, non è vero che le vie di fuga sono troppo vicine, è una bugia, forse chi lo ha deciso lo ha fatto per trarne dei vantaggi".    

Dichiarazioni dure, soprattutto dopo la tragedia di ieri, che non sono passate inosservate: il primo a rispondere ai due piloti Yamaha è stato Marc Marquez, che in conferenza stampa ha esternato il suo pensiero "La Safety Commission si riunisce ogni venerdì, sempre alla stessa ora, non sempre ci sono argomenti da discutere, certe volte le piste vanno bene, ma è importante partecipare. Dopo ieri non è stato facile decidere di correre, lo abbiamo deciso perché Ezpeleta ha sentito la famiglia di Salom e loro hanno detto di essere d'accordo col proseguo del Gran Premio, a quel punto è stato necessario prendere dei provvedimenti per la sicurezza dei piloti". Allo spagnolo è stato chiesto di rispondere alle accuse che lo vedono come uno dei responsabili del cambiamento del layout, ora più in linea con lo stile Honda: "Il tracciato adesso è peggiore, io mi adatto bene alle nuove piste ma la 10 è stata modificata perché già negli anni scorsi si era vista la pericolosità del punto, io stesso ho rischiato proprio lì lo scorso anno; tutti i piloti presenti si sono trovati d'accordo con le modifiche, è una questione di sicurezza per i piloti".

In linea col pilota Honda anche Andrea Dovizioso che ha confermato che le decisioni prese sono state solo dovute alla sicurezza in pista e non a tornaconto personali: "Ieri sarebbero dovuti venire tutti, non occorreva un invito e non dovevano contare le motivazioni personali o le antipatie, chi non si è presentato non può lamentarsi".

Le considerazioni finali sono state di Pol Espargarò, evidentemente scosso dalla situazione, che ha parlato con fervore e molta umanità: "Sono incazzato per le dichiarazioni di Jorge e Rossi, si deve andare sempre alla Safety Commission, noi abbiamo la responsabilità di proteggere anche i piloti di Moto3 e Moto2, non si può dire che la Honda è avvantaggiata, può esser vero ma ieri è morto un ragazzo e l'unica cosa che conta è la sicurezza". Gli è stato poi chiesto il motivo del cambio alla curva 10 e il pilota del team Tech3 ha prontamente risposto: "Non dobbiamo aspettare che succeda qualcosa per cambiare un punto pericoloso, non dobbiamo aspettare che qualcuno muoia com'è successo a Salom, anch'io guido una Yamaha e sono in difficoltà col nuovo tracciato ma non si può pensare che Marquez lo abbia fatto per vincere, l'unica cosa importante è la sicurezza". Lo spagnolo ha concluso il suo pensiero con parole molto dolci: "La volontà della famiglia è quella di far proseguire il Gran Premio, è anche bello correre per lui, arrivare sul podio, guardare il cielo e dirgli che questo weekend è per lui".

La morte dovrebbe rimettere tutto in prospettiva e col senno di poi si può pensare che forse sarebbe stato meglio fermare tutto e dare a piloti e addetti ai lavori il tempo per riprendersi. ma adesso si deve solo andare avanti col rispetto per un giovane che ha perso la vita per fare ciò che tutti i piloti amano: correre. 

Alice Lettieri

 

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