Ebbene sì: abbiamo creato una nuova rubrica per i nostri affezionati lettori. L’abbiamo ribattezzata “FOCUS GP”, ovvero quello che ci è sembrato essere il nome più appropriato per descrivere quello che d’ora in poi andremo a fare per ogni weekend di gara, ovvero scegliere momenti, episodi o temi cruciali che analizzeremo di volta in volta. Ecco dunque le principali situazioni "top" della settima prova iridata di Montreal, degne da meritare un approfondimento post-gara.

L'inafferrabile Lewis Hamilton. Vince ancora lui. Il tutto dopo aver firmato la pole numero 44 in carriera (una in meno di Vettel) e non permettendo mai a Rosberg di poter sferrare un vero attacco durante la corsa. Sta distruggendo sia il campionato che il morale del compagno di squadra, continuando a non sbagliare nulla e lasciando nient’altro che briciole per tutti gli altri. Si trova forse nella migliore forma di sempre, con una maturità mentale che lo mette al di sopra di tutto. Forse, è il caso di iniziare a pensare che siamo di fronte all’inizio di un’era.

Team Mercedes: uguale perfezione. Superato a pieni voti anche l’esame affidabilità. Nella pista che l’anno scorso li aveva messi in ginocchio con entrambe le monoposto, il team anglo-tedesco mette in saccoccia l’ennesima doppietta, sfoggiando un ruolino di marcia inarrivabile per chiunque e dimostrando una certa perfezione anche nel “non rompere” più nulla. Se gli avversari speravano di potersi aggrappare alle rotture delle frecce d’argento per vincere qualcosa (vedi Ricciardo nel 2014), faranno bene ad inventarsi altro, perché questa Mercedes non ha apparentemente punti deboli, ed anche in una pista meccanicamente molto “esigente” come quella di Montreal, non si è vista la benché minima incertezza. D'accordo, a volte i loro team radio urlano allarmi vari, "inventando" storielle su eventuali risparmi carburante o surriscaldamento freni, ma in pista poi non si nota mai nessuna piccola “sofferenza” relativa.

Vettel, tra guai e rimonte. Erano tutti pronti per dare battaglia in Ferrari, forti del nuovo propulsore costato 3 gettoni di evoluzione. Ma a smorzare gli animi battaglieri, ci ha pensato un problema ad una centralina sulla macchina di Vettel durante le qualifiche. Un problema, pare, già conosciuto dal team. Per il quale si pensava che non ci sarebbero più stati problemi. E invece... “tac”: eccolo di nuovo nel momento peggiore, proprio in uno di quei circuiti dove la performance delle rosse più si avvicinava alla corazzata argentata. Nulla di grave per il proseguo della stagione, ma un guaio capace di lasciare l'amaro in bocca a chi già pregustava una bella battaglia. Ad ogni modo, comunque, ci ha pensato il buon Sebastian a risollevare l’esito della domenica canadese, tirando fuori gli artigli e rendendosi protagonista di una rimonta furibonda. Sta guidando alla grande, dimostrando che i 4 “sigilli” messi in passato sull’albo d’oro non sono stati frutto di un caso.

Raikkonen, che errore! Nella domenica in cui “doveva” indossare la fascia da capitano (per via dei problemi del compagno), il finnico si è reso di nuovo protagonista di uno “strafalcione”. Ok, le Mercedes erano lontane, ma il podio era a portata di mano. Bastava solo “accompagnare” la monoposto al traguardo. E invece lui che fa? Va a girarsi da solo, durante una fase di gara relativamente tranquilla. Vero, si era appena fermato ai box e non era forse riuscito a portare ancora le gomme in temperatura. Però capita “solo” a lui. Ed in effetti, essendosi reso conto per primo dell’errore assolutamente inappropriato, ha nascosto la testa sotto la sabbia chiedendo “scusa” via radio al team. Il tutto per la “gioia irrefrenabile” (si fa per dire) di Maurizio Arrivabene. Caro Kimi, sei in scadenza di contratto e sei vestito di rosso. Se aspiri a mantenere il Cavallino sul tuo musetto per la prossima stagione, devi fare ben di più di quello che stai facendo.

Felipe Massa e Pastor Maldonado, grinta latina. Doveroso per questo weekend, mettere un appunto sulle performance dei 2 sudamericani. Felipe Massa si è reso protagonista di una splendida rimonta, fotocopia di quella di Vettel. Ha guidato al limite, senza errori. Portando la sua macchina più in alto possibile, dopo essere partito dal fondo a causa di un problema tecnico in qualifica. Il caro Felipe ha ritrovato sé stesso, e anche questa volta la prestazione è stata all’altezza. Applauso speciale anche a Pastor Maldonado. Dai, diciamo la verità: alzi la mano chi ad ogni weekend non si aspetta di vedere Pastor su un muro o per prati. La tendenza "kamikaze" del venezuelano è rinomata nel Circus. Ma in Canada ha dato il meglio di sé. Ha guidato bene, ha controllato gli avversari, e non si è fatto assalire dal solito “aumento di pressione”, portando la vettura al settimo posto e raccogliendo “finalmente” qualche punto. Che sia la svolta per la sospirata maturità?

McLaren Honda, il disastro continua. Per chiudere, come non parlare di loro. Anche se in realtà ci sarebbe ben poco da dire. Nonostante le migliorie portate in Canada e i gettoni evoluzione spesi per l’affidabilità, guardare girare Alonso e Button in pista con questa vettura fa venire da “piangere”. Tutti e due al box, ritirati. Button addirittura non è nemmeno riuscito a partecipare alle qualifiche. E non possono nemmeno usare la scusa che “la macchina è troppo estrema”, perché il loro distacco dai primi si misura col calendario. Situazione inaccetabile. E il buon Alonso continua a rimanere a quota zero in classifica mondiale. Uno smacco incredibile per uno come lui, alle prese con una stagione paragonabile a quella fatta al debutto con la Minardi. Ma se indossi una casacca dai colori ben più blasonati come quella che attualmente porta, il boccone diventa molto più amaro da digerire.

Daniel Limardi

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