Per farlo, è doveroso partire dai primi anni disputati in monoposto, e più precisamente tornando indietro al campionato di Formula 3 del 1980, disputato con la March 803 di colorazione nera del team EuroRacing e motorizzata Alfa Romeo. Nonostante una vettura forse non competitiva come quella dei diretti rivali, Michele riesce a vincere a La Chatre, nel Gran Premio Lotteria e a Kassel-Calden, riducendo progressivamente il suo gap in classifica dal rivale Thierry Boutsen. Inoltre ottiene diversi podi, tra cui quello rivelatosi decisivo per il successo finale, con un terzo posto ottenuto nell’ultima gara a Zolder che gli consegna il titolo europeo.

Questo trionfo lo mette ulteriormente in luce, consentendogli di proseguire l'impegno con la Lancia nel Mondiale Marche (sotto l'ala protettiva di Cesare Fiorio) per poi passare in Formula 2 nel 1981 con la Minardi, alla quale regala uno storico successo sul circuito di Misano; nello stesso anno arriva anche il debutto in Formula 1, grazie all'interesse di Ken Tyrrell che gli mette a disposizione una propria monoposto dal Gran Premio di San Marino. Nel suo secondo anno nella massima categoria con la scuderia britannica riesce ad ottenere la sua prima vittoria in Formula 1 nel Gran Premio di Las Vegas, dopo aver sorpassato Alain Prost durante il 52° giro. Nel 1983 rimane con il "Boscaiolo" e la monoposto si rivela poco competitiva, ma durante il Gran Premio degli Stati Uniti Est corso sul circuito su Detroit, Michele riesce ad ottenere la ventesima e l’ultima vittoria della Tyrrell in Formula 1: questo rionfo, ottenuto con un mezzo non certo all'altezza dei big, lo mette in primo piano del mercato piloti e soprattutto della scuderia Ferrari, che lo chiama come pilota per la stagione 1984.

La prima vittoria con il Cavallino Alboreto la ottiene già nella terza gara, il Gran Premio del Belgio svoltosi a Zolder, dominando dalla pole position fino alla linea del traguardo. L’anno 1985 sembra poter essere l’anno giusto per vincere il titolo mondiale: il pilota milanese ottiene nel Gran Premio del Canada la sua prima vittoria stagionale, precedendo il compagno Johansson, dopo essere partito dalla pole position. Nel Gran Premio di Germania, Alboreto mette nuovamente in mostra tutta la sua classe. Durante le qualifiche si qualifica in ottava posizione e a due secondi dalla pole realizzata da un altro pilota italiano, Teo Fabi su Toleman. Il ferrarista, nonostante un contatto iniziale con il compagno di squadra Johansson, riesce a recuperare diverse posizioni e arriva aridosso del leader della gara Keke Rosberg, che scavalca con un fantastico ruota contro ruota. Alboreto conquista così la testa della gara e la conserva fino al traguardo. Con quella vittoria, l’ultima in Formula 1, il pilota italiano si ritrova in testa al campionato piloti con cinque punti di vantaggio su Alain Prost. Dopo un terzo posto conquistato in Austria, la Ferrari evidenzia però un brusco calo di affidabilità che avrebbe tolto qualsiasi chance iridata ad Alboreto.

Il quale però continua a correre in Ferrari fino al 1988 collezionando alcuni podi, prima di lasciare la scuderia di Maranello e tornare alla Tyrrell per la prima metà della stagione 1989. Continua a correre con altre scuderie minori (Lola-Larrousse, Footwork, BMS Lola) prima di ritirarsi alla fine del 1994 dopo aver trascorso la sua ultima stagione con la Minardi. Dopo l’addio al mondo della Formula 1, Alboreto passa alle ruote coperte disputando la stagione seguente in DTM con l'Alfa Romeo, quindi esordendo nel campionato IMSA e facendo nel 1996 il suo debutto nella categoria americana IRL, partecipando anche alla prestigiosa 500 miglia di Indianapolis. Nel 1997 ottiene un fantastico successo nella 24 ore di Le Mans con la TWR-Porsche del team Joest Racing, insieme ai compagni Stefan Johansson e Tom Kristensen. Nel 2001 riesce ad ottenere il successo in un'altra classica di durata, ovvero la 12 ore di Sebring, solo poche settimane prima di trovare la morte un terribile incidente avvenuto il 25 aprile sul circuito del Lausitzring, mentre testava la nuova Audi R8 Sport.

Quelle di Michele Alboreto sono rimaste imprese comunque in grado di rimanere ben impresse nella memoria degli appassionati, regalate da un pilota capace di regalare un sogno iridato tutto tricolore ma soprattutto da una persona che ancora oggi tutti ricordano per le sue grandi doti umane.

Chiara Zaffarano