Quante volte in passato abbiamo sentito parlare di un possibile abbandono di Bernie Ecclestone dalla cabina di regia della Formula 1? Tante. Notizie sempre smentite in prima persona dal diretto interessato il quale, a 80 anni suonati, continua imperterrito nel proseguire la gestione di questo immenso business da egli stesso in buona parte creato. Eppure, stavolta la posizione di Bernie sembrerebbe poter scricchiolare davvero. La notizia, giunta nei giorni scorsi, dell'incriminazione per corruzione avanzata dalla procura di Monaco di Baviera potrebbe regalare davvero un nuovo scenario al mondo della Formula 1. Ma perchè Ecclestone verrà processato? E che cosa rischia realmente? Il caso parte dal funzionario della Bayerische Landesbank, un tale Gerhard Gribkowsky, esponente di una delle società che (prima della cessione al Cvc, gruppo che attualmente detiene i diritti commerciali della categoria e del quale Bernie è amministratore delegato) possedeva la quota di maggioranza della Formula 1. Un banchiere nel cui conto le autorità hanno trovato un deposito di 44 milioni di dollari, proveniente (secondo quanto ammesso dallo stesso Gribkowsky) dallo stesso Ecclestone. Insomma, un'agevolazione che avrebbe "facilitato" la cessione del business della F.1 al gruppo Cvc. Ma Ecclestone, qualora venisse confermata questa presunta tangente, non andrà in ogni caso in galera. Il rischio è un altro: secondo una clausola sottoscritta nel 2001 con la Fia, infatti, il gestore della Fom non può essere condannato per un reato penale nel corso del proprio mandato. Qualora Ecclestone venisse dichiarato colpevole, dunque, la Federazione potrebbe far valere quella famosa clasusola, spingendo la Cvc a trovare un'alternativa a Ecclestone. Il toto-successione è già partito: mentre lo stesso Bernie ha fatto il nome di Monisha Kalternborn (attuale, ma ancora per poco, team principal della Sauber) e di Christian Horner (Red Bull), è probabile che invece il prescelto possa essere un personaggio proveniente dall'esterno della Formula 1. Tra i nomi più gettonati, quello di Martin Sorrell (chief executive del WPP Group), Justin King (boss della Sainsbury) e Stuart Rose (a capo della Marks and Spencer). Anche se qualcuno non esclude un clamoroso ritorno, a sorpresa ma non troppo: quello di Flavio Briatore.