D: Ciao Pere, benvenuto a questo speciale di Motorbike Circus ed ancora congratulazioni per il terzo titolo consecutivo di Jonathan Rea

PR: Ciao. Sì, siamo tutti contenti per questo risultato. Quando Jonathan ha vinto il primo nel 2015 arrivando in Kawasaki è stato davvero molto bello per tutti, dopo ha centrato il secondo e adesso è arrivato anche il terzo. E’ veramente un sogno, tutto il team sta lavorando bene ma vincere così non è mai successo.

D: Tu sei un po’ l’artefice dei suoi successi in questi tre anni…

PR: Ok, non è una sola persona che fa il progetto ma sono tante persone che lavorano allo stesso progetto. Sui campi di gara la persona più importante è sempre il pilota che è un po’ il leader del progetto. Jonathan è in un momento della sua vita nella quale è molto maturo e capisce bene tutte le situazioni. Da parte mia, tu mi conosci, lavoro da tanti anni in Kawasaki, 16 per la precisione, prima ho fatto il pilota, conosco la Superbike e so l’approccio che si deve utilizzare per avere un team forte. Abbiamo messo tutto insieme raggiungendo gli obiettivi, evidentemente abbiamo dietro un marchio forte come Kawasaki e qualsiasi cosa abbiamo bisogno loro lo fanno.

D: Sei stato anche pilota Kawasaki nel Mondiale Supersport. Questo ha un po’ aiutato in un certo senso Johnny ad averti come suo guru personale per aiutarlo nell’inserimento in Kawasaki…

PR: Come dico sempre, il mio non è solo un lavoro tecnico. Tecnicamente preparo la moto di Jonathan e sono responsabile dello sviluppo insieme ai tecnici giapponesi. Il fatto di essere stato un pilota mi aiuta a capire meglio di cosa ha bisogno Jonathan una volta arrivato al box e sceso dalla moto. Ho imparato tanto dal lato tecnico e questo mi ha aiutato. Quando facevo il pilota già mi piaceva capire le dinamiche del telaio, sospensioni, mi facevo quasi da capomeccanico (ride). Gli ultimi 6-7 anni ho imparato tanto lavorando sul motore, l’elettronica, la gestione del pacchetto. Sto facendo un lavoro che mi piace tanto, c’è gente molto professionale insieme a Jonathan ed il risultato finale mostra il lavoro del team intero.

D: Arrivate a Jerez de la Frontera che è un po’ la seconda gara di casa per voi

PR: Sì. Per me personalmente e per tanti piloti Jerez è un bel circuito, un tracciato che usiamo tanto durante i test invernali perché è al sud della Spagna ed in inverno in tutta Europa non è facile fare test per cui lo usiamo tanto. Per noi è una gara importante perché negli ultimi due anni Jonathan non è mai riuscito a vincere quindi questa è una motivazione extra per lui perché mancano 4 gare, è molto carico non avendo più la pressione di vincere il campionato (già vinto a Magny Cours, ndr) e l’obiettivo è quello di vincere la gara. Chaz e Tom sono fortissimi a Jerez ma loro due stanno combattendo per il secondo posto in campionato, noi non abbiamo pressioni e proviamo a vincere.

D: Il piede di Jonathan tutto a posto dopo la botta di Magny Cours?

PR: Sì sì tutto a posto. Siamo stati un po’ sfortunati quest’anno. A Donington lo pneumatico posteriore ha avuto un problema e Jonathan non ha potuto finire la gara perdendo così punti importanti, a Magny Cours Jonathan sia sotto l’acqua che sull’asciutto andava fortissimo, voleva prendere altri 25 punti ma è stata sfortuna. L’importante è stato vincere il campionato e adesso vediamo cosa possiamo fare a Jerez e Losail.

D: L’obiettivo di Jonathan per Jerez sarà quindi fare doppietta per avvicinare il record di punti in campionato che ancora regge dal 2002…

PR: Sì, hai detto bene. Questo è un obiettivo che abbiamo ben chiaro, difficile perché mancano 100 punti e per fare questo record dobbiamo prendere tutti i 100 punti, 95 (un secondo posto) non sono sufficienti. Nel 2015 dopo gara-1 in Qatar mancavano solo 6 punti ma in gara-2 non abbiamo terminato la gara per un problema al motore e non siamo riusciti a centrare il record. Quest’anno, come ti dicevo prima, a Donington e Magny Cours non abbiamo preso punti, a Misano nella caduta insieme a Chaz abbiamo perso altri punti, un po’ di sfortuna ma va bene così. Vincere il campionato era l’obiettivo. Adesso Jonathan è più rilassato quando sale in moto e può andare più forte, proveremo a fare doppietta ma sarà molto difficile.

D: Dopo questo primo anno di “esperimento”, come la vedete tu e Jonathan l’inversione di griglia di gara-2?

PR: Boh…quando Dorna l’ha introdotta l’anno scorso l’ha fatto per avere maggiore spettacolo. Il più forte che parte dalla terza fila nei primi giri, gli altri devono stare al suo passo. Qualcuno ha già detto che è pericoloso ma alla fine si è fatto. Jonathan è un pilota molto deciso, quando vuol passare passa e questo è andato a nostro favore. Anche la partenza di Jonathan solitamente è buona e per noi non è cambiato niente, Jonathan non ha cambiato strategia. Come hai visto in tante gare è partito 9° e dopo 2 giri era primo. Penso che attualmente la differenza tra i primi 3-4 piloti e gli altri sia troppo grande ed anche la differenza dei tempi sul giro è ampia. Penso che possa essere più adatta per una gara della Moto3 perché tutti vanno allo stesso modo, ma in Superbike non ha fatto questa gran differenza.

D: Comunque si è visto che quando Johnny vuol passare lo fa, anche in punti impossibili in certi tracciati. Quando vuol passare passa…

PR: Questo dipende dal pilota. Jonathan è un pilota intelligente ed aggressivo se c’è da esserlo. Un pilota per vincere deve essere convinto al 100% di quello che fa e Jonathan, come abbiamo visto, per vincere 3 anni consecutivi deve avere qualcosa di speciale, non solo il team e la moto ma anche il pilota deve sapere gestire tutto bene.

D: Hai una grandissima esperienza all’interno del paddock della Superbike…faresti qualcosa per cambiare questa Superbike adesso oppure va bene così?

PR: Sicuramente farei qualcosa per cambiare, ma non sono il capo o chi gestisce il campionato (ride), sono loro che decidono. Dorna e FIM hanno deciso di cambiare il regolamento tecnico e ciò va contro la mia filosofia. Sono un romantico perché amo la Superbike e sono da tanti anni nell’ambiente. Capisco che bisogna fare un nuovo regolamento, capisco che bisogna cercare un bilanciamento dei costi ma non sono d’accordo con la direzione presa. Alla fine sono loro che decidono, penso però che la soluzione per fare una griglia Superbike più bilanciata ed avere più piloti che lottano per la vittoria non sia quella intrapresa da Dorna. E’ però un mio parere personale. Sono altre cose che fanno andare forte il pilota o la moto, c’è anche un altro discorso: penso che Kawasaki e Ducati abbiano speso tanto per il progetto Superbike e adesso al 99,9% il regolamento va contro Kawasaki. La direzione delle regole che hanno dato di limitare gli rpm va direttamente contro di noi. Non penso sia molto giusto perché Kawasaki ha fatto tanto per questo campionato ed anche la Ducati. Penso che si potesse cercare un’altra direzione tecnica ma non solo, si poteva investire in altre direzioni. Questo ovviamente è il mio parere, faccio il mio lavoro con quello che mi danno e che abbiamo dentro i limiti del regolamento, provo a dare il miglior materiale possibile al pilota e questo è il mio lavoro.

D: Mi hai anticipato la domanda…questo nuovo regolamento (bozza, ndr) che impone il taglio di 500 rpm tra la moto stradale e la Superbike…

PR: Ti ripeto, Dorna ha preso questa decisione che non mi trova d’accordo. Le moto danneggiate da questo nuovo regolamento sono Kawasaki ed Aprilia. Aprilia già fa fatica perché sono concentrati totalmente sulla MotoGP spendendo soldi sul progetto MotoGP, oltretutto Albesiano ha detto che questa decisione li mette in difficoltà e non sanno se andare avanti o meno per diversi motivi. Se, per dire, perdi 1000-1500 rpm, la configurazione del motore deve essere totalmente diversa, significa che serve un motore diverso ma per fare questo c’è bisogno di tempo e soldi. Siamo a novembre e come hai detto tu non è stato ancora deciso al 100% il regolamento. Scusate ma questo fa ridere per un campionato del mondo, è totalmente sbagliato.

D: C’è preoccupazione dal lato piloti (Johnny e Tom) se dovesse passare questo regolamento?

PR: No, preoccupazione no. Vediamo cosa siamo capaci di fare con il nuovo regolamento. Il problema di questo campionato negli ultimi tre anni non è la Kawasaki ma Jonathan Rea perché lui ha ammazzato tutti gli altri competitor per il Mondiale.  Jonathan è arrivato in Kawasaki nel 2015 dalla Honda e con la Honda andava fortissimo nonostante fosse una moto molto vecchia. Ha fatto 3° in campionato e già si sapeva che il ragazzo andava forte ma la moto non era al livello delle altre, poi è arrivato in Kawasaki ed ha trovato la moto vincente ed il pacchetto è cresciuto di gara in gara. Quando è arrivato c’era in squadra Tom Sykes che aveva vinto il campionato 2013 e fatto secondo nel 2014, Tom è un pilota forte e veloce ma Johnny lo ha ammazzato. La Kawasaki come pacchetto ed umano è una moto fortissima, ma la differenza la fa il pilota perché le gare si gestiscono senza commettere errori e Johnny di errori non ne ha commessi, si deve finire la gara e capire quando si può vincere o quando è meglio arrivare terzo e lui le ha gestite. Jonathan è di un altro livello rispetto agli altri. Il problema non è tecnico ma è proprio Jonathan Rea. Che cosa succede se l’anno prossimo facciamo un ottimo lavoro e Jonathan vince un’altra volta? Non andrà ancora bene per Dorna e FIM perché pensano che serva agire dal punto di vista tecnico per bilanciare il campionato ma non è così. Dal mio punto di vista se ti fanno andare in pista con una moto 100% stradale questo va contro la filosofia della Superbike. Nel 2016 Kawasaki aveva una moto nuova, quasi simile a quella vecchia dal punto di vista del motore e delle dimensioni e Jonathan ha vinto lo stesso, nonostante fosse un anno difficile per lui, il più difficile di tutti e tre. Abbiamo fatto un ottimo lavoro e Jonathan ha gestito la moto anche quando non gli piaceva, questo fino a metà stagione. Non gli piaceva il carattere del motore e noi abbiamo lavorato tanto per arrivare a fargli piacere la moto, anche quando non gli piaceva vinceva gare o finiva secondo e terzo ma non sbagliava mai, prendeva punti su punti gestendo tutto. Nel 2017 ha massacrato ancora una volta tutti ma è lui che lo ha fatto. Il problema si chiama Jonathan Rea…

D: Secondo me, e correggimi se sbaglio, il problema non è tanto Jonathan Rea ma gli altri team, escluso Ducati, che non investono…

PR: Non si tratta solo di investimenti. Sinceramente penso che Ducati Sbk e MotoGP stiano lavorando benissimo, hanno fatto un team molto forte ed unito nella cultura e nel modo di lavorare e la Ducati in Superbike è una moto vincente perché Chaz (Davies, ndr) l’ha fatto vedere, l’anno scorso ha vinto 6-7 gare di fila. Ma come ti dicevo prima, un campionato si vince facendo punti. Quanti zeri ha fatto Chaz quest’anno? 4-5 zeri perché lui non ha capito che si deve finire la gara neanche se sei secondo, terzo o quarto e questa è una cosa. La seconda è che non si possono fare sbagli, fare sbagli significa non prendere punti e non fare punti equivale a non vincere il campionato. E’ un fatto di gestione sia da parte del pilota che del team. Io amo questo lavoro, sono più contento adesso di quanto non lo fossi quando correvo. Tutta la settimana, di gara in gara preparo tutto fino all’ultimo dettaglio per dare ai meccanici quello che serve affinchè non facciano sbagli, pur se un piccolo sbaglio può succedere. Siamo esseri umani, è vero, ma se stai lottando per il campionato non puoi permetterti il minimo errore. Questo è un punto molto importante. La Ducati negli ultimi 3 anni ha fatto un lavoro incredibile ma se non hanno vinto un campionato è per la gestione principalmente del pilota e di piccole cose che sono successe in alcune gare. La differenza è anche quella, perché se Chaz avesse finito tutte le gare dell’anno Johnny non avrebbe vinto questo mondiale. Loro due adesso stanno lottando ogni gara come Marquez e Dovizioso adesso. 

D: Hai aperto il capitolo MotoGP…sono circolate voci di una offerta di Suzuki per portare Johnny in MotoGP al posto di Iannone…Johnny diceva sempre che non gli interessava la MotoGP senza un progetto competitivo, giusto?

PR: Conosco bene Johnny, è un pilota nel momento migliore della sua vita professionale, è molto maturo ed ha intorno a sé una famiglia ed un team che lo fanno sentire speciale e grazie a questo i risultati arrivano. Johnny sa e capisce che per andare in MotoGP a fare top 10 lo può fare e ci sono le moto adatte, ma per vincere non ci sono le moto, Honda-Yamaha-Ducati sono già occupate e quindi che moto ci sono ancora? La Suzuki può essere una possibilità ma non quest’anno perché Andrea ha un contratto fino a fine 2018 e Johnny ha ancora un contratto con Kawasaki fino al 2018, Johnny non è la persona che rompe contratti. Alla fine neanche per Suzuki è facile perché Andrea è un pilota che non va piano anche se adesso fa fatica a fare risultato, sono tante cose. Oggi la vedo dura, Johnny non è un pilota che pensa di andare in MotoGP per soldi, ma solo per un progetto valido e vincente. L’anno prossimo al 99,9% non succederà niente ma a fine 2018 finiscono tutti i contratti dei top riders sia in MotoGP che Superbike e vedremo cosa succederà.

D: Johnny rinnoverà il contratto con Kawasaki oltre il 2018?

PR: Non lo so. Adesso ha il contratto per il 2017 e 2018, ma per 2019 e 2020 non lo so. Se fossi Kawasaki rinnoverei subito a Johnny ma questo non è il mio campo. Parlo tanto con i giapponesi, abbiamo un ottimo rapporto e loro ascoltano ma alla fine sono loro che decidono…

D: Nel caso, seguiresti Jonathan Rea dovesse andare in MotoGP o sei troppo legato alla Superbike?

PR: Non alla Superbike, devo ringraziare tanto Kawasaki perché è grazie a loro che ho imparato il 90% del lavoro che sto facendo adesso. Non penso che andrò via ma sono come un pilota, dipende dall’offerta che mi fanno. Sicuramente mi piacerebbe andare in MotoGP e mantenere il lavoro attuale ma mi piacerebbe farlo in un top team con un top rider e non lottare per fare 15° ogni gara. Sono molto contento dove sono adesso, Kawasaki mi tratta molto bene, abbiamo un buon rapporto e quindi mi viene difficile vedere il mio nome in un posto diverso dalla Kawasaki. 

D: Grazie mille Pere per questa lunga chiacchierata ed in bocca al lupo per i tuoi uomini del box di Johnny nel weekend di Jerez.

PR: Grazie a voi, ciao!

Marco Pezzoni @marcopezz2387