Kevin, bentornato a Monza. Ci troviamo sul circuito più veloce dell'intero Mondiale: che cosa ti aspetti quest'anno in termini prestazionali dalle vetture di nuova generazione?

Credo che la differenza su questo tracciato non sarà poi così elevata rispetto al passato come accaduto da altre parti. Monza è un circuito dove le velocità di punta contano moltissimo, e occorre considerare come la nuova configurazione di monoposto, specialmente in relazione alle gomme più larghe, offre una maggiore resistenza all'avanzamento sui rettilinei. Dunque sì, credo che andremo più forte dello scorso anno, ma la differenza non sarà così evidente come avvenuto a Spa. In Belgio, specialmente nel secondo settore, queste vetture garantiscono un carico aerodinamico che ci ha consentito di scendere di parecchi secondi, ma qui oltre ai lunghi rettifili ci sono curve perlopiù lente, quindi dovremo attenderci un incremento contenuto delle prestazioni.

In ogni caso, sarà una sfida eccitante, con tutta la storia ed il fascino che Monza porta con sé: riesci a descrivere la sensazione che si prova gareggiando su questo circuito?

Si avverte ogni volta un'atmosfera assolutamente speciale. E' incredibile il calore di tutti i fans...credo che una cosa simile si possa verificare soltanto a Silverstone, in Giappone e qui in Italia.

Quindi ami in particolar modo queste tre piste?

Direi proprio di sì, sono le mie preferite. Aggiungerei anche Spa. Sono tracciati alla vecchia maniera, hanno un disegno molto caratteristico e una personalità fuori dal comune. Amo le sfide e questi tracciati mi esaltano.

Dunque non sei un amante dei tracciati cosiddetti di "nuova generazione"? Puoi spiegarci cosa non ti piace di quest'ultimi?

Mah, in generale hanno una carreggiata troppo larga e sono talvolta troppo semplici...il margine d'errore è così elevato che puoi permetterti di uscire di pista e poi rientrare senza danni. Di sicuro preferisco le piste "old school"!

Parliamo della tua stagione sino a questo punto. Ti reputi soddisfatto? Se potessi darti un voto, quale sarebbe?

Credo che finora sia stata una stagione particolare e a tratti divertente. Da un certo punto di vista, in determinate situazioni ho avuto parecchia sfortuna e ci sono stati diversi punti bassi. Ma in altre situazioni credo di aver guidato come mai prima d'ora. Credo che abbiamo un gran potenziale quest'anno ma non siamo riusciti per il momento ad esprimerlo fino in fondo, ma adesso il mio obiettivo è quello di sfruttare tutte le occasione da qui sino al termine della stagione.

Quanto è importante il fatto di sapere che il prossimo anno non cambierai team e dunque avrai la possibilità di proseguire il percorso intrapreso con Haas?

Significa molto per me, ha una grande importanza. E' un team in cui mi piace davvero tanto lavorare, sento di aver imparato molto da loro ma che anche la squadra sia migliorata grazie a me. Entrambi siamo cresciuti in questa stagione: si tratta di una realtà che ha una mentalità molto aperta e propositiva, ed inoltre non ci sono giochi politici. Niente balle tra di noi, solo grande sincerità e voglia di lavorare.

Un nuovo modo di approcciarsi a questa realtà della Formula 1, per un team giovane come Haas...

Direi proprio di sì. Ed è un metodo che funziona, se mettiamo a confronto il budget a disposizione di alcuni competitors con il nostro: abbiamo un ottimo rapporto tra punti realizzati e dollari investiti! E questo non fa altro che dimostrare l'efficienza di questo metodo di lavoro...

Monza rappresenta anche la gara di casa per Ferrari: quanto è importante la vostra partnership per il processo di crescita della scuderia?

Una grossa parte della nostra vettura è italiana, grazie anche a Dallara che realizza il telaio e alla stessa Ferrari che si occupa della Power Unit e non solo. Sarà una grande esperienza gareggiare qui a Monza con una macchina quasi del tutto italiana, seppur in un team americano!

Poco fa abbiamo visto nel paddock la presentazione della nuova monoposto di Formula 2, dotata del sistema Halo: cosa ne pensi di questa novità? Pensi che la Formula 1 stia diventando per certi versi "eccessivamente" sicura o credi che si tratti di un passo dovuto e necessario per salvaguardare l'incolumità dei piloti?

Non fraintendermi: non vorrei mai che la Formula 1 diventasse più pericolosa. Ma sicuramente il rischio e l'adrenalina fanno parte del fascino e dell'essenza di questo sport, del percorso necessario per raggiungere qualsiasi risultato. In ogni caso è un qualcosa che non posso controllare, pertanto qualsiasi decisione verrà presa dovremo accettarla e convivere con essa. Per quanto mi riguarda penso soltanto a rimanere in Formula 1 il più a lungo possibile e a fare del mio meglio, in qualsiasi situazione.

Ma almeno dal punto di vista estetico, che giudizio potresti dare su Halo?

Sicuramente non mi piace. Ma correrò comunque, non è un qualcosa che ci impedirà di farlo...ho già avuto modo di provarlo e la visibilità non è perfetta, però ci abitueremo.

Una curiosità: chi è il tuo miglior amico nel paddock tra i tuoi colleghi? Forse Nico Hulkenberg...

Ahah! (ride). Devo dire che non ho nessun miglior amico nel paddock, ma non è che io non sia amichevole! E' un po' dura sviluppare le amicizie in questo mondo: nel paddock ci sono diversi ragazzi bravi e simpatici, ma non credo sia possibile intraprendere un'amicizia nel vero senso della parola. E' un aspetto che richiede molta fiducia reciproca, qualcosa in cui credere, e spesso non risulta possibile con altri piloti.

Quanto è importante la tua presenza in Formula 1 per un paese come la Danimarca?

E' molto piacevole il supporto che ricevo dalle persone del mio Paese: molti seguono le gare, in tanti viaggiano per assistere dal vivo alle gare, tant'è vero che un po' ovunque vedo bandiere danesi...persino in Australia! Tutto questo è molto importante per me...e anche qui in Italia sarà fantastico correre con quest'atmosfera!

Da Monza - Marco Privitera