28 anni, originario di Palmerston North (Nuova Zelanda), Brendon Hartley è "atterrato" sul pianeta Formula 1 lo scorso anno, a partire dalla gara di Austin, per sostituire Pierre Gasly prima e Daniil Kvyat poi in sella alla Toro Rosso. Da lì è arrivata poi la conferma per la stagione 2018 come pilota della scuderia di Faenza al fianco proprio del francese, per quella che sarà la sua prima annata da titolare nella massima serie. Eppure, non tutti sanno che Hartley detiene dei trascorsi mica da ridere nel Circus: entrato a far parte dell'orbita Red Bull nel 2008, ha ricoperto il ruolo di collaudatore nelle stagioni 2009 e 2010, prima di approdare in Mercedes dove ha svolto il medesimo ruolo nel biennio 2012-2013. Chiusa momentaneamente l'esperienza in Formula 1, Hartley è quindi passato alle ruote coperte, conquistando con Porsche una 24 Ore di Le Mans e due titoli iridati WEC. Numeri importanti, che hanno convinto la Red Bull (e più nello specifico la Toro Rosso) a richiamarlo un po' a sorpresa nel Circus. Ed eccolo, quindi, pronto per affrontare una nuova e (per certi versi) inaspettata avventura.

Bentrovato Brendon! Prima di tutto: come hai trascorso la stagione invernale? Un po' di relax, allenamenti, magari anche tante ore al simulatore...

Prima di tutto ho pensato a staccare la spina! La parte conclusiva della scorsa stagione era stata davvero molto impegnativa...avendo dovuto affrontare praticamente una gara ogni week-end. Prima di Natale sono andato a casa, in Nuova Zelanda, a trascorrere un po' di tempo con la famiglia, gli amici e...in giro con la mia mountain bike! E' stato un periodo fantastico: ho potuto ricaricare le batterie e tenere il telefono spento, prima di tornare in Europa. Da un mese e mezzo mi sto dedicando principalmente all'allenamento con il mio nuovo preparatore, in maniera tale da potermi presentare nel migliore dei modi al via della nuova stagione. Mi sento molto in forma, felice: non vedo l'ora che inizi il campionato!

Parlando di questi test: è stato divertente ieri vedere la nevicata che si è abbattuta sul circuito. Forse voi piloti vi siete divertiti un po' meno, vista l'impossibilità di girare...

Sì, è stato un po' frustrante per tutti. I test in Formula 1 sono molto limitati, poichè abbiamo solo otto giorni prima dell'inizio della stagione da condividere con il compagno di squadra, dunque per me aver perso la giornata di ieri è stato decisamente negativo. Naturalmente non possiamo...controllare il meteo, anche se nessuno si sarebbe atteso la neve in questo periodo dell'anno a Barcellona. Abbiamo comunque tentato di massimizzare il tempo a disposizione, anche durante le soste ai box e nel corso degli installation lap. E' stato un peccato anche per gli spettatori presenti in tribuna, ma il problema principale derivava dalla temperatura dell'asfalto che non ha mai superato i 2-3 gradi: in queste condizioni le gomme semplicemente non funzionano. E' una cosa complicata da spiegare alla gente le difficoltà che si trovano al volante di una vettura di Formula 1 in quella situazione, ma spero che la prossima settimana tutto possa andare meglio.

Nonostante il poco tempo avuto a disposizione in pista, che sensazioni hai provato con la nuova Power Unit Honda? 

E' stato un inizio davvero molto positivo. Già quando mi sono recato in fabbrica due o tre settimane fa si respirava un certo ottimismo. Loro preferiscono mantenere i piedi per terra, ma dal nostro punto di vista il fatto di poter usufruire del supporto ufficiale in esclusiva di un partner come Honda rappresenta una grande opportunità. Sta andando tutto molto bene: l'affidabilità è già eccellente ed abbiamo migliorato le nostre performance dal primo al secondo giorno. Avremo ulteriore possibilità di crescere nel corso della stagione, cosa che in effetti non è avvenuta durante lo scorso anno. Se devo farti un paragone tra i due motori questo mi risulta difficile al momento, ma posso confermarti che l'affidabilità è già eccellente e siamo tutti molto contenti di lavorare con Honda.

Dunque alla fine dei test a che punto di aspetti di essere in termini di performance e affidabilità?

Credo che se proseguissimo su questa strada sarei molto contento. La situazione peggiore sarebbe quella di ritrovarsi alla vigilia della prima gara con tante componenti ancora da provare, ma non credo che questo accadrà. Siamo molto fiduciosi e puntiamo a continuare in questa maniera.

La tua carriera è stata un po' strana sotto certi punti di vista, con l'avvicinamento al mondo della Formula 1, il successivo passaggio alle ruote coperte e questo ritorno nel Circus. E' stato complicato dover gestire questa situazione ed adattarsi ad un tipo di vettura completamente diverso?

Sì, è stata una grossa sorpresa per molti, anche per me. Ho avuto un'opportunità dieci anni fa, ma in quella circostanza non feci un buon lavoro e non fui capace di gestire la pressione. Sono tornato in Formula 1 a 28 anni, più forte e preparato, ma credo che il programma in LMP1 mi abbia fatto crescere. Si tratta di vetture completamente diverse, ma negli ultimi anni ho avuto modo di lavorare in una realtà molto professionale ed esigente, e questa è stata una situazione ideale per preparare il mio ritorno in Formula 1. So che non si tratta di un percorso "convenzionale", ma sono fermamente convinto che il lavoro paghi.

Come sei stato accolto dagli altri colleghi del paddock? Hai potuto stringere amicizia con qualcuno di loro?

Devo dire che conoscevo già buona parte del personale tecnico, visti i miei trascorsi in Red Bull e Toro Rosso prima e l'esperienza con Mercedes poi. Lo stesso vale anche per quanto riguarda i piloti, visto che avevo già corso contro una buona parte di loro nelle categorie inferiori. Daniel Ricciardo è stato uno dei miei accompagnatori nel giorno del mio matrimonio ed è uno dei miei migliori amici, poi a Monaco mi capita di frequentare Vandoorne o Ericsson, dunque è stato tutto molto naturale. Devo dire che ho avvertito da parte loro molta stima e rispetto quando sono arrivato nel paddock lo scorso anno: evidentemente avrò combinato qualcosa di buono nella mia carriera!

Da Montmelò (Spagna) - Marco Privitera