Prova ne è la presentazione del suo nuovo libro, realizzato in collaborazione con il giornalista Gianluca Gasparini e dal titolo assai eloquente: "Volevo solo pedalare...ma sono inciampato in una seconda vita". Una sala affollata, non soltanto di tifosi e appassionati di sport, bensì di persone di ogni età, sesso e...condizione: perchè l'impatto di una storia come quella di Alex è veramente in grado di arrivare in maniera trasversale e indistinta a chiunque, senza distinzioni di alcun tipo. Persone alle quali il campione bolognese ha raccontato semplicemente sé stesso, attraverso un percorso che lo ha condotto dal dramma del Lausitzring nel 2001 in cui perse entrambe le gambe fino agli ori paralimpici di Londra e Rio. Una storia fatta di cadute e risalite, di obiettivi e sacrifici, il tutto accompagnato da una testarda forza di volontà e un pizzico di follia.

Alex, eccoci dunque a Milano per la presentazione del tuo nuovo libro: "Volevo solo pedalare...ma sono inciampato in una seconda vita". Un titolo che è già tutto un programma, ce ne vuoi parlare?

Mah, più che un programma è una metafora...in realtà è abbastanza emblematico di quello che è diventato il mio modus operandi, ovvero il modo più efficace di fare le cose che ho appreso soltanto con il passare del tempo. Ovvero: provo a fare le cose che più mi appassionano, quelle che mi divertono di più e forse proprio per questa ragione mi riescono anche bene! Il tutto poi mi ha portato anche all'incasso di piacevolissimi valori aggiunti, come l'affetto delle persone o anche la stessa esposizione mediatica, visto che se avessi conquistato un Gran Premio di Formula 1 non sarei riuscito a cogliere le medesime soddisfazioni. Il titolo quindi rappresenta un po' quanto da me fatto nel corso del tempo: io volevo solo pedalare, ma poi sono incappato in una nuova vita...

Questo libro può rappresentare una sorta di secondo capitolo della tua vita, visto che arriva a distanza di tredici anni dal primo, ovvero il fortunatissimo "...però, Zanardi da Castelmaggiore"? Anche perchè esso si chiudeva con una frase abbastanza profetica: "E adesso sotto con il resto". Diciamo che ti sei dato parecchio da fare...

Sì, anche se aveva una specie di doppio senso, perchè quello che tu hai definito era quello che intendevo io, mentre al mio co-autore Gianluca Gasparini, il quale è anche un amico ed è riuscito a rendere brillante tutto ciò, serviva una frase per chiudere 'ad effetto' il libro, mentre io invece l'ho preso in parola...(ride). Dopodichè questo non è il lato-b della mia biografia, poiché essa è terminata quel giorno: io ho fatto un incidente, quindi sono riuscito a tornare a fare più o meno le cose che facevo prima, ma comunque con la stessa intensità. E questo ha dato un senso al fatto di sedersi e raccontare, cosa durante la quale ci siamo divertiti davvero tanto. In questo libro però c'è anche l'analisi di come io sia arrivato a pensare di poter fare certe cose, in quanto il segreto spesso è proprio quello: ovvero il fatto di dire 'io è lì che voglio andare'. Perchè se, come dicevo prima, ami ciò che stai facendo, alla fine le cose riescono anche più facilmente. 

In questa tua seconda vita, è stato più complicato rimettersi al volante di una vettura da corsa e tornare a vincere come hai fatto recentemente al Mugello, conquistare la medaglia d'oro alle Olimpiadi o improvvisarti nel ruolo di conduttore televisivo?

Ah...(ride), sono tutte cose che presentano una serie di complicazioni e al tempo stesso di aspetti appassionanti, i quali diventano tutti molto semplici nel momento in cui ti diverti a farlo e di conseguenza piacevole anche il fatto di mettersi al lavoro e tentare di risolvere i problemi. Però partono tutti da una fase di studio e analisi, in cui occorre pianificare ciò che serve per mettere a punto il progetto, per poi sentire il piacere di mettersi nuovamente alla prova. Dopodichè se ci sono riuscito significa che non ero stato tanto folle nel pensare di ritenermi capace di poter fare certe cose. Io sono bravo forse in quello: nello scegliermi gli obiettivi, poichè naturalmente non sono mica bravo a fare tutto. Basterebbe chiedere a mia moglie e te ne darebbe la prova...

Marco Privitera