Con il ritorno del Gran Premio d'Austria nel calendario iridato della Formula 1, appare quantomeno doveroso ricordare Jochen Rindt, pilota dotato di enorme talento ma purtroppo ricordato anche per essere l’unico ad aver vinto il titolo di campione del mondo alla memoria, avendo concluso in testa alla classifica la stagione 1970 nonostante l'incidente mortale che lo vide protagonista nelle qualifiche del Gran Premio d’Italia a Monza.

Questa è la sua biografia.

Jochen Rindt nasce il 18 agosto 1942 a Mainz, in Germania, nel pieno svolgimento della seconda guerra mondiale, figlio di un commerciante di spezie tedesco e di madre austriaca. Durante i bombardamenti, entrambi i suoi genitori rimangono uccisi quando ha solo quindici mesi; il piccolo Jochen viene quindi allevato dalla famiglia del nonno, il Dottor Hugo Martinowitz, avvocato della città di Graz in Austria, motivo per cui avrebbe sempre corso con licenza austriaca pur non prendendo mai la cittadinanza.

Frequenta la scuola e ha la possibilità di conoscere Helmut Marko; comincia già da giovane a provare il brivido degli sport motoristici e a quindici anni viene inviato a Chichester per imparare l’inglese e studiare, anche se la sua passione per le corse sembra non avere freni.

Dopo essersi occupato per un breve periodo dell’azienda di famiglia, la Klient & Rindt (società di spezie), inizia a gareggiare nel 1961 con una Simca Monthlery in competizione rallistiche, per poi passare nel campionato Turismo dove con una Giulietta umilia una E-Type con cui si era confrontato durante una gara in salita.

Nel 1963, insieme all’amico Kurt Bardi-Barry, corre per il team Ecurie Vienne, ma mentre Jochen si deve accontentare della vecchia Cooper T59, Kurt acquista la nuova Cooper TT67 e nella prima prova del Campionato italiano di Formula Junior a Vallelunga, Jochen segna la pole position e la settimana dopo vince la gara a Cesenatico. Prosegue la stagione partecipando a altri eventi della F.Junior: nel primo appuntamento del campionato tedesco a Eifelrennen conclude terzo e al Gran Premio di Monaco è invece costretto al ritiro.

Agli inizi del Febbraio 1964 si verifica la morte del compagno e amico Kurt Bardi-Barry per un incidente stradale; nel frattempo la Ford Austria, vedendo il talento di Rindt, decide di sostenerlo nella sua carriera di pilota e grazie a questo contributo, si procura una Brabham BT10 motorizzato Cosworth SCA di Formula 2.

Nella seconda fase del campionato britannico Autocar F.2 ottiene prima un secondo posto a Mallory Park e dopo vince la gara di Crystal Palace, che lo porta alla ribalta per aver sconfitto piloti come Clark e Stewart. Ottiene il quarto posto a Eifelrennen cedendo solo a piloti come lo stesso "scozzese volante", Attwood e Spence.

Durante il campionato francese, Jochen è invece poco fortunato nelle gare svolte su i circuiti di Avus, Reims, Albi e Montlhéry, ma ottiene il terzo posto a Clermont-Ferrand. Dopodiché corre in Inghilterra, dove ottiene il sesto posto a Brands Hatch mentre si ritira a Oulton Park per problemi alla frizione.

Grazie ai risultati ottenuti in F.2 Jochen viene scelto per guidare nella 24 ore di Le Mans sulla Ferrari NART in coppia con David Piper, ma in quella occasione non ha nemmeno la possibilità di scendere in pista, poiché durante il turno di guida di Piper il motore scoppia e quindi il team è costretto al ritiro.

Nello stesso anno debutta nel Mondiale di Formula 1 nella gara di casa in Austria, sul circuito di Zeltweg, dove guida una Brabham BT 11 del team RRC Walker Racing Team: Rindt è però costretto al ritiro durante il 58° giro per problemi al cambio.

L’anno successivo è più presente in Formula 1: debutta come pilota ufficiale del team Cooper Car Company insieme al pilota Bruce Mclaren e nella sua prima gara della stagione nel Gran Premio del Sud Africa è costretto al ritiro al 39 giro per problemi all’impianto elettrico, mentre nella gara successiva a Monaco, dove debutta la Cooper T77, non riesce a qualificarsi. Il Gran Premio del Belgio è la prima gara terminata da Rindt in undicesima posizione, mentre nella gara in Francia, Rindt è costretto al ritiro durante il terzo giro per incidente; nel Gran Premio d’Inghilterra accusa al 38° giro problemi di accensione e nel Gran Premio d’Olanda problemi alla pressione d’olio.

Nel giorno di Jim Clark e della Lotus nel Gran Premio di Germania, Rindt riesce a marcare i suoi primi tre punti nel campionato del mondo di Formula 1, dopodiché riesce a concludere il Gran premio d’Italia in ottava posizione, mentre nel Gran Premio degli Stati Uniti riesce di nuovo a ottenere un punto arrivando sesto. In Messico, infine, non riesce a concludere la gara per problemi di accensione. Rindt conclude la sua prima vera stagione di Formula 1 con quattro punti e il tredicesimo posto nella classifica piloti.

Firma un contratto in Formula 2 con Roy Winkelmann e guida una Brabham BT16 Cosworth con compagno di squadra Alan Rees. Dopo un avvio poco felice, Jochen riesce a collezionare un terzo posto a Pau e Vallelunga, un quarto posto al Crystal Palace e la vittoria a Reims. Si verificano guai al motore nella gara a Rouen, ma a Pergusa le vetture finiscono al primo e secondo posto, mentre ad Albi arriva il quarto posto. Nella Gold Cup del 1965, Rindt vince a Eifelrennen e nella gara finale della stagione a Brands Hatch, dove ottiene una vittoria schiacciante.

Rindt ritenta nuovamente alla 24 ore di Le Mans con la Ferrari e questa volta si trova come compagno Masten Gregory: i due conquistano il successo riuscendo ad ottenere quindi l’ultimo successo assoluto ad oggi del Cavallino Rampante nella prestigiosa gara francese.

La stagione 1966 comincia per la scuderia Cooper con il passaggio dal motore Climax al motore Maserati. La prima gara, il Gran Premio di Monaco, si conclude al 56° giro per problemi al motore. In quella successiva a Spa riesce a qualificare la sua Cooper in prima fila accanto all’autore della pole John Surtees, il pilota del team Ferrari. Jochen conclude in seconda posizione e questo si rivela il primo podio della sua carriera. Nel Gran Premio di Francia arriva al traguardo in quarta posizione e continua la serie di piazzamenti a punti nel Gran Premio di Gran Bretagna con il quinto posto. Nel Gran Premio d’Olanda è costretto al ritiro per incidente, dopo essere partito in sesta posizione, durante il secondo giro. Nel Gran Premio di Germania torna a punti conquistando un altro podio con il terzo posto dopo essere partito nono; nel Gran Premio d’Italia arriva ai margini del podio con un quarto posto. Conquista il terzo podio con un secondo posto nel Gran Premio degli Stati Uniti, nonostante abbia finito la benzina nel penultimo giro. Nell’ultimo Gran Premio della stagione, quello del Messico, si ritira per problemi alle sospensioni. Conclude la sua seconda stagione di Formula Uno al terzo posto.

La stagione 1967 in Formula 1 si rivela ricca di insoddisfazioni per Rindt: riesce a concludere solo in due occasioni, in Belgio e in Italia, dove riesce a conquistare il quarto posto. Per il resto colleziona solo ritiri e conclude solamente al tredicesimo posto con sei punti iridati.

E’ invece ricca di successi la sua stagione in F.2 dove vince in ogni gara: Snetterton, Silverstone, Pau, Nurburgring, Reims, Rounen, Tulln-Langenlebern, Brands Hatch e Hameenlinna. Essendo iscritto al Campionato del Mondo di Formula 1, non può aggiudicarsi il campionato di Formula 2. In quell’anno partecipa anche alla 500 miglia di Indianapolis: Rindt ha un brutto incidente in cui l’auto prende fuoco, ma riesce ad uscire subito dalla vettura e viene classificato alla fine in ventiquattresima posizione.

Al termine dei tre anni trascorsi in Cooper, Rindt passa nel team di Jack Brabham per sostituire il licenziato Denny Hulme, passato alla McLaren per il 1968. La Brabham monta sulla sua vettura il motore Repco e il nuovo propulsore risulta essere abbastanza fragile. Dopo aver ottenuto il terzo posto nel Gran Premio del Sud Africa, si succedono infatti i ritiri nel Gran Premio di Spagna (pressione ad olio), nel Gran Premio di Monaco (incidente), nel Gran Premio del Belgio (motore), nel Gran Premio d’Olanda dopo essere partito secondo per problemi di accensione, nel Gran Premio di Francia dopo essere partito in pole position (perdita di benzina), nel Gran Premio di Gran Bretagna (perdita di benzina), fino ad arrivare al secondo e ultimo piazzamento a punti dell’anno, con un terzo posto conquistato nel Gran Premio di Germania. Nel Gran premio d’Italia di nuovo problemi al motore fanno finire prima del tempo la corsa di Rindt così come nel Gran Premio del Canada, nel Gran Premio degli Stati Uniti e nel Gran Premio del Messico, dove accusa problemi d’accensione. Conclude al 12° posto con otto punti.

Di nuovo, la stagione di Formula 2 si rivela però ricca di soddisfazioni: Rindt conquista la vittoria a Thruxton, Zolder, Crystal Palace, Hockenheim, Tulln Langenlebern e-Enna-Pergusa.

Seppur destinato a rimanere con la Brabham anche per la stagione 1969, Colin Chapman sottopone al pilota austriaco un'offerta irrinunciabile: convinto anche dal suo manager, un certo Bernie Ecclestone, passa così alla Lotus.

La stagione 1969 comincia bene, con due vittorie nella serie Tasman, mentre in F.2 ha continua con Winkelmann correndo con la Lotus 59B, dove si dimostra anche stavolta quasi imbattibile: viene sconfitto solo a Vallelunga dal suo compagno di squadra Graham Hill.

La stagione di Formula 1 vede Jochen fare i conti con molti ritiri, prima di arrivare a totalizzare punti e a conquistare la sua prima vittoria con la Lotus 49B. Rindt conquista la seconda posizione sulla griglia di partenza del Gran Premio del Sud Africa, ma dopo è costretto al ritiro per la rottura della pompa di benzina; nel Gran Premio di Spagna, dopo essere partito in pole position, ha un terribile incidente dove riporta fratture facciali e subisce una commozione cerebrale, tale da fargli saltare il Gran Premio di Montecarlo. Ritornato nel Gran Premio di Olanda, Jochen conquista di nuovo la pole, ma di nuovo la rottura di un giunto lo costringe al ritiro; in Francia, partito dalla terza posizione è costretto di nuovo al ritiro, mentre in Gran Bretagna Jochen conquista i suoi primi punti della stagione con un quarto posto che gli frutta quattro punti. Di nuovo al Gran premio di Germania è costretto al ritiro a causa di problemi di iniezione sulla sua vettura. A Monza conquista nuovamente la pole position e finisce secondo, mentre nel Gran Premio del Canada arriva un altro podio con il terzo posto. Nel Gran Premio degli Stati Uniti, svoltosi sul circuito di Watkins Glen, arriva la prima vittoria di Jochen Rindt con la Lotus, che conquista oltre alla pole anche il giro veloce. Il decano dei giornalisti Denis Jenkinson si taglia la sua famosa barba, come aveva promesso in caso di vittoria del pilota austriaco, che considerava veloce ma senza testa. Jochen vince anche la gara più ricca di tutto il campionato (come gli amici scherzando gli sottolineano) portando a casa 500.000 dollari per la vittoria, nonché il quarto posto nella classifica piloti.

Intanto Rindt aveva collaborato con Axel Soler-Roig (figlio del medico che aveva curato Jochen dopo l’incidente in Spagna) il quale in seguito sarebbe diventato un pilota part-time nei Gran Premi nonché suo compagno di team al volante di una Porsche 908/2 nella 6 Ore di Jarama. Disastro completo invece a Indianapolis, dove Rindt, al volante di una STP Lotus 64 a turbina, accusa un problema allo sterzo che causa il suo ritiro.

La stagione 1970 vede Jochen cominciare con la vecchia vettura, la Lotus 49C, dove per problemi al motore è costretto al ritiro al 72° giro. Nel Gran Premio di Spagna fa il suo debutto la Lotus 72A, ma Rindt è di nuovo costretto al ritiro per problemi all'accensione. Costretto a tornare alla Lotus 49 nel Gran Premio di Monaco, conquista una grande vittoria, riuscendo a costringere all’errore il pilota australiano Jack Brabham dopo essere scattato dall'ottava posizione; nel Gran Premio del Belgio, che si corre tre giorni dopo la morte di Bruce Mclaren avvenuta durante un test per le vetture Can-Am a Goodwood, Jochen è di nuovo costretto al ritiro per problemi al motore durante il decimo giro. Nel Gran Premio d'Olanda ritorna di nuovo la Lotus 72 nella versione C, che Rindt porta subito alla vittoria conquistando anche la pole position. Nel Gran Premio di Francia, dopo essere partito sesto sulla griglia, riesce nuovamente a vincere, così come nel Gran Premio di Gran Bretagna dove ottiene anche la pole position; stesso risultato nel Gran Premio di Germania dove, dopo essere partito dalla seconda posizione, riesce a battere Jack Ickx in volata. Dopo queste vittorie dichiara: “E’ un po’ troppa questa fortuna. Comincio a preoccuparmi perché potrebbe non continuare”; infatti, nel Gran Premio di casa in Austria, è costretto al ritiro mentre a vincere è il pilota della Ferrari Jack Ickx che riaccende le speranze dei tifosi ferraristi sulla vittoria finale del titolo.

Il Gran Premio di Monza vede Rindt con un margine di sicurezza sugli avversari principali: 20 punti su Brabham e 26 su Jacky Ickx, il quale può disporre di una Ferrari finalmente competitiva. Dopo le poco convincenti prove del venerdì, Rindt cerca di migliorare il tempo il sabato, durante le prove ufficiali, per tentare di conquistare la pole position: è il 5 settembre 1970. Alle ore 15.25 la Lotus si avvicina alla Parabolica, ma improvvisamente scarta a sinistra verso il guard rail. Denny Hulme, pilota McLaren, ricorda: “La vettura andò leggermente a destra, poi a sinistra e poi di nuovo a destra. Dopo si spostò bruscamente a sinistra e stava iniziando un testa coda, quando urtò il guard rail”. Sulla Lotus aveva ceduto il semiasse anteriore che collegava anche il disco del freno. Priva di controllo, impatta contro il guard rail: il pilota avrebbe potuto salvarsi, se una delle ruote non si fosse impuntata in una buca scavata nel terreno forse da qualche spettatore, e che nessuno degli organizzatori e responsabili dell’impianto aveva chiuso. La vettura, scardinata nella parte anteriore, fa perno su sé stessa e si ferma lungo la via di fuga dopo una serie di testacoda. Ai soccorritori si presenta una scena davvero raccapricciante, in quanto dalle ferite non esce più sangue: segno che il cuore ha smesso di battere.

Viene aperta l’ennesima inchiesta della magistratura italiana, che stavolta punta con decisione il dito contro la Lotus ed i suoi progettisti: Chapman e Philippe, per la presunta scarsa sicurezza del mezzo. I due, per anni, non sarebbero più entrati in Italia per timore di venire arrestati.

Jack Ickx prova comunque a vincere il titolo, ma durante il Gran Premio degli Stati Uniti, il giovane pilota brasiliano Emerson Fittipaldi conquista la vittoria e Jochen il campionato del mondo. Jack Ickx dichiarerà in seguito che non gli sarebbe piaciuto vincere il titolo contro un avversario che non poteva difendersi.

Jochen lascia la moglie Nina e la piccola Natasha di soli due anni; nel periodo precedente dell’incidente stava meditando il ritiro, come dichiara ad Heinz Pruller, commentatore sportivo della televisione di Stato Austriaca ORF: “Mi voglio ritirare quando divento campione del mondo”. E alla domanda di Pruller: “Ma se vinci il titolo non vorresti continuare e provare a battere il record di gran premi vinti di Jim Clark?”, Rindt risponde “No, guarda Jimmy dov’ora”.

Jochen Rindt ha conquistato sei vittorie in Formula 1 e 23 vittorie in Formula 2, senza mai potersi mai aggiudicare il titolo in questa categoria proprio perché contemporaneamente impegnato nella massima formula.

Chiara Zaffarano

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