Nella terza gara IndyCar 2023 il pubblico presente sugli spalti di Long Beach ha assistito ad un Grand Prix ad alta tensione, vinto alla fine da Kyle Kirkwood. Il successo del giovane americano ha acceso un’importante luce sul grande lavoro svolto in questi mesi da Andretti Autosport, team voglioso di rivincita dopo un 2022 con più ombre che luci. A Barber, tra due settimane, sarà però Marcus Ericsson a presentarsi da leader, dopo il weekend non propriamente immacolato di Pato O’Ward.

Doppio podio con Kirkwood e Grosjean

Finalmente, dopo un 2022 passato ad ambientarsi nella categoria regina, e dopo aver vinto tutto nelle propedeutiche, Kyle Kirkwood ha potuto festeggiare la prima vittoria in carriera. Un traguardo ampiamente meritato, dopo aver guidato la gara per 53 passaggi sugli 85 previsti, e dopo la pole del sabato. Il lavoro svolto dagli uomini di Andretti sulla #27 è stato perfetto, così come quello degli uomini del muretto, con il buon Bryan Herta in testa, che hanno individuato la strategia migliore in un Gran Premio stravolto dalla bandiera gialla uscita a causa del botto di Dixon.

Ma non è stato solo Kirkwood a portare in alto le vetture di Michael Andretti. Alle sue spalle, infatti, ha chiuso Romain Grosjean, finalmente lontano dai guai sui viali di Long Beach. Il francese, nel finale, non ha attaccato il team mate soprattutto a causa di un consumo di carburante che sarebbe stato troppo elevato in caso di utilizzo di troppi push to pass. A completare l’ottima giornata è arrivato il quarto posto di Colton Herta, che conferma così l’ottimo feeling di tutto il team Andretti con questo tracciato storico, peraltro già evidenziato negli anni passati, quando il figlio d’arte ottenne anch’egli il successo.

Ericsson torna leader

Sornione, concreto e aggressivo quando serve: Marcus Ericsson è da un paio d’anni a questa parte una garanzia nel mondo IndyCar. Sneaky Swede, come lo chiamano da quelle parti, ha ottenuto il terzo posto a Long Beach, riportandosi così in vetta alla classifica del campionato. Una gara accorta, la sua, che lo ha portato a pochi secondi dai due battistrada, senza però riuscire a raggiungerli dopo un paio di bei sorpassi ai danni di Palou e Herta.

Lo spagnolo, che qui conquistò l’Astor Cup nel 2021, ha chiuso quinto, mentre molto peggio è andata all’altro pilota di punta di casa Ganassi. Scott Dixon, infatti, si è trovato coinvolto in un contatto con l’arrembante Pato O’Ward al giro 20, rovinando la sua gara finendo contro le barriere di curva 5. Il messicano è stato certamente aggressivo, ma da un pilota esperto come il kiwi forse era lecito attendersi una reazione più pronta, che gli permettesse di evitare il contatto.

Pato, quando l’aggressività non paga

O’Ward arrivava a Long Beach da leader del campionato, ma senza vittorie. Il driver McLaren voleva a tutti i costi il grande risultato, e molto probabilmente questo lo ha portato ad esagerare già dal sabato. Alla fine della Fast 12, infatti, quando il suo ingegnere gli chiedeva di risparmiare le gomme, lui non lo ha ascoltato, continuando a spingere per far segnare il tempo. Questo, però, lo ha portato poi a non avere più un set nuovo per l’ultima sessione, qualificandosi così sesto.

Durante il GP, poi, se il primo incidente (quello con Dixon) è parso più che altro un contatto di gara, il secondo invece sembra essere più un errore di Pato. Tentare, infatti, in quel frangente un doppio sorpasso ai danni di Kirkwood e Ericsson era quantomeno prematuro. Insomma, la smania di ottenere un risultato positivo è stata cattiva consigliera per O’Ward. Peccato, perché nelle prime prove libere aveva mostrato di essere ancora il più veloce del lotto. Ma questo, purtroppo, non basta ad essere vincente, specialmente da queste parti.

L’appuntamento con la quarta gara IndyCar è tra un paio di settimane a Barber; vedremo chi sarà il migliore sulla prima pista permanente di questa bellissima stagione.

Nicola Saglia