La corsa per il titolo sembra essere diventato un affare a due tra Dixon e Josef Newgarden con il primo round andato decisamente a favore del più esperto neozelandese. E' questo il verdetto della gara di Toronto che, come ci si aspettava, non ha lesinato emozioni e colpi di scena per tutta la durata degli 85 giri.

La cronaca. Alla bandiera verde è già bagarre allo stato puro con Ryan Hunter-Reay che, favorito da una staccata al limite di Will Power, recupera ben tre posizioni risalendo fino alla terza. Più indietro Takuma Sato e Marco Andretti non sono da meno, con quest'ultimo che gira alla prima curva in nona posizione.

Al giro 27 il primo colpo di scena: Hunter-Reay e Sebastien Bourdais, nel giro di poche curve di distanza, finiscono contro le gomme di protezione mentre, in contemporanea, Will Power ed Alexander Rossi vengono a contatto tra di loro, con il vincitore della 500 Miglia di Indianapolis che deve rientrare ai box per riparare la sospensione posteriore destra danneggiata.

Il successivo restart dura davvero pochissimo ma scatena l'episodio che decide la gara: Newgarden alla prese con un fastidioso sottosterzo tocca il muro nella curva che precede il rettilineo principale, perdendo oltre alla leadership anche diverse posizioni. Ma è il caos che si scatena in curva 1 a richiedere per la seconda volta l'intervento della vettura di sicurezza, con ben 4 vetture coinvolte in una mega carabombola innescata da Graham Rahal.

Alla green flag la situazione vede sempre Scott Dixon comandare le operazioni seguito da Robert Wickens e Robert Pagenaud con poco più indietro Marco Andretti e Takuma Sato che innescano un duello senza esclusione di colpi dal quale esce vincitore il figlio di Michael che conquista, così, la quarta piazza. L'ultima caution di giornata, per il testacoda di Renè Binder, permette a tutti i protagonisti in pista di effettuare l'ultimo pit stop e al restart è spettacolo tra Wickens e Pagenaud con quest'ultimo che, senza fare eccessivi complimenti, si prende la seconda posizione e si lancia all'inseguimento di Dixon.

A poco poco il vantaggio accumulato dal neozelandese si riduce giro dopo giro anche a causa di un errore del pilota di Chip Ganassi, che si aggiunge al club dei "painters" (coloro che "baciano" i muretti nel gergo dell'IndyCar), permettendo al francese della Penske di portarsi a meno di due secondi di svantaggio.

Negli ultimi giri Dixon riesce nuovamente ad allungare transitando per primo sotto la bandiera a scacchi conquistando la terza vittoria stagionale, la numero 44 in carriera, e mettendo decisamente le mani sul campionato. Dietro al pilota neozelandese, finiscono a podio Simon Pagenaud e Robert Wickens mentre James Hinchcliffe (4°), Charlie Kimball (5°), Tony Kanaan (6°), Zach Veach (7°), Alexander Rossi (8°), Josef Newgarden (9°) e Marco Andretti (10) chiudono la top 10. In campionato Dixon prende, come detto, decisamente il largo con 464 punti con Newgarden a 402 mentre sembrano decisamente tagliati fuori dalla corsa al titolo Alexander Rossi a quota 394 punti, Ryan Hunter-Reay a 373 e Will Power a 371.

Prossimo appuntamento tra quindici giorni in Mid-Ohio per l'Honda Indy 200 dove Dixon ha trionfato per ben cinque volte.

Ordine d'arrivo

Vincenzo Buonpane