Lo aveva chiaramente fatto capire nelle dichiarazioni post qualifiche: a Lewis Hamilton la bandiera rossa (per via dell'incidente di Kvyat) non era proprio andata giù, convinto com'era di avere nel piede i decimi necessari per poter stare davanti al compagno di squadra Nico Rosberg.

E fin dallo start il Campione del Mondo in carica ha concretizzato in fatti quello che prevedeva il suo piano, e cioè affrontare la prima curva in testa. Missione compiuta perfettamente e con un pizzico di malizia, dopo aver accompagnato con dolcezza l'antagonista principale nella corsa al titolo verso l'esterno della pista, facendogli subire il sorpasso sia dalla Ferrari di Sebastian Vettel che dalla Williams di Vallteri Bottas. Il tutto mentre, immediatamente dietro, un contatto tra Felipe Massa e Daniel Ricciardo costringeva i due al rientro ai box per la sostituzione degli pneumatici danneggiatisi nell'impatto e, di fatto, compromettendo la gara di entrambi.

Hamilton imprimeva fin dalle prime tornate un ritmo pauroso alla corsa rifilando subito pesanti distacchi alla concorrenza, mentre dietro di lui impazzava la bagarre con Nico Rosberg che cercava di recuperare secondi su Bottas per lanciarsi all'inseguimento di Vettel, nel frattempo riuscito, approfittando della situazione, a scappare via.

Nelle retrovie era Max Verstappen a dare spettacolo, replicando con Ericcson il famosissimo sorpasso realizzato a Spa da Mika Hakkinen su Michael Schumacher, con Ricardo Zonta spettatore non pagante della spettacolare manovra: in questo caso il ruolo del pilota brasiliano spettava a Jenson Button che, come il compagno di squadra Alonso, dopo una buona partenza incominciava ad essere risucchiato verso il fondo del gruppo.

Iniziava quindi la girandola dei cambi con Vallteri Bottas che era il primo dei big a rompere gli indugi rientrando ai box per tentare un undercut su Sebastian Vettel: manovra che non riusciva per poco, dato che il finlandese della Williams rientrava alle spalle della Ferrari ma praticamente incollato agli scarichi della Rossa, a fronte di un distacco di quasi cinque secondi che pagava prima della sosta.

Dopo aver accusato dei problemi di surriscaldamento della power unit ed essere stato invitato dai box a far "respirare" l'unità Nico Rosberg, visto anche l'avvicinarsi di Kimi Raikkonen, decideva di rompere gli indugi e alla Casio Triangle si sbarazzava della Williams di Bottas con un bellissimo sorpasso in staccata.

Nelle retrovie, intanto, Verstappen continuava il suo show a base di sorpassi e dopo averne tentato uno davvero folle alla 130R su Kvyat, lo concretizzava ai danni di Fernando Alonso che in un team radio ("Un motore da GP2, un motore da GP2!") si sfogava contro la pochezza della power unit Honda. Che si sia arrivati al punto di rottura tra l'asturiano e il team di Woking? Il mancato annuncio del ritiro di Button, chissà, potrebbe essere un segnale in tal senso.

Si arrivava alla seconda tornata di cambi gomme che si apriva con il maldestro errore di Carlos Sainz jr il quale, urtando un paletto posto all'ingresso della pit lane, danneggiava l'ala anteriore della sua Toro Rosso spargendo pericolosamente dei detriti proprio all'ingresso della corsia box, mentre Kimi Raikkonen e la Ferrari riuscivano nell'undercut nei confronti di Vallteri Bottas, conquistando la quarta posizione.

Ma la tempestività e l'acume tattico del muretto rosso non si ripetevano con Sebastian Vettel che subiva il sorpasso ai box da parte di Nico Rosberg perdendo, quindi, la seconda piazza. Il numero 6 si lanciava alla caccia di Lewis Hamilton, arrivato ad accumulare dopo la sosta ai box una dozzina di secondi di vantaggio sul rivale.

Le fasi conclusive della gara vivevano di un paio di duelli e di momenti concitati, come quando Will Stevens si intraversava poco prima della Casio Triangle venendo miracolosamente evitato dall'accorrente Alexander Rossi (ammesso alla gara su decisione dei commissari nonostante avesse oltrepassato il 107%) e quando Max Verstappen nel medesimo punto sopravanzava il compagno di squadra Sainz jr proseguendo una battaglia senza esclusione di colpi tra i due. Un caso da esaminare in Toro Rosso, in particolar modo dopo le polemiche post Gran Premio di Singapore.

Hamilton andava a tagliare la bandiera a scacchi conquistando l'ottava vittoria stagionale (la seconda a Suzuka), la numero 41 in carriera (eguagliando così Ayrton Senna) e portando il suo vantaggio nella classifica iridata a 48 punti su Rosberg, con 125 ancora in palio. Da sottolineare il gesto del britannico sul podio, con lo sguardo rivolto al cielo quasi a voler salutare il compianto Jules Bianchi il quale, proprio un anno fa. subì il terrbile incidente che, dopo mesi di lotta, lo avrebbe portato alla morte.

In seconda posizione terminava Nico Rosberg, bravo a limitare i danni dopo una partenza non felicissima, con Sebastian Vettel a completare il podio seguito dal compagno Kimi Raikkonen. Dopo il successo di Singapore forse in Ferrari si aspettavano di più, ma l'importante era consolidarsi alle spalle dell'armata Mercedes.

Dietro il duo Ferrari Valtteri Bottas (5°) , con una Williams mai apparsa davvero in palla nel Sol Levante se non nelle qualfiche di ieri, uno strepitoso Nico Hulkenberg (6°) partito dal 13° posto, le due Lotus di Romain Grosjean (7°) e Pastor Maldonado (8°) e le due Toro Rosso di Max Verstappen (9°) e Carlos Sainz Jr (10°).

Gara da dimenticare per le due Red Bull, con Daniel Ricciardo (15°) penalizzato dal contatto al via con Felipe Massa e Daniil Kvyat (14°) che partito dalla pit lane a metà gara ha accusato noie ai freni riponendo ben presto nel cassetto  i suoi piani di rimonta.

Il prossimo appuntamento per il Circus della Formula 1 è il Gran Premio di Russia sul tracciato di Sochi il 9 ottobre dove, sicuramente Lewis Hamilton vorrà apporre un'altra mattonella per la conquista del suo terzo titolo mondiale.

Vincenzo Buonpane

Ordine d'arrivo Gran Premio Giappone