Orgoglio e gomme. Sono questi i due fattori che hanno deciso il destino dei protagonisti del Gran Premio del Brasile. L’orgoglio di Nico Rosberg, dominatore di un weekend che lo ha visto dimostrare al mondo come possa mettere dietro il suo compagno anche in gara. L’orgoglio di Felipe Massa, che davanti al suo pubblico conquista un terzo posto che ha quasi il gusto di una vittoria. L’orgoglio di Jenson Button, che alla vigilia di quello che potrebbe essere il suo addio alla Formula 1 dimostra di esserne ancora uno dei pezzi più pregiati. L’orgoglio di Kimi Raikkonen, autore finalmente di una gara che rassicura un pochino tutti coloro che temevano non fosse più l’Iceman di una volta.

Per quanto riguarda le gomme, invece, esse hanno condizionato tutti, a partire dal capolista Lewis Hamilton. Rimane il mistero del perché dal box sia arrivato l’ordine di continuare per un altro giro dopo il pit-stop di Nico, ma l’inglese ha già placato eventuali speculazioni assumendosi tutta la responsabilità per il testacoda che ha, almeno in parte, compromesso la sua rincorsa alla prima posizione. È stata una gara complessa, quella brasiliana: a tratti forse noiosa, almeno per chi stava davanti al televisore, di sicuro difficilissima e tirata dal primo all’ultimo giro per chi invece ha dovuto correrla, il che rende ancora più onore alle performance dei suoi protagonisti.

Si interrompe così la striscia vincente di Hamilton che durava da Monza e che aveva fatto pensare un po’ a tutti che i giochi fossero ormai fatti, con Lewis che può comunque consolarsi sapendo di poter ancora contare su 17 punti di vantaggio per la sfida finale ad Abu Dhabi. Non male, considerando il rischio che ha corso alla Descida do Lago. Per Rosberg, autore di un weekend quasi perfetto, l’impresa del colpaccio a Yas Marina sembra ora più possibile. Lui e Lewis dovranno sfruttare queste due settimane per riuscire a dare tutto il possibile, e anche qualcosina in più, sperando che sia la pista e non la sorte a decidere questo Mondiale.

Dietro il duo Mercedes ha di che gioire Felipe Massa. Davanti alla torcida di pubblico che ha riempito le tribune di Interlagos, la gara matta del pilota Williams gli ha fruttato un sudatissimo podio, che è bastato a ricompensare l’affetto dei suoi tifosi. In corsia box Felipe ha rischiato grosso, prima pasticciando con il limitatore e incorrendo in una penalità di 5 secondi e poi infilandosi tra i meccanici Mercedes per un misunderstanding di carattere cromatico che però non ha compromesso la sua bella gara. Sfortunato invece Valtteri Bottas, che è naufragato fino al decimo posto a causa di una serie di problemi nei pit-stop che non gli hanno permesso di concretizzare il potenziale di quella che ormai è a tutti gli effetti la seconda vettura più competitiva del lotto.

Subito ai piedi del podio la McLaren di Jenson Button, che mostra nuovamente quanto sia ancora meritevole di un volante in Formula 1 dopo 15 anni di carriera. Una gara solida quella del britannico, condotta con grinta, esperienza e senza errori, per ricordare ancora una volta che anche JB è un Campione del Mondo. Nonostante sia probabile il suo addio a fine stagione, il veterano ha dimostrato di averne ancora, e parecchio, rifilando una sonora batosta al giovane compagno Kevin Magnussen. Una performance ottima, quella di Button, considerando soprattutto i mezzi a disposizione, che gli vale quindi un soddisfacente quarto posto a una manciata di secondi da Massa e davanti a Sebastian Vettel.

Anche il tedesco, nonostante sia evidentemente già con la testa a Maranello, ha brillato a San Paolo, acchiappando una quinta piazza e riuscendo nel sorpasso in classifica piloti proprio su quel Fernando Alonso da cui erediterà il sedile, mentre il compagno Daniel Ricciardo è stato costretto a interrompere la sua impressionante striscia di piazzamenti a causa del cedimento di una sospensione della sua RB10. Poco male per l’australiano, che grazie alla sua sorprendente stagione è ancora saldamente al terzo posto in graduatoria iridata ed è già proiettato al suo 2015 da prima guida Red Bull.

Benino le Ferrari: si è rivisto un Raikkonen d’altri tempi battagliare come un leone con Button e Vettel prima e con Alonso poi, cedendo il passo solo in virtù di una strategia con doppia sosta (contro le tre degli avversari) che gli ha comunque permesso di agguantare un buon settimo posto alle spalle di Fernando. Rimane un po’ di delusione per un intoppo durante una delle due soste, senza il quale avrebbe forse finito la corsa davanti al compagno, ma la buona notizia è che Kimi, con una macchina a posto, è ancora il pilota che eravamo abituati a conoscere.

È dunque ufficialmente iniziato il countdown per l’atto conclusivo di questa emozionante annata, già ribattezzato dalla sempre pungente stampa inglese “Abu Double”. Con 50 punti in palio per il vincitore, ci sono delle ottime premesse per un finale che si preannuncia davvero epico.

Stefano Russo

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