Il conto alla rovescia è iniziato. Domenica 23 novembre, al termine di un lungo percorso iniziato lo scorso 16 marzo, il Circus della Formula 1 saprà finalmente chi tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg si laureerà Campione del Mondo 2014. Ma in quante occasioni, nella storia della Formula 1, il titolo si è deciso all'ultima gara? Ben 27 volte, tra cui risulta impossibile non citare i duelli che hanno visto come protagonisti Hunt e Lauda, Mansell e Piquet, Senna e Prost, Schumacher e Hakkinen, per finire con Vettel e Alonso. Andiamo dunque a ripercorrere insieme cinque tra i più entusiasmanti finali che la Formula 1 ci abbia mai regalato, con titoli mondiali assegnati in extremis: più precisamente, ci occuperemo di quelli datati 1976, 1986, 1994, 1997 e 2010.

1976

E' uno dei duelli più entusiasmanti che la storia della Formula 1 ci ha consegnato, tanto da essere riproposto al cinema nel film "Rush" di Ron Howard. Dopo un iniziale dominio di Lauda con la Ferrari 312T progettata dall' Ing. Mauro Forghieri, nella gara del Nurburgring del 1° agosto il pilota austriaco è vittima di un gravissimo incidente che lo costringe a stare lontano dai circuiti per svariate settimane. Mentre Lauda è lontano dalle piste, il pilota della McLaren James Hunt riesce a recuperare gran parte dello svantaggio accumulato in campionato, proponendosi come principale avversario del ferrarista. Inoltre, la scuderia di Maranello favorisce inconsapevolmente Hunt non partecipando al Gran Premio d'Austria per protesta contro la restituzione all'inglese della vittoria ottenuta nel Gran Premio di Spagna, e schierando il solo Regazzoni al successivo Gran Premio d'Olanda. Lauda, mostrando grandissimo coraggio, decide di tornare al volante dopo solo 42 giorni dall'incidente, al Gran Premio d'Italia. Il martedì prima della gara l'austriaco testa la vettura sul circuito di Fiorano.Le sue condizioni, però, sono ancora precarie al punto che è necessario modificargli il casco, togliendo parte dell'imbottitura per cercare di limitare le perdite di sangue che si verificavano con lo sfregamento sulle ferite del volto non ancora rimarginate; l'autorizzazione della commissione medica arriva il venerdì mattina, prima delle prove. Dopo aver ottenuto il quinto posto nelle qualifiche, Lauda, nonostante le palpebre non gli offrissero una visione totalmente corretta, giunge quarto in gara, raccogliendo punti importanti per la lotta per il titolo.
Il duello con Hunt prosegue fino all'ultima gara, il Gran Premio del Giappone, sul circuito del Fuji. La gara viene corsa sotto una pioggia torrenziale tanto che molti piloti (tra cui lo stesso Lauda) avrebbero voluto rinviarla, ma alla fine prevale la volontà degli organizzatori di dare il via. Secondo Audetto (l'allora Ds Ferrari) c'era un accordo, anche se non unanime, garantito da Ecclestone, secondo cui si sarebbe partiti per via dei contratti televisivi ma che avrebbe visto dopo 5 giri i principali piloti fermarsi, compresi Lauda e Hunt. L'accordo in effetti non viene rispettato, visto che al termine del primo giro rinunciano a proseguire solo Larry Perkins e Carlos Pace, che correvano per la Brabham di Ecclestone, e Fittipaldi. L'austriaco, al secondo giro, rientra ai box per ritirarsi: le condizioni della pista sono secondo lui troppo pericolose per gareggiare. Forghieri gli propone di dare la colpa ad un problema elettrico, ma Lauda prefersce prendersi la responsabilità del ritiro. Hunt prosegue e ottiene in maniera rocambolesca il piazzamento (terzo posto) necessario a vincere il titolo, con soltanto un punto di vantaggio sul ferrarista.

1986

In coda ad una stagione equilibrata e combattuta, con i piloti della Williams Mansell e Piquet impegnati a giocarsi il titolo con Prost (McLaren) e Senna (Lotus), il penultimo GP dell’anno, in Messico, provoca un rimescolamento improvviso dei valori: Berger vince a sorpresa sulla Benetton, Prost è secondo, Senna terzo, mentre le Williams debbono accontentarsi del quarto posto di Piquet e del quinto di Mansell. La classifica, ad un GP dalla fine, recita: Mansell 70, Prost e Piquet 63, Senna fuori dai giochi. L'ultimo atto del Mondiale si disputa ad Adelaide, in Australia, il 26 ottobre del 1986. In pole c'è Mansell affiancato da Piquet, dietro si piazzano la Lotus di Senna e la McLaren di Prost. Il Gp si rivela subito molto insidioso mietendo diverse vittime (ben 16 ritiri!) tra cui Alboreto, Patrese e Rosberg, solo per citarne alcuni. La corsa è comandata da Piquet che però con il passare dei giri deve guardarsi dall'arrembante ritorno del Professore che,approfittando del ottimo ritmo della sua Mclaren, ha sopravanzato Mansell. Durante il giro 63, sulla Williams n° 5 dell'inglese esplode la gomma posteriore destra in pieno rettilineo. Mansell abilmente riesce a controllare la vettura ma va lungo e finisce a sbattere contro un muretto, Accortosi dei problemi legati alle gomme, il muretto di Sir Frank richiama Piquet, il quale di fatto apre la strada a Prost che lo seguiva in seconda posizione e che va a vincere gara e titolo.

1994

Adelaide, 13 novembre 1994. Un Mondiale di F.1 tiratissimo e ricco di polemiche arriva all’ultimo atto in terra australiana, dove a contendersi la corona ci sono Damon Hill e l’astro nascente Michael Schumacher. Alla partenza Schumacher brucia tutti e prende il comando della corsa, con Hill che nel frattempo sopravanza il poleman Mansell salendoin seconda posizione. Il tedesco mantiene a lungo la leadership pur braccato dal rivale, ma al 36° giro accade l’impensabile. Il pilota della Benetton commette un errore, andando a toccare il muretto all’esterno di una curva cieca; dopo l’urto rientra in pista mentre nel frattempo sopraggiunge Hill, il quale tenta il sorpasso nella successiva piega a destra. Schumacher chiude la traiettoria, con Hill che non riesce a evitare il contatto con il tedesco. Dopo aver rischiato il ribaltamento, il pilota della Benetton finisce la sua gara nelle barriere, mentre l’inglese con la vettura danneggiata prosegue lentamente verso i box. Al suo rientro, i meccanici della Williams non possono fare altro che constatare il danno alla sospensione anteriore destra, e così Hill viene costretto ad un mesto ritiro che gli costa gara e titolo. Tale incidente, che per certi versi ricorda da vicino quelli avvenuti in seguito ai duelli rusticani tra Senna e Prost a cavallo degli anni ’90, avrebbe suscitato grandi polemiche sulla condotta di gara di Schumacher. Tuttavia, la Federazione classifica anche al termine della successiva inchiesta l’incidente come un normale episodio di gara, non riscontrando prove di una intenzionalità nel provocare il contatto da parte del tedesco. Schumacher, che prima del GP aveva 1 punto di vantaggio sul rivale, mantiene questo esiguo vantaggio grazie alla collisione con Hill e si aggiudica così il suo primo titolo mondiale. Un titolo che nella conferenza stampa post-gara Michael dedica ad Ayrton Senna, scomparso poco più di sei mesi prima a Imola. Per la cronaca, la gara viene vinta da Nigel Mansell sulla seconda Williams, il quale ottiene l’ultimo successo in carriera in F.1 all'età di 41 anni.

1997

Il Gran Premio d'Europa, tappa finale della stagione, si disputa sul circuito di Jerez, con Michael Schumacher avanti di un solo punto in classifica sul rivale per la corsa al titolo Jacques Villeneuve. Nelle qualifiche accade uno degli episodi più rari nella storia del Circus: 3 piloti accreditati dello stesso tempo cronometrato! Ma in virtù del regolamento è Villeneuve a partire in pole, seguito da Schumacher e Frentzen. Al via Villeneuve fa pattinare le gomme e perde terreno, mentre Schumacher non ha difficoltà ad affrontare la prima curva in testa seguito da Frentzen, Villeneuve, Hakkinen, Coulthard ed Hill. Il tedesco mostra di avere un passo molto veloce, ma l'alfiere della Williams lo segue come un ombra. Al 22º giro Schumacher si ferma per la prima sosta e rientra quarto davanti a Coulthard. Un passaggio più tardi è Villeneuve che rifornisce, tornando in pista ancora alle spalle del rivale; il nuovo leader è ora Frentzen. Il tedesco della Williams fa un po' da tappo per compattare gli inseguitori favorendo quindi Villeneuve, che è in scia a Schumacher. Il pilota canadese tenta un primo assalto al 27º giro ma esagera e va con due ruote nella sabbia perdendo contatto. I due proseguono molto vicini l'uno all'altro. Schumacher effettua la sua seconda sosta alla 43ª tornata; un giro dopo tocca a Villeneuve. Il canadese rientra ancora dietro a Schumacher e alla prima staccata si fa sorprendere anche da Coulthard, che si inserisce fra i due. Lo scozzese lascia però immediatamente strada al pilota della Williams, rifornendo a sua volta il giro successivo; in questo momento della gara Schumacher dispone di circa due secondi e mezzo di vantaggio su Villeneuve. Più staccati seguono Frentzen, Berger, Coulthard e Hakkinen. Il duello tra i primi due non è però terminato; Villeneuve recupera sul rivale, arrivando nuovamente a tallonarlo. Dopo diversi attacchi, neutralizzati da Schumacher anche in modo molto aggressivo, nel corso del 47º giro, alla curva Dry Sac, Schumacher si fa sorprendere da un attacco del canadese. Il tedesco prova comunque a chiudere la traiettoria, quando ormai è evidente che il rivale è al suo interno; le due vetture si agganciano, ma a rimetterci è la Ferrari che finisce nella sabbia e non riesce a ripartire. Più tardi, a causa di questa manovra, interpretata come un deliberato tentativo di eliminare l'avversario, Schumacher sarebbe stato escluso dalla Classifica Mondiale. Anche la vettura di Villeneuve è rimasta danneggiata nello scontro; il canadese, costretto a rallentare, può comunque controllare la situazione. All'ultimo giro Jacques lascia sfilare le McLaren di Hakkinen e Coulthard, conquistando un terzo posto che è sufficiente per laurearsi campione del mondo 1997; sul podio, grande festa anche per Hakkinen, alla prima vittoria in carriera, per la McLaren, che conquista una doppietta, e per la Williams, Campione del Mondo Costruttori, l'ultimo finora conquistato dalla scuderia inglese al termine di una lunga serie di successi.

2010

Teatro della sfida per l'assegnazione del titolo mondiale è il circuito di Yas Marina, negli Emirati Arabi Uniti. I piloti che concorrono per la conquista dell'iride sono ben quattro: Sebastian Vettel, Mark Webber, Fernando Alonso e Lewis Hamilton. Nelle qualifiche la pole va al pilota tedesco della Red Bull, seguito da Hamilton e Alonso, mentre per Webber c'è la quinta piazza. Al via, Vettel scatta perfettamente dalla prima posizione, mentre Alonso viene sopravanzato da Button perdendo la terza piazza. L'alfiere della Red Bull imprime da subito un ritmo forsennato al Gran Premio che il solo Hamilton dimostra di poter reggere; intanto, Webber va a "baciare" con la posteriore destra un muretto, dovendo forzatamente rientrare ai box, imitato dopo poche tornate da Alonso che, dopo aver effettuato il pit-stop, si ritrova 11° ed in mezzo al traffico. Pur essendo più veloce lo spagnolo non riesce a trovare lo spunto per passare Vitaly Petrov il quale, in occasione della safety car entrata in pista nel corso del 1° giro per l'incidente tra Schumacher e Liuzzi, ne aveva approfittato per effettuare la propria sosta. Vettel vince così la gara, davanti alle due McLaren di Hamilton e Button. Alonso è solo settimo, Webber ottavo. Il tedesco della Red Bull diventa così il più giovane campione del mondo piloti nella storia della Formula 1, a 23 anni, 4 mesi e 11 giorni. Diviene campione dopo essere stato in testa alla classifica solo all'ultima gara della stagione, come John Surtees nel 1964 e James Hunt nel 1976.

Finali imprevedibili, emozioni indimenticabili. Come si deciderà la sfida Hamilton-Rosberg? Un guasto priverà l'uno o l'altro della possibilità di giocarsi il titolo? O sarà una manovra un pochino al "limite" a decretare il vincitore? Il tutto con l'incognita dei doppi punti: ma la risposta definitiva l'avremo solo al termine della gara di domenica. E che vinca il migliore...

Vincenzo Buonpane

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