Top team a terra

Il primo a finire a terra è stato Mathieu Gines con la Kawasaki #11 del Team SRC pochi minuti dopo aver preso il posto di Randy de Puniet, poco dopo è il team BMW NRT 48 che deve alzare bandiera bianca per un problema elettrico dopo aver comandato la gara con Kenny Foray. Sono le Yamaha di GMT94 e YART a infiammare il pomeriggio della 24 ore, con una battaglia tra Mike Di Meglio e Max Neukirchner prima ed il nostro Niccolò Canepa e Marvin Fritz poi, con il giovane tedesco che supera il nostro portabandiera ma quando sono passate poco più di quattro ore demolisce la sua R1 ponendo fine ai sogni di vittoria e probabilmente di mondiale di YART, a secco di punti dopo le due 24 ore. Scende la sera e anche Vincent Philippe, Suzuki Endurance Racing Team, commette un piccolo errore e scivola; da lì a poco la SERT avrà altri problemi ai freni che li terranno a lungo nei box facendogli perdere molto tempo. Sembrava tutto apparecchiato per l’ennesimo successo di Yamaha GMT94: la squadra di Christophe Guyot infatti passa la notte indenne e raccoglie i venti punti in paio per i “traguardi volanti” delle 8 e 16 ore, ma purtroppo nell’endurance basta poco per ribaltare completamente tutto. Una scivolata di David Checa quando mancano poco più di sei ore dalla bandiera a schacchi e una di Mike di Meglio due ore più tardi infatti costringono la squadra del nostro Niccolò Canepa alla decima posizione. Impressionante la rimonta di Kawasaski SRC, che nonostante la caduta nelle prime ore e un’altra sosta nella tarda serata per sostituire il radiatore, è arrivata a ridosso delle posizioni di vertice chiudendo in quinta posizione cono solo 11 giri di ritardo dalla vittoria quando dopo poco più di un’ora si trovavano in quarantacinquesima piazza.

Honda festeggia

A non commettere errori è stata F.C.C. TSR Honda France che abbandona la storica livrea blu del team nipponico in favore del tricolore francese in seguito all’accordo con Honda France. La “vecchia” CBR #5 guidata da Josh Hook, Freddy Foray e Alan Techer ha portato a termine le 24 ore della maratona francese compiendo 843 giri. Alla sua seconda campagna continentale il team nipponico vince la sua prima gara europea dopo il podio nella edizione 2016 della 24 ore di Le Mans e torna al successo a distanza di 6 anni della 8 ore di Suzuka del 2012 e riportando una Honda sul gradino più alto del podio alla 24 ore di Le Mans dopo ben 12 anni. A completare questo week end d’oro per la casa dell’ala dorata sul podio sale anche la “nuova” CBR SP2 del team Honda Endurance Racing guidata da Grégory Leblanc, Sébastien Gimbert ed Erwan Nigon. La squadra supportata direttamente da Honda Europe si prende il secondo posto, mentre al terzo c’è la BMW del Wepol Racing by penz13.com, squadra che era andata a podio anche allo scorso Bol d’Or con il nostro Alex Polita, sostituito da Michael Laverty dopo la decisione di Alex di non prendere più parte alle road racing a seguito della decisione della FMI di non rilasciare il nullaosta per queste tipo di competizioni. Insieme all’irlandese, la BMW #13 era affidata alle esperte mani di Christian Iddon e a quelle del giovane Danny Webb, ex motomondiale ed ora specialista delle road racing. Quella del team penz13 è stata una gara in rimonta, a causa di una scivolata di Michael Laverty alla Dunlop Chicane prima ed ad una di Danny Webb poi, sempre nello stesso punto.

Grazie alla vittoria di questa 24 ore di Le Mans ora il team F.C.C. TSR Honda France è prima nella classifica mondiale con 95 punti, quattro in più di Yamaha GMT94. Sono a quota 82 e 81 punti Honda Endurance Racing e Wepol Racing by penz13.com. Sesta posizione, con soli 41 punti, per Suzuki Endurance Racing Team, mentre è ancora a quota zero Yamaha YART, che dovrà fare un miracolo nelle restanti tre appuntamenti per poter sperare nella conquista del mondiale.

Yamaha la miglior SST

Anche nella classe superstock i due team favoriti alla vigilia hanno deluso: Yamaha Viltaïs Experiences e il Team 33 Accessoires - Louit Moto (con il nostro Kevin Manfredi in sella che nel corso delle qualifiche aveva fatto segnare il miglior tempo tra le superstock) sono stati fermati da dei problemi tecnici e a ringraziare è il team 3ART, che con Alex Plancassagne, Matthieu Lussiana e Pepijn Bijsterbosch che siaggiudica la gara davanti all’altra Yamaha del team Moto Ain, composta anche dal nostro Roberto Rolfo, che all’esordio nell’endurance raccoglie il suo primo podio insieme ai compagni Alexis Masbou (anche lui ex motomondiale) e Christoffer Bergman. Terzo posto finale per la nuova Suzuki dello Junior Team LMS, squadra di riferimento per la casa nipponica nella classe stock con Hugo Clere, Alex Sarrabayrouse e Louis Rossi a completare un podio che parla anche un po’ italiano grazie a Robby Rolfo.

Italia sfortunata

I tre team italiani sono stati molto sfortunati. Lo Special Team Ducati ha dovuto alzare bandiera bianca dopo solo mezz’ora per un problema tecnico alla Panigale R, mentre il team Aviobike composto dai fratelli Christian e Federico Napoli e Giovanni Baggi è stato coinvolto in un incidente ad inizio gara, con un pilota che ha centrato l’incolpevole Yamaha. La moto preparata dal team italiano ha chiuso la corsa in venticinquesima posizione assoluta, dodicesima di classe SST, confermandosi comunque una delle superstock più competitive. La sfortuna ha colpito anche la gialla Suzuki del No Limits Motor Team, che a quattro ore dalla bandiera a scacchi si trovava in undicesima posizione assoluta e quarta di classe SST, con la possibilità di lottare per il podio. Mentre si trovava in sella Luca Scassa, però, si è rotto l’ingranaggio della seconda marcia, costringendo il pilota ai box per qualche minuto, ripartendo senza risolvere il problema. Michael Mazzina e Christian Gamarino hanno quindi terminato la gara senza le prime due marce e nonostante tutto il team di Moreno Codeluppi ha chiuso in diciannovesima posizione assoluta, ottavi di classe SST a soli 33 giri dalla Honda F.C.C. TSR.

Mathias Cantarini