Coloro che si attendevano una Ferrari finalmente in grado di poter lottare per il primato, complice l'avvento della rivoluzione tecnica capace di sovvertire i valori in campo, guardando la gara di Melbourne avranno avuto modo di ricredersi. La F14T ha confermato la propria affidabilità, già mostrata nel corso dei precedenti test in Bahrain, ma non è apparsa mai in condizioni tali da poter consentire ai propri piloti di metterne a frutto le potenzialità. Alonso e Raikkonen hanno corso una gara decisamente al risparmio, dovendo adattarsi ad una condotta da "ragionieri" piuttosto che da attaccanti, e concludendo rispettivamente al quinto e all'ottavo posto, poi diventati quarto e settimo in seguito alla squalifica di Ricciardo. Se a Maranello qualcuno ha comunque modo di vedere il bicchiere mezzo pieno, era sicuramente lecito attendersi qualcosa in più dall'esordio stagionale nella nuova era turbo. Anche perchè, a livello di prestazioni, la Ferrari sembra addirittura aver fatto un passo indietro rispetto al finale dello scorso anno, dando l'impressione di essere alle spalle di Mercedes, Red Bull e McLaren e sulla medesima linea di Williams e Force India. Di sicuro, non certo l'inizio di campionato che Montezemolo e tutti i tifosi sognavano, anche se occorrerà attendere almeno la gara di Sepang per avere indicazioni più precise. Alonso ha potuto usufruire di un'azzeccata strategia che gli ha consentito di guadagnare una posizione su Hulkenberg durante il pit-stop, ritrovandosi però al contempo dietro a Button che era riuscito ad approfittare dell'ingresso della safety car; Raikkonen non è apparso mai a proprio agio durante tutto il week-end, finendo tra l'altro nelle qualifiche per la seconda volta a muro in questo inizio di stagione, dopo il botto accusato (con dinamica identica) negli ultimi test a Sakhir.

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