Una spy story-bis potrebbe essere la causa della crisi in cui è precipitata la Ferrari. Questa è la bomba lanciata da Giorgio Terruzzi sul Corriere che, in parte, potrebbe spiegare i recenti deludenti risultati della Rossa di Maranello.

Il tutto inizia, secondo il racconto di un tecnico della FIA ovviamente anonimo, nel dopo gara di Monza 2019. Quell'8 settembre, Charles Leclerc vinse attirando sulla Ferrari i sospetti del resto delle scuderie, anche grazie ad una power unit che rendeva le Rosse davvero imprendibili sui lunghi rettilinei dell'impianto brianzolo.

LA "SOFFIATA" E L'INDAGINE SULLA FERRARI

"Nell'autunno scorso una chirurgica operazione di spionaggio industriale prese corpo, innescata da un team antagonista della Ferrari con la complicità di qualcuno che della Ferrari conosce i risvolti più segreti" è la netta ammissione della fonte anonima della FIA, che spiegherebbe anche i risultati non in linea con i precedenti della Ferrari da Monza in poi. Ma a chi si riferisce questa fonte anonima? Come si ricorderà, tra i recenti passaggi di tecnici dalla Ferrari alla Mercedes vi è anche quello di James Allison, dal 2017 entrato a far parte dell'organico della scuderia di Brackley.

LA RICHIESTA DI CHIARIMENTO DELLA RED BULL 

Ma è' il weekend di Austin il vero e probabile snodo della questione. In quel fine settimana, infatti, sono la Mercedes e la Red Bull a sollevare più di qualche sospetto sulla power unit Ferrari. Il team Campione del Mondo solamente con delle dichiarazioni a mezzo stampa, diversamente da Milton Keynes che, invece, inoltra una lettera di chiarimento alla FIA.

I SOSPETTI DI RED BULL E MERCEDES

La risposta del delegato tecnico della FIA Nicholas Tombazis, che citando due articoli boccerebbe la soluzione tecnica adottata dalla Ferrari, non placò comunque le dichiarazioni al veleno di Mercedes e Red Bull, con Toto Wolff che in quell'occasione lanciò la sua frecciatina: "È solo un dato di fatto che abbiamo nuovamente fatto la pole position per la prima volta da Hockenheim". Più esplicito, come nel suo modo di essere, Helmut Marko: "Il nostro deficit sulla velocità di punta con la Ferrari non è poi così grave. Sul lungo rettilineo ora sono tre o quattro decimi, venerdì abbiamo perso il doppio".

IL COMPROMESSO SEGRETO 

Ecco quindi spiegato il "famosissimo" accordo segreto tra la Ferrari e la FIA, che ha messo fine alla querelle sulla power unit delle monoposto di Maranello. Ma cosa riguardava questo compromesso e come avrebbe potuto influenzare la stagione 2020? Secondo Terruzzi, il "compromesso segreto" ha azzerato una serie di sviluppi sui quali si basava l'attuale monoposto e, ovviamente, i guai aerodinamici della vettura sono il frutto di quell'accordo, dato che la SF1000 era stata concettualmente pensata per essere equipaggiata con la power unit versione 2019, per intenderci.

LA SUPERFICIALITA' FIA MINA LA CREDIBILITA' DEL CIRCUS

Oltre alla questione Ferrari, la Federazione deve anche risolvere la pratica Racing Point, la cui vettura 2019 ha sollevato più di qualche dubbio nel paddock, fin dai test invernali di Barcellona. Anche se si tratta di semplici sospetti, la superficialità mostrata dalla FIA nel trattare la questione (per ammissione dello stesso Tombazis) rischia di minare la credibilità della Formula 1. Se da un lato ammettere il coinvolgimento nella vicenda della squadra Campione del Mondo porterebbe ad un terremoto senza precedenti, di contro se non fosse riscontrata nessuna irregolarità ci sarebbe il rischio che le prossime stagioni possano diventare una sorta di monomarca Mercedes, con Racing Point, McLaren e Williams in pista con vetture performanti tanto quanto le (ex) Frecce d'Argento.

Vincenzo Buonpane