A prima vista, rispetto al modello precedente, la STR13 si caratterizza per l’adozione di un muso dotato di “prolunghino” centrale tra i montanti dell’ala anteriore: questa soluzione, combinata con lo spazio più largo tra i due supporti, consentirà un maggiore afflusso di aria in direzione del sottoscocca. Proseguendo verso il retrotreno, si nota il deflettore al di sopra e un profilo alare (di apertura più limitata) al di sotto della struttura superiore dell’HALO, un airscope di dimensioni generose (diviso in tre sezioni, soluzione già vista su altre monoposto), prese dinamiche laterali con un’estensione più contenuta rispetto al passato, pinna posteriore di dimensione ridotta (come da termini di regolamento) e montante centrale di supporto all’ala posteriore. Come sottolineato dal direttore tecnico James Key, l’aerodinamica è un’area sulla quale i tecnici faentini hanno lavorato parecchio, non solo per la soluzione impiegata sull’anteriore descritta in precedenza, ma anche per lo schema di deviatori di flusso intorno alle pance laterali e, soprattutto, la sagomatura con evidenti aperture sul fondo scocca visibili guardando la monoposto in direzione longitudinale.

La novità più rilevante è però invisibile a occhi indiscreti, dato che si cela al di sotto della carrozzeria, anche se è ben pubblicizzata sull’accattivante livrea metallizzata della scuderia di Faenza: stiamo parlando del passaggio dalle power-unit Renault a quelle Honda. La nuova unità nipponica, chiamata RA618H, e l’armonizzazione all’interno del progetto finale, sono state tema di discussione durante la presentazione: stando alle parole di Key, i tecnici di Tokyo hanno prodotto un’unità compatta che ha agevolato l’installazione sulla nuova vettura, mentre Franz Tost chiosa sulla sinergia tra Faenza e il Giappone dichiarando che “abbiamo avuto una relazione di lavoro fantastica con Honda... non ci sono stati problemi dal punto di vista della comunicazione”.

La scuderia faentina schiererà alla guida Brendon Hartley (con il 28) e Pierre Gasly (con il 10), mettendo in pista un duo inedito per i criteri da junior team della Red Bull, dato che il neozelandese non è esattamente quello che potremmo definire un “prodotto del vivaio”, per ragioni anagrafiche e di curriculum. Il potenziale della coppia è ancora tutto da esplorare, visto che le poche gare corse nell’ultimo campionato non hanno dato molte indicazioni a riguardo.

Dichiarazioni stampa a parte, il nodo centrale delle questioni legate alla STR13 è senza ombra di dubbio legato alle prestazioni dell’unità propulsiva marchiata Honda: i tecnici giapponesi quanto avranno imparato (e corretto) dall’esperienza spesso imbarazzante dell’ultimo triennio con la McLaren? Quanto potrà essere di beneficio il fatto di poter lavorare a contatto con una struttura più piccola e con meno pressioni rispetto alla scuderia di Woking? Come dicevano in una famosa canzone, “lo scopriremo solo vivendo”. Il calendario test della Toro Rosso prevede Brendon Hartley alla guida oggi e dopodomani, mentre Pierre Gasly sarà al volante nei giorni di martedì e giovedì.

Luca Colombo

 

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