Nel corso della seconda delle tre giornate di test in Bahrain, la Ferrari ha svolto un lavoro solido, senza particolari lampi, ma senza neanche particolari problemi. Ecco le nostre impressioni su questo secondo giorno di test, tra dubbi sul passo gara e tempi molto relativi.

Solidità

I tempi, si sa, nei test contano poco. Non devono quindi spaventare la sesta e l'ottava posizione di Sainz e di Leclerc, rispettivamente a otto decimi e un secondo da un sorprendente Guanyu Zhou su Alfa Romeo, leader di giornata. E, volendo, la prestazione del cinese può essere un buon segnale per la Ferrari, visto che il team svizzero monta la power unit del Cavallino. Ma conta comunque poco, considerando sempre l'annosa questione dei dati sul carburante imbarcato e sugli assetti scelti.

E allora cosa ci resta? Beh, c'è da evidenziare innanzitutto che la Ferrari non ha avuto particolari problemi. Dopo una prima giornata di test che aveva lasciato un retrogusto  amaro in bocca per qualche incertezza sulle sensazioni di Leclerc, questa volta né il monegasco e né Sainz hanno avuto intoppi, portando a casa di un totale di 138 giri (70 per Sainz, 68 per Leclerc). Lo stesso non si può dire dei diretti rivali, con la Mercedes di Russell che si è piantata ad un'ora e mezza dalla fine per un problema idraulico, mentre la Red Bull di Verstappen è rimasta ferma ai box per circa un'ora per una probabile perdita d'olio. Anche qui, nulla di particolarmente problematico, i test sono fatti per questo: meglio comunque non avere di questi intoppi. Anzi, allargando il discorso, neanche gli altri motorizzati Ferrari, ossia Alfa Romeo e Haas, hanno accusato particolari problemi.

Emerge poi una buona velocità sul dritto, sia da parte di Leclerc e Sainz che da parte dei clienti. Anche qui però è tutto relativo: non sappiamo quanto la Ferrari o i competitor abbiano attivato il DRS, così come non sappiamo quanta potenza del motore usassero. Infine, è da segnalare che nel finale della sessione pomeridiana Leclerc ha fatto dei buoni passaggi con la gomma C1, la seconda più dura della gamma nonché la più dura che verrà usata la prossima settimana in Bahrain, anche se, più che una vera e propria simulazione di GP, è sembrato più un long run.

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Dubbi

Ci sono però ancora delle perplessità. In primis, questa mattina Perez è sembrato decisamente più costante di Sainz, quando entrambi sono scesi in pista per delle simulazioni di passo gara. Resta sempre il solito mantra dei carichi di carburante, ma a più di qualcuno è sembrato che questa Red Bull sia ancora leggermente meglio per quanto riguarda la gestione delle gomme. Nulla di strano, comunque, è anche normale che i campioni in carica si presentino al via del mondiale da favoriti. Anche nella parte iniziale della sessione di Leclerc c'è stata una certa tendenza all'innalzamento dei tempi. In questo frangente, è sembrato che la macchina fosse poco stabile e tendente al sottosterzo, anche se in altri momenti l'impressione era che sovrasterzasse. Anche qui, forse prove di assetti differenti per la Ferrari.

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Le dichiarazioni

Un’altra buona giornata, nella quale siamo stati ancora una volta affidabili e abbiamo potuto provare tutte le regolazioni di assetto programmate. - ha dichiarato Carlos Sainz - Stiamo approfondendo la conoscenza della vettura identificando le aree nelle quali possiamo trovare prestazione. Domani ci attende un’altra sessione da sfruttare per essere preparati al meglio per la settimana prossima“.

Abbiamo effettuato diverse prove oggi, - ha invece detto Charles Leclerc -  focalizzandoci sul set-up e portando a casa un bel po’ di lavoro, anche se è presto per dare qualsiasi giudizio. È stato buono poter completare ancora parecchi giri e continueremo a spingere nell’analisi dei dati in vista dell’ultima giornata di test che ci attende domani“.

Conclusione

L'unica conclusione possibile che possiamo dare è che la Ferrari non si sia notata. Nessuna prestazione di grido, ma neanche nessun problema. A Maranello sembrano aver fatto della locuzione latina "In medio stat virtus" (la virtù sta nel mezzo) il proprio motto in questi test del Bahrain: nessuna esagerazione in entrambi i sensi, ma solo lavoro e equilibrio. Manca poco comunque: tra una settimana a quest'ora sapremo già chi ha davvero giocato a nascondino.

Alfredo Cirelli