Partiamo dal musetto, il quale presenta una grossa presa d'aria (in rosso) proprio all'estremità iniziale, quasi come fosse a formichiere: essa potrebbe servire per alimentare l’S Duct, estremizzando così il concetto già visto nella Force India, ovvero quello di incanalare il flusso già sul musetto piuttosto che al di sotto raccogliendo i flussi turbolenti, svolgendo inoltre la funzione di raffreddare le componenti elettroniche della vettura. L’ala anteriore a Delta presenta uno sbalzo alle estremità, mentre la cascata di flap, assieme a quelli superiori ancorati al profilo principale (in verde), sembrano convogliare l'aria l'esterno delle ruote, seguendo il concetto delle vetture della passata stagione. Le paratie verticali presentano un rigonfiamento finale ed una pinna a quasi tutta lunghezza (cerchiata in giallo).

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Le prese dei freni (in rosso) presentano oltre alle orecchie per il raffreddamento anche le palpebre per fini aerodinamici ed un'appendice per indirizzare meglio i flussi. Curiosi i sostegni delle telecamere (in blu) formate da tre piccoli sostegni, così come i tubi di Pitot (in viola): tre uniti in uno. Le sospensioni anteriori mantengono lo schema push rod ma presentano dei bracci molto più spessi: in particolare il braccio inferiore, essendo a diapason (cerchiato in giallo), svolge anche una funzione aerodinamica.

In generale tutta la scocca si presenta più rialzata, per far funzionare meglio i cinematismi e la tanto famigerata sospensione idraulica, oltre che per far passare i flussi che alimentano il diffusore ed i turning vanes (in verde).
Si nota la presenza dei mozzi soffiati (riquadro blu) per migliorare la qualità dei flussi uscenti dagli pneumatici.

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Per il resto la RB13 si presenta come una logica evoluzione della RB12, con vari affinamenti sempre nel solco della pulizia generale delle linee. In particolare, notiamo i deviatori di flusso laterali (riquadro giallo) sdoppiati in due elementi ma molto semplici; inoltre, complice la riduzione dell'inizio del fondo piatto, si nota la mancanza della Bat-Wing: in compenso si potranno utilizzare assetti picchiati più spinti.

I deviatori di flusso intorno alle pance laterali (in verde) sono un’evoluzione di quelli della passata stagione: presentano un andamento leggermente ad “S” quasi come quelli della McLaren, ma non proseguono per tutta la lunghezza della pancia fermandosi a metà e sicuramente saranno soggetti a varie evoluzioni nel corso della stagione.

L'ingresso delle pance laterali (in giallo) sono di dimensioni ridotte, segno che è stata ottimizzata al meglio la fluidodinamica interna. Anche l’airbox (in azzurro) ha subito una modifica: ora ha una forma triangolare, più grande rispetto a quella circolare della RB12, ed inoltre sono spariti i piloncini di sostegno.

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Proseguendo dopo la presa dinamica è presente l'immancabile pinna di squalo (evidenziata in verde) tanto osteggiata dallo stesso Newey, essendo stata da quest'ultimo ritenuta complicata da armonizzare con gli pneumatici di maggior sezione, col rischio di creare un eccessivo sottosterzo alle alte velocità e rendendo le vetture più critiche da guidare.

Il profilo delle pance sembra molto uniforme snello e raccordato, ma non così estremo come quello della Mercedes: inoltre, le uscite sono sdoppiate sia sopra che sotto le sospensioni posteriori (cerchi in rosso).
Mantenuto lo schema pull rod con l'elemento del tirante che è spostato molto in avanti (in giallo).

L'alettone posteriore, retto dal pilone centrale, mantiene le feritoie orizzontali (riquadro arancione), mentre i soffiaggi verticali sono assenti in favore dei flap sulla presa dei freni posteriori (in verde) che fungono da vorticatori che lavorano sinergicamente con il diffusore.

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La sensazione è che molto probabilmente vedremo la vera Red Bull solamente nelle qualifiche di Melbourne o che, data la sua semplicità esteriore, le vere novità siano nascoste e non visibili ad occhio nudo. Non ci resta che attendere e vedere se Adrian Newey tirerà fuori qualche genialata dal suo cilindro magico.

Michele Montesano