659 giri percorsi in due giorni di prove per un totale di 2326 km complessivi. I test andati in scena sul tracciato francese del Paul Ricard consentono alla Pirelli di poter finalmente disporre di un quadro pressoché completo di dati in merito alle mescole da bagnato, grazie al lavoro svolto in pista dalle tre scuderie presenti: Ferrari, Red Bull e McLaren. Test fortemente voluti dalla casa milanese, vista l'impossibilità di provare precedentemente in condizioni di pista similare: un obiettivo raggiunto grazie anche al moderno impianto di innaffiamento artificiale dell'autodromo transalpino, dove nel corso delle due giornate sono stati utilizzati ben 6 milioni di litri d'acqua riciclata, sfruttando la presenza dell'apposito bacino idrico situato a pochi metri dal tracciato.

Sono state le gomme full wet, ovvero quelle da utilizzare in condizioni di bagnato estremo, le grandi protagoniste a Le Castellet: al fianco della soluzione usata nel 2015, sono state provate svariate soluzioni sperimentali, attraverso prototipi differenti per mescola e battistrada, nonché privi della tradizionale banda colorata. Una prova effettuata "al buio" per tutte i team, ignari a proposito delle caratteristiche della gomma utilizzata nel corso dei vari run: ma, al tempo stesso, si è trattato di un test di fondamentale importanza per Pirelli, grazie alle numerose comparazioni effettuate nel corso della due giorni. Mentre nel corso della prima giornata il programma si è concentrato esclusivamente sull'utilizzo delle gomme da bagnato estremo, attraverso stint da 10 giri cadauno, l'indomani si è optato per provare in condizioni di pista meno bagnata sulla distanza di 15 giri, potendo utilizzare anche le intermedie nel finale e con l'obiettivo di ricavare maggiori informazioni in merito al punto di crossover tra le due mescole.

I numerosi dati raccolti verranno ora analizzati minuziosamente in fabbrica nel corso dei prossimi giorni, al fine di individuare la migliore soluzione "wet" in vista del 2016: "Siamo sicuramente molto soddisfatti del lavoro svolto - ha dichiarato Mario Isola, racing manager Pirelli - i primi riscontri emersi sono indubbiamente molto positivi, anche se un quadro più preciso della situazione si avrà soltanto nei prossimi giorni. Non abbiamo riscontrato particolari picchi rispetto ai nostri parametri di riferimento durante i vari run, pertanto questo è un segnale che ci regala ottimismo. La cosa positiva è che abbiamo finalmente avuto l'opportunità di provare in una condizione di bagnato omogenea lungo tutto il percorso, anche se la temperatura piuttosto rigida poco si adattava alle consuete condizioni che possiamo osservare durante il week-end di gara. L'obiettivo di questi test era comunque finalizzato all'introduzione di un nuovo prodotto che vedremo all'opera già nel 2016".

A proposito dei rischi connessi all'aquaplaning ed al frequente utilizzo della Safety Car durante le gare, Isola si è così espresso: "Credo che ciò sia legato alle condizioni di visibilità che si vengono a creare in gara; naturalmente, anche aumentando la capacità di smaltimento dell'acqua da parte delle gomme, con le ruote scoperte si avrebbe comunque più acqua nell'aria e di conseguenza meno visibilità. Pertanto ritengo che le decisioni della Direzione Gara in simili frangenti non siano condizionate dal tipo di prodotto che noi mettiamo a disposizione".

Una delle questioni "chiave" nell'immediato futuro riguarda però le novità regolamentari che verranno introdotte a partire dal 2017, con un deciso incremento del downforce ed importanti variazioni in merito alle dimensioni degli pneumatici. Novità che renderanno indispensabili maggiori test nel corso della stagione: "Per un costruttore di pneumatici i test in pista sono fondamentali - afferma Isola - specialmente in vista di un grande cambiamento regolamentare come quello preannunciato per il 2017. Tutto è ancora in discussione, ma speriamo di poter iniziare i nuovi test al più presto".

A tal proposito, occorre rilevare come sino alla realizzazione delle monoposto in versione 2017, sarà impossibile disporre di dati concreti provenienti dalla pista, obbligando in questo modo Pirelli a doversi basare su prove di laboratorio per simulare la risposta che gli pneumatici saranno chiamati a fornire: una sfida di non poco conto, visto che le performance delle vetture si preannunciano notevolmente diverse rispetto a quelle attuali. Le discussioni con la Federazione e i team sono in corso di svolgimento: la Casa milanese avrebbe chiesto un totale di 18 giorni di test al fine di poter provare adeguatamente le nuove gomme, anche se alla fine è probabile che si possa giungere ad una soluzione di compromesso.

Da Le Castellet (Francia) - Marco Privitera